Il piccolo focolare/Capitolo nono. I piatti dolci/Sezione II

Sezione II. Piatti dolci più fini

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Capitolo nono. I piatti dolci - Sezione I Capitolo decimo. Conserve di frutta
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SEZIONE II.



PIATTI DOLCI PIÙ FINI.


Gli spaventi sono peggio dei mali.


42. Fiammeri, dolce freddo. — Mescolate 100 gr. di farina d’amido con un decilitro di farina solita e 4 decilitri di latte freddo. Versate il composto entro 7 decilitri di latte che avrete fatto bollire con 4 cucchiai di zucchero, 50 gr. di pinoli macinati, alcune mandorle amare e un po’ di vaniglia e che sarà ancora in ebollizione. Formate una densa pappina, unitevi 4 albumi a neve e collocate il composto entro uno stampo liscio bagnato coll’acqua. Trascorse alcune ore rovesciatelo sopra un piatto e copritelo con un po’ di sciroppo di frutta.

I rossi si possono adoperare in diverse maniere anche per fare dello zabajone (vedi N.° 90) da sostituirsi allo sciroppo. Lo zabajone si fa anche col latte, aumentandone un poco la dose in confronto a quella del vino.

43. Cacciata, dolce freddo di ricotta. — Foderate una cazzarola bene stagnata (sulle cui pareti avrete passato una penna intinta nel rosolio) di fette di pane di Spagna. Riempitene tutto il vano con buona ricotta fresca che avrete raddolcita a piacere e mescolata con un po’ di rosolio di vaniglia e con alcuni dadolini di cioccolata e di candito di cedro. Coprite il composto con altre fette di biscotto e lasciate riposare il dolce in luogo fresco. Al momento di gustarlo rovesciatelo sopra un piatto. [p. 139 modifica]

Chi non teme pericola.


44. Budino di pangrattato colla cioccolata. — Mettete in una padella di ferro 3 manate di pangrattato fino e fatelo tostare. Dimenate 6 rossi d’uovo con 6 cucchiai di zucchero pesto, aggiungetevi il pane, 50 gr. di mandorle tritate colla loro buccia, da ultimo mezzo panino di cioccolata grattata, rimestando sempre, poi con mano leggera gli albumi a fitta neve. Se vi piace, mettetevi anche una buona presina di cannella. Cottura nello stampo unto e infarinato 40 m. circa al forno. Per sei persone.

NB. Gli stampi per i budini devono avere sempre un cilindro nel mezzo, perchè ciò facilita la cottura. Essi si ungono diligentemente con un pezzettino di burro crudo tenendolo in mano con una carta, poi si spolverizzano di farina. La loro capacità dev'essere tale che la pasta cruda occupi soltanto due terzi scarsi del vano e abbia perciò un bel largo per salire. I budini riesciranno bene soltanto se avrete molta cura e pazienza nel rimestarne il composto.

45. Budino di pane coi pinoli e con la sultanina. — Tagliate 150 gr. di pane a quadrettini. Sbattete 10 minuti in una pentola 3 ova intere, diluitele con un cucchiaio di latte freddo, poi con un quartuccio di latte bollente e versatele sul pane. Collocate poi questo pane nello stampo unto e infarinato disponendolo a strati con 150 gr. di pinoli e di sultanina misti e ben puliti (vedi N.° 18). Cuocete 3/4 d’ora al forno. Questo budino è ottimo anche freddo e si può coprire di zabajone o di sciroppo. Eccellente riesce se lo stampo è preparato collo zucchero caramellato. Per far ciò metterete al fuoco in una padellina 4 cucchiai di zucchero pesto con un cucchiaino scarso di acqua, e lo farete arrossare senza rimestarlo scuotendo soltanto l'arnese a ciò si sciolga tutto. Quando ha preso un bel colore rosso lo verserete nello stampo unto (non infarinato) cercando di diffonderlo. Non occorre che tutto l’interno dello stampo ne sia coperto, la cosa s'aggiusta durante la cottura. Per 5 persone.


Chi si scusa s’accusa.


46. Budino di semolino tostato. — Tostate in una padella 170 gr. di zucchero e 170 gr. di semolino finissimo finché lo zucchero comincia a sciogliersi, versatevi 7 decilitri di latte e cuocete il composto. Quando è denso levatelo dal fuoco, unitevi mentr' è ancor caldo un pezzo di burro come mezz’uovo, che avrete lavorato [p. 140 modifica]a parte con 5 rossi d’uovo e 3 cucchiai di zucchero, da ultimo 5 chiare a neve. Cuccete il budino al forno in uno stampo unto e infarinato.

47. Budino di semolino coll'arancio. — Mettete al fuoco 6 decilitri di latte con una presina di sale, quando bolle versatevi 130 gr. di semolino e cuocetelo un poco continuando sempre a rimestare. Aggiungetevi poi 110 gr. di zucchero fino e non cessate di dimenare. Quando il semolino è cotto, cioè quando saranno trascorsi in tutto 12-15 minuti, versatelo in una terrina e mischiatevi lavorandolo sempre, 40 gr. di burro fresco, più la buccia gialla d’un arancio che avrete tritata finamente, poi un uovo intero e 4 rossi uno alla volta, da ultimo le 4 chiare a neve e, se volete renderlo un po’, migliore, una dozzina di amarettini grattati. Mettete il composto in uno stampo unto e spolverizzato di pangrattato e cuocetelo una trentina di minuti al forno.

48. Budino di riso. - Mettete al fuoco mezzo litro d’acqua, quando bolle versatevi 160 gr. di riso e un pizzico di sale. Appena riprende il bollore scolate l’acqua e sostituitevi mezzo litro abbondante di latte bollente, rallentando di molto il calore perchè il riso deve cuocere adagio circa 3/4 d’ora. Lo terrete coperto e spesso lo rimesterete unendovi da ultimo 5 cucchiai di zucchero fino e continuando a dimenare. Mettetelo poi in una terrina, mescolatevi un pezzetto di burro come mezz’ovo che avrete ridotto a fiocchetti, poi due ova intere e 3 tuorli, un po’ di vaniglina o la buccia gialla trita finissima di un limone e, se volete rendere il budino ancor migliore, una manata di pinoli e una dozzina di amarettini tritati.

