Il laicismo (Riccardi)/Capitolo I
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I.
L’influenza del prete
anche fuori del sacro ministero.
L’influenza del prete nella società è grandissima, non solo per ciò che opera nell’esercizio del sacro ministero, ma anche fuori di esso.
Egli influisce dapprima, e non poco, con la semplice sua presenza. La comparsa d’un sacerdote in una casa, in una conversazione, in luogo dove siano più individui insieme, produce sui presenti un cotale effetto che tutti risentono e che ben trapela nel loro contegno ed in certo riserbo, quale subito s’impone anche ai meno corretti dei cattolici. Certe proposizioni, certi giudizi, certi motti equivoci che si azzarderebbero forse fra soli laici, non si pronunciano più al cospetto del prete. Perchè questo, io domando? — Perchè il prete rappresenta qualche cosa che gli altri non rappresentano: rappresenta l’idea religiosa, il principio religioso, la fede religiosa. Non fa punto bisogno che egli si esprima e parli. La sua presenza parla per lui e vale per una professione, che nessun uomo educato vorrebbe offendere.
E questo che avviene nei privati ritrovi, nei caffè, negli alberghi, nei convogli e simili luoghi, si verifica parimenti nelle pubbliche adunanze, negli uffizi amministrativi, nelle assemblee e via discorrendo. Dinnanzi al prete si misura il linguaggio, certi tasti non si toccano più, certe idee o non si manifestano o si temperano. Tutti capiscono, che non conviene ferire le naturali suscettibilità di chi indossa la veste talare. Il prete adunque influisce per qualche modo anche solo col mostrarsi. Il suo abito ha una eloquenza singolare, come sarebbe l’eloquenza d’una nobile bandiera: e qui è la bandiera della religione, la bandiera della Chiesa e di Dio.
Nè questa influenza del prete si limita a contenere i discorsi altrui. Fa anche di più. Influisce sui pensieri dei presenti, poichè nella sua persona egli ricorda il Vangelo di cui è banditore, la Chiesa di cui è ministro, Gesù Cristo che rappresenta e quindi le massime e i doveri tutti del cristiano. Fanciulli e giovani, adulti e vecchi, uomini e donne, persone di tutte le età e di ogni condizione, volere o no, subiscono questa influenza. La quale poi diventa più forte nel paese dove il sacerdote abita, dove è personalmente conosciuto e dove egli esercita il suo sacro uffizio, e tanto più quanto sia maggiore il suo zelo, la sua virtù, la sua bontà. Un Parroco attivo, caritatevole, di costumi santi, predica anche solo con lasciarsi vedere da’ suoi. Tutti i buoni del paese lo veggono con piacere, lieti d’incontrarlo, di riverirlo, e vedendolo e salutandolo pensano alle parole sue, a ciò che egli dice in chiesa, alle sue prediche, alle sue esortazioni, e ne risentono nuova e notevole impressione, stimolo efficace alla virtù ed alla pietà cristiana. Non è forse così presso di voi, o miei carissimi figli?
La maggiore influenza tuttavia il prete (e intendo sempre fuori di chiesa) la esercita con i suoi esempi, con la vita sua privata e pubblica, e sovratutto con le sue parole e con i suoi consigli.
Per quanto ciò dispiaccia ai miscredenti, fatto sta che i sacerdoti sono dai fedeli riguardati come i loro più sicuri consiglieri in ogni specie di affari, anche i più disparati, ed anche per quelli in cui la religione c’entra punto o poco. Ciò succede dappertutto. Succede nei grossi centri, dove più facilmente si trovano sacerdoti dotti e sperimentati, conoscitori degli uomini e del mondo, i quali inspirano la massima confidenza in quanti li conoscono. Persone d’ogni classe, patrizi e popolani, lorchè hanno qualche dubbio sulla condotta da seguire nei rapporti domestici, nello avviamento dei figli e in altre gravi congiunture, ricorrono per consiglio ad alcuno di questi venerandi ecclesiastici ed ai loro suggerimenti si conformano con piena fiducia di non fallire. Lo stesso suole accadere nei piccoli centri, dove sianvi sacerdoti degni e saputi: ed anche nei paesi nei quali non vi abbia di preti, che il Parroco. Per poco che il Parroco appaia rivestito delle qualità proprie dell’alto suo ufficio e goda stima, come ne gode la massima parte fra noi, egli esercita sulla sua popolazione una influenza notevolissima che s’estende ben oltre al confessionale ed alla chiesa. Il popolo, malgrado tutto, ha pur sempre confidenza nel prete: egli vede in lui l’uomo di Dio, l’uomo che ha studiato, che sa, che gli vuol bene, e che nelle sue decisioni s’ispira ognora dall’amore della giustizia e della verità, dal desiderio di mantenere la pace nelle famiglie e di promuovere il bene vero, morale ed anche economico della popolazione a lui affidata. Quindi, di qualunque cosa si tratti, d’interessi, di contese, di sventure d’ogni forma, s’indirizza a lui con cuore aperto e franco: e il buon Parroco ascolta, esamina, consiglia, chiama l’uno e l’altro, corregge, consola, incoraggia e i dubbi sono dissipati, gli spiriti si conciliano, e il prete è benedetto. E da chi invero andrebbero a consigliarsi i popolani, specie nei piccoli paesi, se mancasse il loro Parroco?
Quanto sia estesa l’influenza dei curatori di anime presso di noi, ben si rileva al decesso di alcuno di quei venerandi sacerdoti, che da trenta o quaranta anni reggevano una parrocchia. Tutti nel paese sono costernati per la morte del Pastore; la desolazione è profonda, universale. Il nostro Parroco, esclamano concordi, era l’uomo di Dio, l’uomo della carità; era il padre del paese, godeva la stima e si era guadagnato il cuore e l’affetto di tutti... E qui ciascuno narrare i tratti più salienti di sua vita, come li aiutasse e consigliasse, come prendesse parte alle loro gioie ed ai loro dolori... Oh! non ne avremo più mai altro simile!... E tutto ciò essi pensano e dicono non solo per lo zelo di lui nell’adempiere gli uffizi di chiesa, ma altresì per l’interessamento suo in tutto che si riferisce al bene de’ Parrocchiani.
L’influenza del prete appare pertanto notevole ed estesa dappertutto; essa si allarga dalla chiesa al di fuori, abbraccia gli interessi privati ed anche i pubblici. Si fa sentire nelle famiglie, nelle scuole, negli istituti, negli ospedali, nei sodalizi, nelle amministrazioni e in tutte le parti della vita civile.
Ora vediamo se tale influenza del prete sia legittima.
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