Il rapimento d'Elena e altre opere/A chi legge

A chi legge

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Dedica Vita di Coluto
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A CHI LEGGE.


A
Fronte di questa mia Traduzione avrai, cortese Lettore, coll’argomento del Poema la breve Vita di Coluto, la quale io rinvenni in un greco Manoscritto dell’insigne Biblioteca nostra Ambrosiana, che dal già degnissimo Prefetto di essa, Dottor Giuseppe Antonio Saffi, passato a miglior vita nell’anno scorso, con sommo dispiacere della letteraria Repubblica, mi fu permesso d’esaminare. Quello Manoscritto, annesso a tre altr’opere greche, fu indubitatamente compilato verso il cadere del Secolo XV., o al cominciare del XVI.,1 val a dire, poco appresso, che fu ritrovato il Poema dal Cardinal Bessarione, che morì nell’anno 1472. Io credetti d’essere veramente il primo a pubblicare la presente Vita; ma, poichè l’ebbi tradotta ne trovai riportato uno squarcio da Gio: Alberto [p. 24 modifica]Fabrizio2 nella sua Biblioteca, dove parla di Quinto Smirneo, e dal medesimo appresi essere già stata data alla luce da Aldo Manuzio nell’edizione, ch’egli fece di Coluto. Ma, se non altro, io per la prima volta te la presento in Italiano tradotta, ed annessovi l’argomento dell’opera, appiè dell’originale arricchita di qualche varia lezione, e di qualche piccola nota greca, che sul testo del medesimo Manoscritto si legge. Se il carattere di questo non fosse così minuto e pieno di cifere, e abbreviature quasi incomprensibili, e se una voce non fosse per l’ordinario unita, e confusa coll’altra, più copiose avresti avuto le note. Ma io ho durato moltissima fatica per comunicarti quelle, che ho potuto raccogliere. Quanto alle varie lezioni, che troverai segnate con M.,cioè a dire Manoscritto, io non ho giudicato di doverle tutte trascrivere, perchè molte parole si conosce essere state inconsideratamente messe, e molte, se tali dovessero essere, quali nel Manoscritto, o renderebbero il verso, o il sentimento difettuoso. E quanto alle note, ho vo[p. 25 modifica]luto di tutte renderti partecipe, perchè molto servono a spiegar le voci del Testo, o poetiche, o non troppo in uso o figurate.

Frattanto sappi, che appunto su questo Manoscritto occasione d’aver io volgarizzato Coluto essendomi invaghito della bellezza del breve Poema nel confronto, che collo stampato ne feci, già da tre anni, per comandamento del Sig. Marchese Don Alessandro Teodoro Trivulzio, Cavaliere tanto benemerito della nostra Città, delle Lettere, e de’ Letterati, a cui fra le innumerabili obbligazioni, che ho, professo anche quella d’avermi da lungo tempo ammesso all’onore d’ammaestrare nel greco il Sig. D. Girolamo di lui Figlio, giovane assai sludioso, e nelle greche facoltà con mio gran piacere avanzato Che io poi mi risolvessi a stampar questa Traduzione, mi ha servito d’impulso la fioritissima Accademia de’ Trasformati, la quale fornita di letterati Uomini, decorosamente in questa Città comparisce, e sostiensi nell’ampia Casa del Signor Conte Giuseppe [p. 26 modifica]Maria Imbonati zelantissimo Promotore, e Conservator Perpetuo di essa delle nobili qualità, che a Cavaliere erudito convengono, pienamente adorno. Quivi avendo io la mia Traduzion recitata in privata Adunanza, tale fu allora, non dirò solo il compatimento de’ miei savissimi Colleghi, ma il coraggio ancora, che mi fecero a pubblicarla, ch’io non potei resistere alle autorevoli insinuazioni di tanti non pure amici, ma per lo valore di ciascuno nelle poetiche cose da me considerati Maestri.

Io non mi tratterrò qui a numerar l’edizioni, che abbiamo di questo Poeta, potendosi in ciò appagare la curiosità di ciascuno presso il detto Fabrici,3 il quale asserisce d’averne egli un Manoscritto di circa trecent’Anni prima. Neppure accennerò le versioni fattene in altre lingue, poichè appieno, giusta il suo costume, soddisferà chiunque ne ha brama, l’eruditissimo Abate Francesco Saverio Quadrios nel quarto Volume della sua divina Opera, che sta imprimendo, già famosa, sotto [p. 27 modifica]il titolo di Storia, e Ragione d’ogni Poesia, mentre parla di quest’Autore.