Amalgamatevi finalmente 3 chiare a neve e cuocete il composto al forno in une stampo unto e spolverizzato di pangrattato fino. In 30 min. circa sarà cotto. Se volete fare un budino di lusso, appena sformato irroratelo di rhum, e accendetelo nel portarlo in tavola.


Chi non vuol perdere non giuochi.


49. Budino di limone colle mandorle. — Prendete un grossissimo limone sugoso o due limoncini, cuoceteli (ben ravvolti in un pezzetto di mussolina) nell'acqua, cambiando questa per meno due volte durante la cottura a ciò perdano l'amaro. Quando [p. 141 modifica]i limoni sono molli, pestateli in un mortaio levandone i semi. (Certi limoni esigono quasi tre ore di cottura). Lavorate 3 belle ova intere con 150 gr. di zucchero, finché il composto si presenti molto bianco e spumoso, cioè 3/4 d’ora circa, aggiungetevi la polpa di limone e dimenate un altro quarto d’ora, finalmente 150 gr. di mandorle mondate e finamente macinate e un cucchiaio di rosolio fino. Cuocete questo budino fino come il precedente, al forno. Potete anche dimenare i rossi soli collo zucchero e sbattere da ultimo le chiare a neve. Per 4 persone.

50. Torta di zucca barucca o marina. — Cuocete la zucca al forno sopprimendone i granelli e la parte filacciosa. Pesatene poi 500 gr. (polpa senza scorza) e passatela allo staccio a meno non vi riesca di schiacciarla in una scodella in modo che non vi restino bozzoli. Dimenate intanto in un’altra terrina 50 gr. di burro, unitevi poi uno alla volta 5 ova intere e 150 gr. di zucchero a cucchiai e, dopo aver lavorato a lungo il composto, mescolatevi 50 gr. di pangrattato, la zucca, la scorza d’un limone trita finamente, anche un po’ di sugo di questo frutto se il sapore vi piacesse. Cuocete la torta 3/4 d’ora a forno moderato. Essa si fa ancor migliore se vi si aggiunge una manatina di mandorle grattate. Ottima riesce se cotta tra due sfoglie di pasta frolla.

NB. La riuscita delle torte dipende dalla maniera con cui si lavorano i rossi collo zucchero e col burro, cioè con mano leggera, sempre dalla stessa parte per una durata di tempo sufficiente (3/4 d’ora o un’ora), dalla densità degli albumi sbattuti a neve, dall'esperienza del forno o del calore in genere.

51. Torta di patate. — Lessate buone patate farinose levando via l’acqua alla fine della cottura acciò asciughino bene.

Mondatele, passatele allo staccio o schiacciatele colle mani entro un tovagliolo a ciò non vi restino bozzoli, e pesatene mezzo chilogr. Lavorate pare 4 rossi d’evo con 250 gr. di zucchero, trascorsi 20 minuti aggiungetevi la raschiatura d’un limone dimenando sempre, poi le patate, e rimestate in tutto un’ora il composto, sempre da una parte. Amalgamatevi da ultimo le 4 chiare sbattute a densa neve e cuocete la torta al forno o tra la brace in una tortiera unta col burro e spolverizzata di pangrattato. Se vi unirete una manatella di mandorle grattate, tra le quali tre o quattro d’amare, la torta si farà ancor migliore. Tempo della cottura un’ora circa. [p. 142 modifica]

Pazienza vince scienza.


52. Torta di castagne. — Mondate delle castagne crude (560 gr. circa), cuocetele nell'acqua finché si possa levar loro la buccia interna, finite di lessarle con un po’ di latte, rimestandole spesso, schiacciatele e passatele allo staccio. Lavorate intanto 280 gr. di zucchero con 5 rossi d 7 uovo finché il composto si sia fatto spumoso e biancastro, unitevi 280 gr. di polpa di castagne, un bicchierino di rhum o meglio di rosolio di vaniglia, dimenandolo sempre, quindi con mano leggera le chiare a densa neve. Cuocete la torta 3/4 d'ora circa a forno non troppo caldo in una tortiera bassa unta e infarinata e, prima di metterla in tavola, spolverizzatela di cioccolata.

Oppure. Pesate 560 gr. di castagne colla scorza, preparatele come indica la precedente ricetta, unitevi 280 gr. di zucchero, 2 rossi d' ovo, un panetto di cioccolata grattata, un bicchierino di rosolio, 2 chiare a neve e cuocete come sopra.

53. Torta di noci col lievito di soda. — Pestate finamente colla mezzaluna 815 gr. di noci; lavorate 6 rossi d’ovo con 315 gr. di zucchero aggiungendovi di quando in quando qualche goccia di latte; unite poi a questo composto le noci, 100 gr. abbondanti di pangrattato bagnato con un po’ di rhum o di rosolio versando sempre nel composto qualche cucchiaio di latte finché ne avrete consumato circa un bicchiere. Mescolatevi da ultimo 20 gr. di lievito di soda, cioè l’intero contenuto d' una cartina, e cuocete la torta a forno ardito.


Chi è nelle pene Iddio sostiene.


54. Torta di mandorle. — Grattate 400 gr. di mandorle colla buccia, unitevi 420 gr. di zucchero pestato, poi 6 albumi montati a densa neve, oppure 3 ova intere, ungete una tortiera col burro, foderatela con una cialda (si comperano dai pasticceri), versatevi il composto e cuocetelo molto adagio. A questa torta darete un sapore a piacere vostro, sia colla scorza e con un po’ di sugo di limone, sia con due pizzichi di cannella in polvere.


Chi si lamenta non può guarire.


55. Torta di pane. — Lavorate 6 cucchiai di zucchero fino con 6 rossi d' uovo, unitevi a poco a poco, sempre dimenando, 6 cucchiai di pangrattato finissimo, poi i 6 albumi a neve. Cuocete la [p. 143 modifica]torta a forno moderato in una tegghia unta col burro e spolverizzata di pangrattato. Potete darle l’odore di limone come alla precedente, oppure vi mescolerete un po’ di cannella, o di vaniglia, o di cioccolata grattata.

