Il problema dei diritti della donna/Parte prima

Parte prima

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Note

Prefazione Parte prima - I
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PARTE PRIMA

Signore e signori, il problema, del quale esamineremo succintamente gli aspetti principali, fu e sarà ancora per lunghe età un arduo problema, ed oggi meno che mai può esser detto argomento ozioso. In alcuni Stati di America le donne hanno già diritti politici e magistrature; in Inghilterra non li hanno ma li chiedono con insistenza. La condizione civile delle donne è dappertutto migliorata, la libertà loro accresciuta; si esige dappertutto una educazione più solida e più estesa. Il problema, qualunque sia il nome con cui è chiamato, è oggi fatto vastissimo, e comprende i seguenti quesiti:

1° L’istruzione e l’educazione della donna,

2° La condizione di lei nella famiglia,

3° La condizione di lei nella vita pubblica,

4° E finalmente il quesito che tutti li comprende, l’idealità della donna, la sua missione nella vita.

È un problema che ha affaticato tutte le età;1 ogni popolo vi ha portato il suo contributo, ogni [p. 2 modifica] generazione il suo pensiero; ma ogni popolo ed ogni generazione hanno trovato il vuoto e l’oscuro. E perfino nella civiltà nostra, circa la donna, i suoi destini, i suoi diritti, abbiamo le opinioni più contradittorie e un inviluppo di sentimenti piuttosto che un ordine di concetti.

Invano si è chiesta una risposta alla storia. La storia non è altro che la storia del problema. [p. 3 modifica]

Note

  1. O in un modo o in un altro la questione c’è stata sempre, e non poteva non esserci; benché soltanto assai tardi si ponesse come questione che meritasse il nome di scientifica. Sono pieni di attrattive gli studii che oggi si fanno sulle prime origini di ciò che da molti secoli s’intende con la denominazione di famiglia; e benché cotesti studi lascino molto campo alla fantasia, e quindi ad ipotesi destituite di prova rigorosa, ci persuadiamo tuttavia che quanto intendiamo per famiglia piuttosto che esser un principio, fu un prodotto dell’incivilimento; dei primordi almeno dell’incivilimento.
    Le ricerche dei cultori di questa specie di paleontologia sociale, sussidiate dalla filologia e dal paragone coi costumi dei popoli contemporanei si, ma in stato selvaggio o di barbarie, fanno sembrare ipotesi più probabili le seguenti:
    1° Che la comunione delle donne e dei figli ( dichiarati appartenenti alla tribù) sia stata la legge delle società primitive; nelle quali sarebbero assolutamente mancati e il nome e il concetto di ciò che intendiamo per marito, moglie, figlio. In queste condizioni sociali mancando la paternità giuridica, le parentele s’indicavano solo rispetto alla madre.
    2° Che a poco a poco s’incominciasse ad introdurre l’uso del possesso esclusivo di certe donne, se non di donne della tribù (repugnante a questa usurpazione), di donne tolte alle tribù vicine. Naturalmente avranno cominciato i più forti e i più arditi, e il fatto si sarà generalizzato con la tolleranza.
    3° Che cosi gradatamente si passasse da una mera padronanza o possesso di fatto di certe donne al concubinato e alla paternità risguardata come istituzione giuridica, e finalmente al matrimonio. Da quell’epoca in poi la paternità diviene il fondamento della parentela civile.
    La storia del diritto ha, com’è noto, preziosi materiali per queste ricerche, nelle forme e nei riti che si conservarono nei tempi posteriori, e che dovevano necessariamente simulare e ricordare una generale precedente consuetudine storica.
    Il matrimonio per abduzione e con simulazione di combattimento pare la forma più antica. Nel giorno convenuto pel matrimonio, lo sposo strappa di mano ai parenti ed amici della sposa la sua fidanzata, dopo un breve combattimento. Dichiarati vinti i difensori della sposa, la sposa è riconosciuta appartenere al fidanzato come moglie.
    Fatti più miti i costumi e introdotto l’uso dei commerci, doveva cominciare a prevalere l’uso di comprare la sposa; e infatti vediamo la simulazione di una compra essere una delle forme solenni di contrarre matrimonio.
    Il matrimonio posto in essere o con la coabitazione (usus) o con la dichiarazione di reciproco consenso a contrarlo, viene assai più tardi, e suppone una certa libertà delle donne, le quali non sono più vendute dalla famiglia.
    A traverso tutte queste vicende storiche la questione della condizione sociale della donna doveva farsi sentire come una grave questione di fatto nel periodo della formazione istintiva dello Stato; per poi divenire a poco a poco un problema scientifico nel periodo della formazione riflessa.

Indice

  •  I 
  •  II 
  •  III 
  •  IV