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126 | trattato della pittura |
ariento grosso battuto: taglialo minutissimo, e colle dette mollette va’ campeggiando a modo che campeggi i tuoi gusci pesti, dove il campo richiede oro. Ancora, campeggiare di gusci bianchi il campo, bagnare di chiara d’uovo battuta, di quella che metti il tuo oro in sul vetro; bagna della medesima; metti il tuo oro come trae il campo; lascia asciugare, e brunisci con bambagia. E questo basti alla detta opera musaica, o vuoi greca.
Capitolo CLXXIII.
Il modo di lavorare colla forma dipinti in panno.
Perchè all’arte del pennello ancora s’appartiene di certi lavorii dipinti in panno lino che son buoni da guarnelli di putti o ver fanciulli, e per certi leggii da chiese, el modo del lavorarli si è questo.
Abbi un telaio fatto sì come fusse una finestra impannata, lungo dua braccia, largo un braccio, confitto in su regoli pannolino o vuoi canovaccio. Quando vuoi dipignere il tuo pannolino una quantità di sei o di venti braccia, avvolgilo tutto, e metti la testa del detto panno in sul detto telaio; e abbi una tavola di noce o di pero, pur che sia di legname ben forte, e sia di spazio come sarebbe una prieta cotta o vero mattone: la quale tavoletta sia disegnata e cavata una grossa corda; nella quale vuole essere disegnato d’ogni ragione drappo di seta che vuoi, o di foglie o d’animali; e fa’ che sia in forma distagliata e disegnata, che le facce tra tutte e quattro vengano a riscontrarsi insieme e fare opera compiuta e legata; e vuole avere manico da poterla levare, e porre in su l’altra faccia che non è intagliata. Quando vuoi lavorare, togli un guanto in mano sinistra, e