56. Torta di riso. — Cuocete 250 gr. di riso in un litro di latte bollente e lasciatelo freddare. Unitevi poi 3-4 rossi d’ovo che avrete dimenati con 4 cucchiai di zucchero fino e con la buccia gialla trita finissima d’un limone, da ultimo le chiare a neve, e cuocete il composto in una tegghia unta e spolverizzata di pangrattato. Forno caldo ma non troppo ardito. Potete aggiungere al riso una manata di nocciole e alcune mandorle amare grattate.

57. Torta di semolino. — Cuocete 500 gr. di semolino in un litro abbondante di latte, aggiungetevi mentre è ancor caldo un pezzetto di burro, come due noci, 150 gr. di zucchero e una presa di sale, e quand'è freddato 4 ova intere che avrete frullate a parte in un pentolino. Date a questa torta un odore di vaniglia, di limone o di cannella come meglio v’aggrada, e cuocetela come le precedenti.

58. Torta di ciliege. — Raschiate con la grattuggia la crosta di 5 pani (170 gr. circa), tagliatene poi la mollica a fette e cuocetela con mezzo litro di latte e colla buccia gialla trita finamente di mezzo limone. Dimenate a parte un pezzetto di burro come due noci, unitevi, sempre dimenando, 4 rossi d’uovo e 4 cucchiai di zucchero, poi 4 chiare a neve e 500-700 gr. di ciliege nere sugose, senza gambo e bene lavate. Cuocete la torta a forno moderato m una tegghia o tortiera preparata a norma delle ricette precedenti.

59. Torta di lievito di soda col burro. — Lavorate 80 gr. di burro in una terrina, unitevi 4 rossi d’uovo e 250 gr. di zucchero insieme alla scorza gialla, tritata finamente, di un limone, dimenate a lungo il composto, aggiungendovi poi 500 gr. di farina alternativamente con un po’ di latte finche ne avrete consumato un bicchiere, amalgamatevi da ultimo 30 gr. di lievito di soda (una cartina e mezza), poi le 4 chiare a densa neve e un cucchiaio di rhum. Cuocete la torta in una tegghia o tortiera unta e infarinata. Cottura 3/4 d’ora circa a forno caldo. [p. 144 modifica]

60. Torta di lievito di soda senza burro. — Lavorate due rossi e 4 ova intere con 250 gr. di zucchero e la scorza gialla trita finissima di un limone, unitevi poi 125 gr. di farina fina di frumento e 125 gr. di fecola di patate alternativamente con 6 cucchiai di latte crudo, sempre dimenando, più una cartina di lievito di soda. Cuocete il composto 3/4 d’ora a forno caldo, però non troppo ardito, in una grande tortiera unta e infarinata. Le ova devono essere lavorate lungamente collo zucchero.

61. Torta di lievito di soda col sapore di caffè e di cioccolata. — Lavorate in una scodella 75 gr. di burro, aggiungetevi, uno alla volta, 3 ova intere alternativamente con 250 gr. di zucchero finissimo, due panetti di cioccolata grattata, un cucchiaino di polvere di caffè. Unitevi quindi, a poco a poco, un cucchiaio di farina e uno di latte finché avrete consumato 270 gr. dell’una e un quartuccio e mezzo dell’altro, amalgamandovi da ultimo 22 gr. di cremor di tartaro e 8 gr. di bicarbonato di soda (si comperano in farmacia), versate subito il composto in una tortiera unta e infarinata e cuocetelo a forno ardito.

62. Torta di farina nera di grano saraceno. — Lavorate un’ora 200 gr. di zucchero con 5 rossi d’uovo, aggiungete 60 gr. di mandorle pestate colla buccia, 60 gr. di farina nera fina, poi le 5 chiare a neve. Cottura lenta in tortiera come sopra. Si può rendere questa torta ancor migliore con l’aggiunta di un po’ di cannella, di garofani e di fettine di candito di cedro.

Chi mangia la torta del comune la paga in piazza.


63. Torta di papparelle alla veronese. — Fate della pasta da tagliatelle (vedi pag. 27) con un paio di cucchiai d’acqua per sciogliere il sale, 3 ova intere e la farina che assorbono. Badate che riesca soda e ben lavorata e tiratene una sfoglia finissima. Quando è un po’ asciugata, tagliatela a filetti sottilissimi come i capellini e spargete questi sopra una tovaglia. Preparate intanto 120 gr. di mandorle dolci e 60 gr. di mandorle amare, sbucciatele coll'acqua bollente e tritatele con gran cura; preparate pure 180 gr. di zucchero in polvere, 120 gr. di burro, due bicchierini di buon rosolio e la scorza gialla d’un limone grattata minutamente.

Ungete e infarinate la tortiera e spargetevi leggermente uno [p. 145 modifica]strato di papparelle, poi uno strato di mandorle e uno di zucchero e di burro a fiocchetti, quindi ripetete l’operazione badando che l’ultimo strato sia di pasta. Le mandorle, lo zucchero e il burro vanno sempre spruzzati col rosolio, tanto da consumarne la metà, il secondo bicchierino si versa sulla torta quando essa è cotta. Il calore dev’essere moderato, oltre a ciò il composto si copre con una carta.

64. Torta di fregolotti (bozzoletti) alla trentina. — Mettete sulla spianatoia 500 gr. di farina, 400 gr. di burro, 300 gr. di zucchero, 300 gr. di mandorle mondate e tritate. Fate passare quest’ingredienti fra le mani, riducendoli in tante briciole regolari, e spruzzandovi un buon cucchiaio d’acquavite. Ungete e infarinate la tortiera e lasciatevi piovere leggermente i bozzoletti. Cuocete poi la torta a forno caldo.

65. Torta di pan di Spagna. — Per questa torta occorre che la farina come lo zucchero siano molto asciutti. Per ogni uovo calcolerete 28 gr. di zucchero e altrettanta farina. Lavorate i rossi collo zucchero finché diventino spumosi e finché appaiano triplicati di volume (per far ciò occorre il fuscello di vimini o il battichiare), aggiungetevi allora le chiare sbattute a densissima neve e, lavorando sempre con mano leggera, la farina, che farete piovere adagio nel composto. Se non avete una tortiera a disposizione ungete di burro crudo una cazzarola o una tegghia larga, spolverizzatela di pangrattato finissimo e cuocete vi il pan di Spagna a forno moderato. Con 6 ova vi procurerete una bella torta. Se vi pare, potete aggiungervi un po’ di buccia gialla di limone trita finamente. Se volete agevolare la riuscita della torta unitevi, prima di cuocerla, mezza cartina di lievito di soda.

