LXXI. Del palagio del Gran Cane

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LXXI. Del palagio del Gran Cane
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LXXI (LXXXIV)

Del palagio del Gran Cane.

Sappiate veramente che ’l Gran Cane dimora nella mastra cittá, ch’è chiamata Comblau (Cambaluc), tre mesi dell’anno, cioè dicembre, gennaio e febbraio. E in questa cittá ha suo grande palagio: ed io vi diviserò com’egli è fatto. Lo palagio è di muro1 quadro, per ogni verso un miglio. E in su ciascuno canto di questo palagio è uno molto bel palagio, e quivi si tiene tutti gli arnesi del Gran Cane, cioè archi, turcassi e selle e freni,2 corde e tende, e tutto ciò che bisogna ad oste e a guerra. E ancora tra questi palagi hae quattro palagi in questo cercòvito: sí che in questo muro attorno attorno sono otto palagi, e tutti sono pieni d’arnesi, e in ciascuno ha pur d’una cosa3. E in questo muro, verso la faccia del mezzodí, hae cinque porte, e nel mezzo è una grandissima porta, che non s’apre mai nè chiude se non quando il Gran Cane [vi passa, cioè] entra e esce. E dal lato a questa porta ne sono due piccole, da ogni lato una, onde entra tutta l’altra gente. Dall’altro lato n’hae un’altra grande, perla quale entra comunemente tutta l’altra gente, [cioè ogni uomo]. E dentro a questo muro hae un altro muro: e attorno attorno hae otto palagi, come nel primaio, e cosí son fatti; ancora vi stae gli arnesi del Gran Cane. [p. 93 modifica] Nella faccia verso mezzodie hae cinque porti,4 nell’altra pure una. E in mezzo di questo muro èe il palagio del Gran Cane, ch ’è fatto com’io vi conterò. Egli è il maggiore che mai fu veduto; egli non v’ha palco, ma5 lo ispazzo èe alto piú che l’altra terra bene dieci palmi; la copritura è molto altissima. Le mura delle sale e delle camere sono tutte coperte d’oro e d’ariento;6 havvi iscolpite [belle istorie di donne], di cavalieri, e d’uccelli e di bestie e di molte altre belle cose; e la copritura èe altresí fatta che non vi si può vedere altro che oro e ariento7. La sala è sí lunga e sí larga, che bene vi mangiano seimila persone; e havvi tante camere8 ch’è una maraviglia a credere. La copritura di sopra [cioè di fuori], è vermiglia e bioda e verde e di tutti altri colori, ed è sí bene invernicata che luce come [oro o] cristallo, sí che molto dalla lunge si vede lucere lo palagio. La copritura è9 molto ferma. Tra l’uno muro e l’altro dentro a quello ch’io v’ho contato di sopra havvi begli prati e albori, e havvi molte maniere di bestie salvatiche: cioè cervi bianchi, cavriuoli e dani, le bestie che fanno il moscado, vai [e ermellini] e altre belle bestie. La terra dentro di questo giardino è tutta piena dentro di queste bestie, salvo la via donde gli uomeni entrano; e dalla parte verso il maestro hae uno lago molto grande, ove hae molte generazioni di pesci. E si vi dico che un gran fiume v’entra e esce, ed èe si ordinato che niuno pesce ne puote uscire: e havvi fatto mettere molte ingenerazioni di pesci in questo lago; e questo è con rete10 di ferro.

Anche vi dico che verso tramontana, da lungi dal palagio11 una arcata, ha fatto fare un monte, ch’è alto bene cento passi e gira bene un miglio; lo quale monte è pieno d’albori tutto quanto, che di niuno tempo perdono foglie, ma sempre son [p. 94 modifica]verdi. E sappiate che, quando è detto al Gran Cane d’uno bello albore, egli lo fa pigliare con tutte le barbe e con molta terra, e fallo piantare in quel monte: e sia grande quanto vuole, ch’egli lo fa portare a’ leonfanti. E si vi dico ch’egli ha fatto coprire tutto il monte della terra dello azzurro, ch’è tutta verde, sí che nel monte non ha cosa se non tutta verde: perciò si chiama lo «monte verde». E12 in sul colmo del monte è un palagio e molto grande, sí che a guatarlo è una grande maraviglia; e non è uomo che ’l guardi, che non ne prenda allegrezza; e per avere quella bella vista l’ha fatto fare il Gran Signore per suo conforto e sollazzo. Ancora vi dico che appresso di questo palagio n’hae un altro nè piú nè meno fatto, ove istá lo nipote del Gran Cane, che dee regnare dopo lui. E questi è Temur, figliuolo di Cinghis, ch’era lo maggiore figliuolo del Gran Cane; e questo Temur13 che dee regnare tiene tutta la maniera del suo avolo, e ha giá bolla d’oro e sugiello d’imperio, ma non fa l’uficio finchè l’avolo è vivo.

  1. Pad. Berl. ed è quadro, e per zascadun quadro el è longo uno meglio, si ch’el volze quatro miglia. Ed è molto groso muro e alto diexe passa; e li merli sono tuti bianchi (Pal. e tuto scialbato de fuori bianco e vermiglio).
  2. Pad. corde de archi.
  3. Pad. * sí che in quello che è archi non è altro, e in quello che l’è sele...
  4. Pad. (in) zascadun altro lado.
  5. Pad. lo padimento.
  6. Berl. sono depento lioni e dragoni, oseli, bestie e cavalieri e...
  7. Pad. * e penture.
  8. Berl. * si ben fate ch’el non saria mai omo che le podesse si ben
  9. Pad. * e quando el vuol de quel pesse, si n’á a soa volontá.
  10. Pad. Berl. de fero e de rame, si ch’el pesse non puoi ordenare.
  11. Berl. tanto ben fato ch’el durerá (molti) ani.
  12. Pal. Pad. in mezo loco del monte si è uno palazzo grande e bello e tutto verde...
  13. Pad. perchè el diè esser re dapoi Cublai, .... à bolle e suzeli imperial...., ma non si complidamente.