Il mio presentimento
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Questo testo fa parte della raccolta XIII. Da 'Psiche'
VII
IL MIO PRESENTIMENTO
A notar che ogni di batte piú lento
il core a me nel solitario petto,
e, piú che posa il mar del sentimento,
mi s’illumina il ciel dello intelletto;
a veder che piú viva ogni momento
m’arde la fantasia, tremo in sospetto
d’esser la face che al picchiar del vento
l’ultimo lampo suo manda piú schietto.
E ben esser potria che, pellegrino
da qui piú sempre, per fuggir di soli,
io fossi ad altri padiglion vicino,
piú palesi al pensier, quando si spezza
l’urna che il chiude. Ma, comunque voli
l’ora al quadrante, ni’è il cantar dolcezza.