66. Torta di lievito di birra colla marmellata. — Sciogliete 40 gr. di lievito di birra molto fresco in una pentola grande con un po’ di latte crudo, unitevi 3 cucchiai colmi di farina fina e il latte crudo e intiepidito che necessita per farne, sbattendo bene, una pappina di media consistenza. Collocate la pentola, che terrete ben coperta e difesa dall’aria, in un luogo caldo, cioè in vicinanza della stufa o del fornello. In capo a 30-40 m. il composto fermentando (se il lievito è fresco) si sarà quasi triplicato di volume. (Badate che se dal fondo della pentola penetrasse un calore troppo [p. 146 modifica]forte nel fermento esso si guasterebbe). Mettete intanto sulla spianatoia 300 gr. di farina e 150-180 gr. di burro, 5 cucchiai di zucchero e 3 rossi d’ovo, la raschiatura di un limone e due pizzichi di sale. Quando il lievito è pronto, aggiungetelo ai suddetti ingredienti, e amalgamate ogni cosa con un pochino di latte crudo maneggiando con diligenza il pastone. Staccatene l’ottava parte circa per formare i rotolini, e componete col rimanente un disco della dimensione della tortiera o della tegghia stagnata di cui disponete e che avrete unta e infarinata. Collocate il disco sul fondo della tegghia, poi, colla pasta lasciata da parte preparate dei bachini, uno dei quali assai lungo per disporlo giro giro sul rotondo. Spalmate il vano interno con buona marmellata o con uno dei seguenti ripieni, poi disponetevi sopra i bachini rimasti, in forma di gratella. Collocate la tortiera in luogo caldo a ciò il composto possa nuovamente lievitare e, quand’è raddoppiato di volume, cuocete la torta a forno caldo. Essa sarà pronta in un’ora circa e si potrà gustare tanto calda come fredda. Sformata che sia (s’intende che la gratella deve sempre restare dalla parte di sopra, condizione per cui si presta la tortiera a cerniera) la spolverizzerete di zucchero.

Ripieno di noci. Noci grattate miste con zucchero e chiare d’ovo tanto da farne una pappina un po’ soda oppure con miele riscaldato.

Ripieno di papaveri. Semi di papavero schiacciati nel macinino del caffè, misti con sciroppo di zucchero, con cannella e garofani.

67. Torta di lievito di birra colla cioccolata. — Fate fermentare, come indica la precedente ricetta, 20 gr. di buon lievito di birra con due cucchiai di farina e poco latte crudo. Lavorate intanto in una catinella 60 gr. di burro, unitevi poi 3 cucchiai di zucchero, due ova, un po’ di vaniglina, il lievito, quando è quasi triplicato di volume, 280 gr. di farina e il latte crudo e tiepido che occorre per formare un pastone di media consistenza, che sbatterete (questo composto non va tramenato) con forza contro l’orlo della terrina con una spatola di legno finché si stacca dalla stessa. Mettetelo allora sulla spianatoia infarinata, appianatelo dolcemente colle mani, tagliatelo a pezzetti quadrati, spalmate questi col seguente ripieno, rotolateli in forma di salsiccette e collocateli in una cazzarola unta e infarinata per farli nuovamente lievitare in luogo caldo. [p. 147 modifica]Quando la torta si mostra leggera e tremolante collocatela a forno abbastanza ardito. Cottura 3/4 d’ora circa.

Ripieno: Cuocete 150 gr. di zucchero con due decilitri d’acqua, unitevi 140 gr. di cioccolata e formate una pappina non troppo densa. Mescolatevi poi una manatella di pinoli interi.


Serva tornata non fu mai buona.


68. Cugluf “Kugelhupf„ di lievito di birra. — Fate fermentare 40 gr. di buon lievito di birra con un po’ di latte crudo e intiepidito e 3 cucchiai di farina come indica la ricetta N.° 66, rimestate in una terrina 80-100 gr. di burro, aggiungendovi poi 4 ova intere, uno alla volta alternativamente con 5-6 cucchiai di zucchero, la scorza gialla trita finamente di mezzo limone, poi il lievito fermentato insieme ad altri 300 gr. di farina, a un po’ di sale e a quella quantità di latte tiepido e crudo che può occorrere per farne una pasta molle anzi che no. Lavoratela fortemente nella terrina che, stando a sedere, terrete sulle ginocchia, e invece di dimenarla come si fa coi composti delle torte, continuate a sbatterla e ad attrarla a piccole porzioni col cucchiaio o colla spatola di legno verso di voi sulle pareti del recipiente. Quand’essa si stacca dal cucchiaio e lo lascia pulito, e fa anche delle grosse bolle, aggiungetevi una manatina d’uva sultana e una manatina di pinoli ben puliti (l’uva sultana si mescola con un po’ di farina e si mette in uno staccio donde la farina passa coi gambi; i pinoli si soffregano entro un tovagliolo) e versatelo nello stampo da cugluf che ha in genere la forma di turbante e, in mancanza di esso, in qualunque altro stampo col cilindro in mezzo e che avrete, s’intende, debitamente unto e infarinato. Collocatelo in luogo caldo dove possa fermentare e, quand'è raddoppiato di volume, cuocete il cugluf al torno a discreto calore. In un’ora sarà pronto. Sformatelo e spolverizzatelo di zucchero a velo.

Ai pinoli si possono sostituire le mandorle e le nocciole, anche le noci.

Qualche fettolina di candito di cedro rende il dolce più fino.


Onestà e gentilezza sopravanza ogni bellezza.


