Corsiero
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Questo testo fa parte della raccolta XIII. Da 'Psiche'
LXXXVI
CORSIERO
Il tempo, a foggia di corsier, ci fura
da la cuna, e ci porta al negro avello:
e il tratto della via che manco dura,
l’allegra gioventú, certo è il piú bello.
Segue agli ameni di tedio e paura,
o ascose furie che ci dan martello,
o quel tacito andar per notte oscura,
stanchi, senza veder segno d’ostello.
Quasi al mio fin mi giova ir di galoppo,
e giá tolto d’arcioni esser vorrei
pria che scendan su me gli ultimi verni.
Nocque a tutti nel mondo il viver troppo;
e sin credo che noccia anco agli dèi,
lá nel gelido ciel, vivere eterni.