Inganno
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Questo testo fa parte della raccolta XIII. Da 'Psiche'
LXXXVII
INGANNO
— Va’! t’accasa nel inondo; e, del tuo fato
perché tu mai non abbia a garrir meco,
la dolce Illusion ti pongo a lato,
sia che reggia t’alberghi o angusto speco. —
Tal disse Giove a l’uom, che allegro e cieco
venne al mondo; e gli parve esser beato,
sin che la dolce larva il tenne seco
di sue candide rose incoronato.
Ma un di le liti, il sangue e la paura
gli fur dinanzi; e, quando egli comprese
il mistero crudel della natura,
cerchiato il fronte il’infinito affanno,
con fieri assalti di demenza, offese
l’inganuator, ma non sanò l’inganno.