69. Cugluf di lievito di soda. — Dimenate in una terrina 100 gr. di burro, unitevi uno alla volta 4 ova intere, alternativamente con 120 gr. di zucchero a cucchiai, poi 300 gr. di farina e [p. 148 modifica]un piccolo bicchiere di latte crudo, pure alternando, due cucchiai di rhum e quell’odore (limone o vaniglia) che preferite, da ultimo una cartina (20 gr.) di lievito di soda. Ben lavorato che sia il composto, versatelo in uno stampo eguale a quello indicato nella precedente ricetta che avrete unto e infarinato, e cuocetelo un ora a forno caldo.

Altre dosi: Farina 500 gr., burro 100 gr., zucchero 250 gr., 4 rossi d’ovo, 4 chiare a neve (queste si mettono da ultimo), la buccia d’un limone tritata finamente, 80 gr. di lievito di soda (una cartina e mezza).

Colle spezie: Come la prima ricetta aggiungendo al composto 8 cucchiaini di cannella e uno e mezzo di garofani in polvere, più l’odore di limone.

Colle frutta. Potete aggiungere a questo biscotto un po’ di sultanina, o di mandorle mondate e dimezzate, o di noci o nocciole pestate grossolanamente; qualche fettina di candito di cedro lo rende migliore assai.

Non tutte le ciambelle riescono col buco.


70. Ciambella di lievito di soda. — Amalgamate sulla spianatoia 500 gr. di farina che avrete passata tre volte allo staccio col contempo di una cartina, cioè con 20 gr. di lievito di soda, 2 ova intere, la buccia gialla d’un limone trita finissima, 40 gr. di burro e 180 gr. di zucchero, più mezzo bicchiere di latte formando un pastone di media consistenza; riducete poi questo pastone in forma di palla, praticatevi un buco nel mezzo colle mani infarinate allargandolo a guisa d’anello, collocate la ciambella sulla piastra unta e infarinata e, dopo averla lasciata riposare due ore, bagnatela coll'albume sbattuto, cospargetela di granelli di zucchero (queste ultime operazioni non sono necessarie) e cuocetela un’ora a forno caldo ma non troppo ardito. Essa deve prendere un bel colore rosso chiaro. Per mantenere alla ciambella, la forma d’anello mettetevi io mezzo da bel principio una scodelletta.

71. Ciambella di lievito di birra. — Fate fermentare 25 gr. di lievito di birra con 4 cucchiai di farina e con un po’ di latte crudo come indica la ricetta N.° 66. Sciogliete intanto 50 gr. di burro in 1/6 di litro di latte tiepido ma crudo, sbattetevi due ova intere e con questo liquido impastate il fermento che dev'essere triplicato di [p. 149 modifica]volume, 300 gr. di farina, 70 gr. di zucchero e un po’ di raschiatura di limone. Maneggiate ogni cosa con forza sulla spianatoia formando un pastone elastico e lavorandolo finché si stacca dalle mani. Riducetelo in forma d'anello come insegna la precedente ricetta, fatelo lievitare sulla piastra unta e infarinata che terrete in luogo caldo, per esempio in vicinanza del fornello. Quand'è raddoppiato di volume bagnatelo mediante una penna col latte tepido e cuocetelo a forno ardito. Si può allestire anche tra la brace in una tegghia.

72. Pane di latte col lievito di soda. — Amalgamate sulla spianatoia 750 gr. di farina fina, 60 gr. di burro, 200 gr. di zucchero, un cucchiaio d’anici lavati, 22 gr. di cremor di tartaro e 8 gr. di carbonato di soda. (Queste polveri sarebbe bene mescolarle e passarle due o tre volte allo staccio insieme alla farina). Formate un pastone ben lavorato, intridendolo con quella quantità di latte che può occorrere per ottenere una certa morbidezza, cioè con un bicchiere circa. Riducete il composto come un lungo salsiccione cilindrico e disponetelo sulla piastra del forno un po’ unta e infarinata. Lasciatelo riposare un paio d’ore e poi cuocetelo a calore vivo nel forno. Cottura 3/4 d'ora circa.


Pane e feste tengon il popol quieto.


73. Pane di latte col lievito di birra. Procuratevi 40 gr. di buon lievito di birra fresco, mettetelo in una pentola e scioglietelo con un paio di cucchiai di latte crudo. Aggiungetevi 6 cucchiai di farina e dell’altro latte crudo, ma lievemente intiepidito, quanto basti per formare una pappina di media consistenza. Collocate la pentola in un luogo caldo, p. e. accanto al fornello ma non tanto che il lievito possa scottarsi dalla parte di sotto e perciò andare a male, e quando è quasi triplicato di volume per azione del calore, portatelo sulla spianatoia dove avrete disposto 50 gr. di farina intiepidita, 100 gr. di zucchero e 60-80 gr. di burro, amalgamatelo col resto unendovi quella quantità di latte tiepido ma crudo che vi occorrerà per formarne un pastone compatto. Non dimenticate 2-3 buoni pizzichi di sale e, se vi piacessero, un cucchiaio d’anici ben puliti entro un tovagliolo o lavati. Lavorate con forza il pastone finché non s’attacca più nè alle dita ne alla spianatoia, sbattendolo con forza e riducendolo quindi alla torma di un lungo pane cilindrico che disporrete sulla piastra del forno unta [p. 150 modifica]e infarinata per lasciacelo di nuovo fermentare in luogo caldo. Quando è gonfio e tremolante e si e bene alzato senza troppo diffondersi dalle parti, indizio di buona manipolazione, passatevi sopra una penna intinta nel latte caldo e cuocetelo un’ora a forno allegro.


Meglio onore che boccone.


74. Pane dolce di lievito di birra senza latte. — Fate il fermento come insegna la ricetta N.° 66 con 60 gr. di lievito, 3 cucchiai di farina e poc'acqua. Quando è pronto aggiungetevi 750 gr. di farina, il sale necessario e mezzo litro scarso d’acqua, e sbattete bene il composto in una terrina che poi coprirete e collocherete in un armadio. Tutto questo alla sera. La mattina seguente preparate sulla spianatoia 250 gr. di farina, versatevi il lievito che troverete molto bene fermentato, unitevi due ova, 4 cucchiai di zucchero, un pezzetto di burro come mezz’uovo, un cucchiaio d anici, se li gradite, o un po’ di vaniglia. Lavorate mezz’ora il pastone colle mani stracciandolo e ricomponendolo, battendolo col matterello e col pugno. Riducetelo quindi come un lungo salsiccione, collocatelo sulla lamiera unta e infarinata, lasciatelo bene lievitare, bagnatelo con albume e cuocetelo a forno caldo un'ora circa.

