Istoria dell'Imperio dopo Marco (De Romanis)/Dedica
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Prefazione | ► |
AL NOBIL UOMO
IL SIGNOR CONTE
A Voi, più ch’a ogni altro, chiarissimo Signor Conte, mi piace intitolare la traduzione di un’opera ch’è tutta eleganza e filosofia, a Voi, sulle cui labra può asserirsi, come di Senofonte affermò Quintiliano, che si sta sieduta una qualche Iddia persuasibile. Chè, per tacere delle altre lodi, dirò solo, che Voi avete oscurata la fama de’ vituperatori di quei due sommi Dante e Tucidide, e già tenete il campo e avete il grido di vincitore. La quale vittoria è degna di Voi, perchè onoratissimo suona ancora nelle lettere il nome de’ vinti; e Voi sapete che i magnanimi non trionfano de’ vili, ma de’ valorosi.
Prendete dunque, Signor Conte, questo piccolo segno dell’amore e riverenza che io porto a così alto merito, ed accoglietelo colla solita vostra bontà e cortesìa.
Il Vostro |