Vo’ qui solamente accennare a qual maniera procurai d’attenermi nel fare il mio volgarizzamento. Io ho avuto per massima di ben colpire primieramente l’idea dell’Autore, traslatandone fedelmente i pensieri, e i sentimenti, poichè tengo opinione ch’error sia in una Traduzione ogni benchè minimo, benchè grazioso concetto, che dell’Autore non sia.

Considerai poscia, che non i sentimenti soli, ma l’espressioni ancora son quelle, che un Poeta ajutano a nobilitare; onde stimai d’essere infedele al mio, ogni qual volta avessi preteso di mutar le frasi del Testo, e di sostituirne altre a mio capriccio, facendomi in tal guisa non già traduttore, ma di nuove frasi inventore.

Ho cercato di non iscemare veruna cosa al Testo, e, per dir vero, non avrei avuto cuore di proseguire avanti nella mia Versione, quando mi fossi accorto di non aver traslatato anche un minimo Aggiunto.

D’altra parte ho avuto riguardo di [p. 28 modifica]non accrescer parola del mio, sicuro che ogni addizione avrebbe guastato il bello dell’originale. E se alcuna volta o per compimento, o per maggior grazia del verso v’ho lasciato per entro scorrere qualche piccolo Aggiunto, ciò fu ben di rado, e di que’ soltanto, che non sono in verun modo studiati, ed ingegnosi, ma che di lor natura, e a prima vista s’adattano a’ nomi, a cui si congiungono.

Non sono però stato sì scrupoloso di abbracciare anche quelle frasi, che per verun modo non si comportano dal nostro idioma; essendo egli certo, che ciascuna lingua ha i suoi colori, e i suoi vezzi, che non possono sì di leggieri trasferirsi in un altra. E la versione, a mio credere, vuol essere rigorosa, ma non servile, religiosa, non superstiziosa, esser versione, e non comparir tale.

Ma siccome languida riesce l’invenzione, e la frase, se non è accompagnata dall’armonía, e dal fuoco, che son l’anima in certo modo della Poesía, ho cercato per quanto ho potuto di mantenere quel brío, quella magnificen[p. 29 modifica]cenza di figure, quell’entusiasmo, impetuosità, e forza, per cui salisce tant’alto la Poesía originale. Quindi paruto essendomi che per un esatta Traduzione sia indispensabile il verso sciolto perciò di questo usando, mi sono industriato di ajutarlo, e sostenerlo coll’armonía, col numero, e colla rotondità, schivando ogni languidezza, e tutto ciò, che lo poteva avvicinare alla Prosa.

Se mi potrò accorgere, che non ti sia discara la presente, risolverommi forse a comunicarti altre Traduzioni da me fatte, e segnatamente quella di Trifiodoro non mai, ch’io sappia, in lingua nostra traslatato. Vivi felice. [p. 30 modifica]
N
Oi qui sottoscritti per delegazione de’ Conservatori dell’Accademia de’ Trasformati, avendo esaminata la Traduzione del Rapimento di Elena fatta in versi dal nostro Accademico Angelo Teodoro Villa, giudichiamo che possa egli usar nella stampa il nome di Trasformato, e adornarla coll’Impresa della nostra Accademìa.


Francesco Saverio Quadrio Delegato.
Ercole Sola Cabiati Delegato.

P
Er l’Attestazione suddetta si concede facoltà all’Abate Angelo Teodoro Villa di servirsi nell’Impressione della mentovata Opera sì del Nome, che dell’Impresa de’ Trasformati.


Giuseppe-maria Imbonati Confervatore Perpetuo.
Giuseppe Foppa Confervatore
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Pietro Dal Verme Confervatore .
Carlo Francesco Vago Confervatore Loco del Sigillo.


Loco ✥ del Sigillo.


Carl-Antonio Tanzi Segretario Perpetuo.

Note

  1. Dicesi dallo Scrittor della Vita, che nacque Coluto mila, e più anni prima, cioè a’ tempi d’Anastasio Imp., il quale regnò negli Anni 491.
  2. T.I. Lib. II, cap. VII. n. VI. Biblioth. Graec.
  3. Lib. II. cap. VII. num. VIII.