Fanciullo e fanciullo
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Questo testo fa parte della raccolta XIII. Da 'Psiche'
VIII
FANCIULLO E FANCIULLO
Come per gioco d’incantati vetri
nel luminoso circolo una strana
vede passar succcssion di spetri
il parvolo, e di lá non s’allontana
sin che tutti i sembianti, ameni o tetri,
non sieri trascorsi; e alla parete vana
pur fisa il cupid’occhio, e par che impètri
riveder tuttavia l’opera arcana;
e, tornato col babbo o la nutrice,
pur sospirando, nelle chete soglie,
ai fratellini il suo pensier ridice;
cosi fa l’uom d’ogni beato errore,
fanciullo aneli’ei, che mal se ne distoglie,
e, in altrui raccontarlo, invecchia e muore.