75. Pane dolce di patate col lievito di birra. — Fate un fermento come quello indicato nella ricetta N.° 66 con 60 gì. di lievito, un po’ di latte crudo e 4 cucchiai di farina. Lavorate in una scodella due ova intere con un pezzo di burro come mezz ovo, che avrete prima ben rimestato da solo, unitevi 60- 70 gr. di zucchero, il lievito fermentato, 500 gr. di patate cotte tra la cenere e passate calde allo staccio, e un chilogr. di farina col latte che occorre (3/8 circa) per farne un pastone di media consistenza, che poi finirete di preparare e di cuocere come il pane di latte (ricetta N.° 73).

Oppure. Mettete in una catinella un litro di farina (misurata con un bicchiere), sciogliete 60 gr. di lievito di birra nel latte crudo (un quartuccio circa) e intridete con questo latte la farina riducendo il composto come una pappina. (Se la farina fosse molto assorbente aumentate la dose del latte). Fate fermentare la pappina a tiepido calore e, quando il suo volume si è abbondantemente raddoppiato, aggiungetevi 70 gr. di burro che avrete lavorato prima solo poi [p. 151 modifica]con due ova e con 80 gr. di zucchero, più un chilogr. di patate lesse e passate calde allo staccio. Sbattete e amalgamate il pastone nella catinella, gettatelo quindi sulla spianatoia, lavoratelo lungamente colle mani, come il pane, aggiungendo farina ove ciò occorresse, formate un lungo panettone, fatelo lievitare come il precedente sulla lamiera unta e infarinata e cuocetelo a forno caldo. Potete unire alla pasta, se vi piace, un cucchiaio di anici di Puglia.


Chi non ha Dio gliene dà.


76. Focaccia. — Fate un fermento come i precedenti con 60 gr. di lievito di birra, circa 1/8 di litro di latte crudo intiepidito e 250 gr. di farina. Quand’è triplicato di volume lievitando (vedi ricetta N.° 66), versatelo nella farina rimanente (750 gr.) che avrete intiepidita e collocata sulla spianatoia in forma di fontana, con entro 4 ova intere (dalle quali avrete sottratto un cucchiaino di rosso, per indorare), 100 gr. di zucchero, 60 gr. di burro tagliato a fettoline, un cucchiaio di sale e un altro quartuccio circa di latte crudo e tepido. Amalgamate ogni cosa con destrezza, senza che il liquido vi sfugga, e lavorate 30-40 m. il pastone maneggiandolo e sbattendolo con forza in tutti i sensi. Esso deve riescire piuttosto duro che no. Dividetelo quindi in due parti, una grande, l’altra piccina, riducendole in forma di palle, e fate lievitare queste due palle diverse sulla lamiera unta e infarinata. Quando sono raddoppiate abbondantemente di volume, sovrapponete la palla piccola alla grande, lavorando con destrezza a ciò non si ammacchino. Indoratele poi col rosso d’ovo messo da parte e diluito con un po’ di latte, e cuocete la focaccia per un 40 minuti a forno caldo, senza aprirlo.


Ride bene chi ride l’ultimo.


77. Genovesi per i bambini. — Fate fermentare 40 gr. di lievito di birra con 270 gr. di farina e un bicchiere di latte tiepido ma non bollito e ciò dopo aver sbattuto a lungo il composto.

Amalgamate intanto sulla spianatoia 350 gr. di farina con 90 gr. di burro e 90 gr. di zucchero, unitevi il lievito fermentato e formate una bella pasta morbida, elastica, ma piuttosto consistente, unendovi un pizzico di sale e, se occorresse, un altro pochino di latte crudo. Stendetela quindi della grossezza di un centimetro abbondante e mediante un tagliapasta ovale, che abbia circa un [p. 152 modifica]diametro di 9 cent. per 7 cent., tagliatela in tante formette che lascerete ben lievitare sulla lamiera unta e infarinata. Cuocetele a forno abbastanza caldo, il giorno seguente tagliatele in due parti per traverso con un coltello affilato e fatele biscottare.

Questi genovesi sono indicati per fare la pappa dei bambini con un po’ di latte caldo.

78. Pane di frutta (Zelten) col lievito di soda. — Sciogliete 100 gr. di burro in 1/6 di litro d’acqua bollente. Lavorate diligentemente 4 ova con 4 cucchiai colmi di zucchero pestato fino, aggiungetevi 560 gr. di farina intrisa coll’acqua suddetta e, quando il composto è ben dimenato e freddo, amalgamatevi 22 gr. di cremor di tartaro e 8 gr. di bicarbonato di soda, che avrete comperati in farmacia, 50 gr. di sultanina ben pulita, 50 gr. di pinoli, 50 gr. di mandorle intere mondate nell’acqua bollente, 50 gr. di noci a spicchi, 50 gr. d’arancetti triti, 50 gr. di candito di cedro, 70 gr. di fichi secchi, questi due ultimi ingredienti tagliati a fettoline, versandovi ancora un po’ d’acqua, se occorresse. Stendete il pastone molto basso in una larga tegghia unta e infarinata e cuocetelo subito a forno caldo 3/4 d’ora circa.


Se ti vuoi mantener sano
Caccia via il rispetto umano.


79. Pane di frutta (Zelten) col lievito di birra. — Preparate chilogr. 1 1/4 di farina, 160 gr. di burro, 160 gr. di zucchero, 60 gr. di lievito di birra, mezzo litro scarso di latte tiepido ma crudo, 160 gr. di noci ridotte a pezzetti, 160 gr. di fichi secchi tagliati a filetti fini, 160 gr. di mandorle mondate pure a filetti, 160 gr. di cedro confettato a fettoline, 160 gr. di uva sultana, un po’ di maraschino di Zara, due tuorli d’uovo, mezzo cucchiaio di sale, la scorza trita finamente di due aranci, alcune mandorle mondate e intere.

