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culto, dicono e fanno ciò unicamente per odio satanico contro la religione nostra santissima, che vorrebbero affatto distrutta. Indicherò infine i doveri d’ogni buon cristiano a tale riguardo.



I.

L’influenza del prete
anche fuori del sacro ministero.

L’influenza del prete nella società è grandissima, non solo per ciò che opera nell’esercizio del sacro ministero, ma anche fuori di esso.

Egli influisce dapprima, e non poco, con la semplice sua presenza. La comparsa d’un sacerdote in una casa, in una conversazione, in luogo dove siano più individui insieme, produce sui presenti un cotale effetto che tutti risentono e che ben trapela nel loro contegno ed in certo riserbo, quale subito s’impone anche ai meno corretti dei cattolici. Certe proposizioni, certi giudizi, certi motti equivoci che si azzarderebbero forse fra soli laici, non si pronunciano più al cospetto del prete. Perchè questo, io domando? — Perchè il prete rappresenta qualche cosa che gli altri non rappresentano: rappresenta l’idea religiosa, il principio religioso, la fede religiosa. Non fa punto bisogno che egli si esprima e parli. La sua presenza parla per lui e vale per una professione, che nessun uomo educato vorrebbe offendere.

E questo che avviene nei privati ritrovi, nei caffè, negli alberghi, nei convogli e simili luoghi, si verifica parimenti nelle pubbliche adunanze, negli uffizi amministrativi, nelle assemblee e via discorrendo. Dinnanzi al prete si misura il linguaggio,