Sciogliete il lievito con la terza parte della farina e col latte necessario e lasciatelo fermentare: quando il composto è abbondantemente raddoppiato di volume, unitevi un altro terzo di farina e un po’ di latte e riponetelo in luogo caldo. Quando la pasta è lievitata per la seconda volta, amalgamatevi i tuorli d’uovo che avrete uniti al burro, lavorato prima solo poi collo zucchero, più il latte rimanente, il sale e un altro po’ di farina (non tutta) e fate [p. 153 modifica]fermentare per la terza volta. Versate finalmente il composto sulla spianatoia dove avrete disposto la farina che vi rimane, la scorza d’arancio e le frutta in disparte (queste le avrete messe un’ora in fusione nel maraschino), fate un impasto più sodino, unitevi tutti gl’ingredienti, stendete il pastone dell’altezza di un centimetro scarso, e servendovi d’uno stampo di carta, ritagliatelo in forma di grandi pani eguali a foggia di mandorla (queste dosi vi daranno 3 pani), guerniteli sopra con le mandorle mondate e dimezzate e fateli lievitare per la quarta volta sulle lamiere unte e infarinate. Quando i pani sono sollevati e morbidi, dorateli col tuorlo d’uovo sbattuto e cuoceteli a forno ardito un’ora e più.

NB. Il composto si deve sbattere bene ad ogni impasto finché si stacca dalla spatola e maneggiare poi con forza sul tagliere, lacerandolo, riunendolo e bastonandolo bene prima d 1 introdurvi le frutta che non vanno sciupate.


Il padre è l’ospite migliore alla tavola domestica.


80. Pane semplice colle frutta. — Questo non si potrebbe chiamare un dolce, perchè non c’entra zucchero, ma lo raddolciscono tuttavia i fichi e l’uva sultanina. Preparate pasta di pane come dice la ricetta N.° 1 pag. 1. La mattina, nel rimaneggiare il composto, unitevi 250 gr. di noci a spicchi, 250 gr. di uva sultana e 250 gr. di fichi tagliati a fettoline. Formate quindi i pani, lasciateli lievitare e cuoceteli a norma della stessa ricetta. Essi si prestano anche molto per le escursioni alpine. I ragazzi ne sono ghiotti.

81. Ravioli o “fiadoni„. — Impastate sulla spianatoia 400 gr. di farina, 200 gr. di burro, 100 gr. di zucchero, la scorza trita finamente d’un limone, una cartina scarsa di lievito di soda (15-18 gr.) col latte che necessita per farne un composto morbido ma non troppo maneggiato. Tirate una sfoglia di media grossezza, tagliatela a quadratini della dimensione di 9 cent, su ogni lato, collocate su ciascuno di questi quadratini un cucchiaio di ripieno e ripiegate la sfoglia a triangolo facendo bene aderire gli orli. Dorate i fiadoni coll’ovo sbattuto, cospargeteli di zucchero a granelli e cuoceteli a forno caldo sulla lamiera unta e infarinata.

Ripieno: Tre manatelle di mandorle, di nocciole o di noci pestate fine, miste di pangrattato e legate con un po’ di miele caldo. Spezie, cioè cannella e garofani, a piacere. [p. 154 modifica]

Chi più mangia meno mangia.


82. Ciambellette di lievito di soda. — Amalgamate sulla spianatoia 450 gr. di farina fina, due ova (dalle quali avrete sottratto per metterlo da parte un pochino d’albume), 35 gr. di burro, 180 gr. di zucchero, la scorza gialla d’un limone trita finissimamente, mezzo bicchiere di latte crudo e una cartina di lievito di soda. Questo, fareste bene a passarlo da bel principio tre volte allo staccio colla farina. Tirate una sfoglia dell’altezza di mezzo centimetro circa, tagliatela a rotondini con un bicchiere grande o con una scodellerà, poi ad anelli forandoli nel mezzo con un bicchiere più piccolo. Rimpastate i dischetti che vi restano e gli avanzi e ripetete l’operazione. Bagnate coll'albume messo da parte (servendovi d’una penna) i pasticcetti, cospargeteli di granellini di zucchero (questi si ottengono schiacciando lo zucchero con una bottiglia liscia che s’adopera a guisa di matterello) e cuoceteli a forno caldo.

Queste ciambellette sono ottime da gustarsi col vino, e si conservano a lungo.

83. Mostazzini (Basini forti). — Mettete sulla spianatoia 300 gr. di farina fina, 300 gr. di zucchero pesto finissimo, 12 gr. di cannella e 9 gr. di garofani in polvere, se v’aggrada anche un pizzico di noce moscata, più un cucchiaino di carbonato d’ammoniaca fortissimo pesto assai fino. Impastate quest’ingredienti con due albumi d’ovo e con un po’ d’acqua, oppure con acqua e con un po’ di vino bianco, senza gli albumi, stendete il pastone sulla spianatoia infarinata spianandolo all’altezza di mezzo cent, scarso, poi tagliatelo con un bicchiere in tanti tondini. I ritagli si rimpastano e si ripete l’operazione. Collocate i mostazzini a qualche distanza uno dall’altro sulla lamiera unta e infarinata, bagnateli con acqua pura o con albume, cospargeteli di granelli di zucchero e cuoceteli a forno moderato. Essi devono restar grigi, senza prendere colore di sorta; bisogna quindi sfornarli prima che siano duri.

84. Amaretti. — Dimenate 3/4 d’ora 560 gr. di zucchero con 3 albumi naturali, unitevi 280 gr. di mandorle dolci e 280 gr. di mandorle amare mondate e grattate. Cuocete il composto sulla lamiera coperta da una carta unta, disponendovelo in forma di [p. 155 modifica]pallottole che poi s'allargano. Il calore del forno dev'essere moderato e durante i primi 12 m. di cottura non si può aprire lo sportello. Badate che le mandorle e lo zucchero siano perfettamente asciutti e che nell'albume non si veda traccia alcuna del tuorlo. Queste sono condizioni indispensabili per la buona riescita degli amaretti.


Chi fa bene fa presto.


85. Amaretti di mandorle di pesca. — Sbattete due albumi a neve assai densa, incorporatevi un pochino di zucchero, poi un bicchiere ordinario di mandorle di pesca macinate, in fine il rimanente dello zucchero, la cui quantità si regola secondo la grandezza degli albumi. Se sono molto grandi ne occorrono 500 gr. Il composto dev’essere denso, altrimenti si dilata troppo sulla lamiera, la quale va unta e infarinata prima di disporvelo in forma di pallottole.

Chi ha la sanità è ricco e non lo sa.


86. Dolcetti di cioccolata. — Lavorate a lungo 40-50 m. 3 albumi naturali con 315 gr. di zucchero, aggiungendovi a poco a poco 100 gr. di cioccolata grattuggiata. Dopo avere cosparso la spianatoia di farina e di zucchero, stendetevi il composto col matterello infarinato, dell'altezza di mezzo dito, tagliatelo a rotondini con un cerchiello di latta, e cuocete questi a forno moderato sulla lamiera unta e infarinata. Questi pasticcini devono gonfiarsi molto.

87. Pastine di pasta zuccherina. — Impastate in fretta (altrimenti il composto si brucia, cioè non resta compatto) farina, burro e zucchero in queste proporzioni: il burro deve avere il doppio peso dello zucchero e la farina il doppio peso del burro. Aggiungete un pizzico di sale e legate gl'ingredienti con un po’ di vino bianco. Oppure prendete egual peso di zucchero e di burro e il doppio di farina e sostituite al vino bianco il sugo di limone aggiungendovene anche la scorza trita. Stendete (sempre sulla spianatoia) una sfoglia della grossezza d'una moneta da 5 lire o poco più, e tagliatela poi a rotondini con un bicchiere. Dorate le pastine con un po’ d'ovo sbattuto, dopo averle collocate in una tegghia o sulla lamiera infarinata per cuocerle a calore abbastanza vivo, sia tra la brace, sia al forno. Potete anche cospargerle di noci, o di mandorle grattate, o di granelli di zucchero.

Lo zucchero per la pasta deve essere fino, non finissimo. [p. 156 modifica]

88. Pastine di pasta frolla. — Calcolate metà peso di burro della farina (a Roma si prende un quarto di burro, un quarto di strutto fino e due quarti di farina) e per 400 gr. di farina e 200 gr. di grasso 4 rossi o due ova intere e un po' d' acqua, aggiungetevi il sale necessario, un po’ di scorza trita di limone, se vi piace anche un po’ di cannella. Intridete e impastate in fretta ogni cosa sulla spianatoia, procedete quindi come nella precedente ricetta senza omettere i granelli di zucchero che sono indispensabili, mancando questo elemento nel pastone.

Prima di stendere la sfoglia potete lasciarlo riposare ben coperto in luogo fresco.


Meglio un ovo oggi che una gallina domani.


89. Biscottini. — Pesate le ova e mettete sulla bilancia un egual peso di zucchero e altrettanta farina. Lavorate poi le ova collo zucchero e in seguito colla farina; quando il composto è omogeneo e liscio, unitevi quanto sta sulla punta di un coltello di carbonato d’ammoniaca in polvere (comperatela in farmacia, badate che sia forte, e non crucciatevi per l'odore che svanisce), versatelo subito in una tegghia o tortiera unta e infarinata, cuocetelo a forno caldo, ma non troppo ardito e, sformato che sia, tagliatelo a listarelle o a quadratini. Potete dare a questi biscottini l’odore di vaniglia o di spezie a piacimento, essi gradiscono anche gli anici di Puglia.

90. Zabaione. — Mettete in una padellina un rosso d’ovo con un cucchiaio di zucchero finissimo, aggiungetevi mezzo guscio d’ovo d’acqua e mezzo di vino bianco buono, sbattete a fuoco dolcissimo il composto con una forchetta, con un battichiare o col fuscello di vimini finché cresce di volume facendosi schiumoso. Bollire non deve mai, anzi alla prima bolla si ritira dal fuoco e si sbatte un pochino a freddo. Dosi per una persona. Si può aggiungervi da ultimo la chiara a neve, come si può adoperare l’ovo intero aumentandola quantità dello zucchero, ma se si tratta di qualche ammalato, i primo sistema è preferibile.

91. Una chicchera di crema per un bambino o per un vecchio. — Dimenate un rosso d’ovo nella padella, come sopra, con un cucchiaio colmo di zucchero e con un cucchiaino di farina fina, [p. 157 modifica]diluite il composto con un quartuccio di latte bollito e dimenatelo a fuoco dolce finché compare la prima bolla. Bollire non deve mai. Se v’aggrada aggiungete alla crema la chiara sbattuta a neve. Dategli anche l’odore del limone o della vaniglina. Volendo allestire una crema di cioccolata ne scioglierete prima mezzo panino nel latte che lascierete freddare.


A ferite atroci cure disperate.


92. Caramelle per la tosse. (Zucchero d’orzo). — Se avete dell’orzo non macinato, fatene bollire un pugno nell’acqua e prendete un bicchiere di quest’acqua, nel caso contrario servitevi d’acqua pura.

Mettete in una padella 300 gr. di zucchero tagliato a pezzi, versatevi sopra il bicchiere d’acqua e fatelo cuocere a lento fuoco pulendo, da principio, gli orli del recipiente con una penna bagnata. Guardatevi però dal rimestare lo sciroppo che si guasterebbe. Quand’esso ha preso cuocendo un bel color d’oro, cioè che il liquido n’è tutto svaporato, lasciatene cadere una goccia in un bicchiere pieno d’acqua. Se questa goccia diventa subito secca e scricchiolante, lo zucchero è cotto, se si mantiene molle conviene lasciarlo un altro pochino sul fuoco senza però ravvivarlo, ma badando anzi che rallenti.

Intanto avrete lasciato cadere una goccia d’olio sopra un pezzo di marmo liscio qualunque asciugandone poi bene la superficie con un pannolino. Su questo marmo verserete lo sciroppo bollente che si stenderà per subito indurire. Prima che ciò avvenga, tracciatevi sopra con un coltello caldo una rete di linee, cioè una specie di gratella. I segni rimarranno impressi nello zucchero che spezzerete poi, freddato che sia, in tante caramelle.