Il fiorino d'oro di Urbano V
Questo testo è completo, ma ancora da rileggere. |
- Questo testo fa parte della rivista Rivista italiana di numismatica 1895
Nella collezione numismatica del Museo Nazionale di Firenze v’è un fiorino, coniato da un papa, che credo ancora inedito, e ne dò la descrizione:
Oro, grammi 3.50.
- D/ — S • IOHANNES • B. Il santo nimbato, con mantello di pelli, in atto di benedire e con la croce nella sinistra. In alto una mitra.
- R/ — (chiavette incrociate) SANT • PETRVS. Giglio fiorentino.
Questo fiorino dev’essere quello che è menzionato in un documento pubblicato dall’Orsini1, con cui la Repubblica di Firenze concedeva ad Urbano V licenza di battere moneta d’oro al suo tipo:
" Anno 1368. A petizione di Urbano V pontefice et a sua richiesta, contro gli ordini degli Statuti del Comune di Firenze, si dà licenza: Nobili viro Amarlo de Gianfigliazzis, civi fiorentino, magistro monetarum D. Pape, quousque Urbanus fuerit in humanis, cudere et fabricare quoscumque florenos et quamcumque monetam auream dicti Pape, seu sue Camere, seu de Camera, seu prò Camera, etiam sub vel cum imagine S. Johannis Baptiste, vel lilii vel aliquo signo, vel conio Communis Florentie, dum tum in ipsis florenis et quolibet ipsorum sit impressio evidentium litterarum, seu signum mitrie papalis, per quod appareat non esse fiorenos de Florentia, et quod in ipsis fiorenis non sint scripte seu sculpte he lictere de Florentia„.
Il fiorino corrisponde perfettamente alla descrizione che se ne fa nel documento; infatti il segno è la mitra papale e la leggenda SANT • PETRVS è affatto nuova.
Ed ora credo conveniente di fare alcune osservazioni sugli altri fiorini papali conosciuti.
Giovanni Villani, lo storico fiorentino, scrive che Giovanni XXII fu il primo a far coniare in Avignone il fiorino d’oro nel 1322:
" Nel detto tempo ed anno Papa Giovanni fece fare in Avignone una moneta d’oro fatta del peso e lega e conio del fiorino d’oro di Firenze, senza altra intrasegna, se non che dal lato del giglio diceano le lettere il nome di Papa Giovanni; la qual cosa gli tue messa a grande riprensione a fare dissimulare siffatta moneta come il fiorino d’oro di Firenze „.
Il fiorino d’oro di Giovanni XXII fu pubblicato dal Rossi2 ed è conservato nella collezione Marignoli: ne dò la descrizione:
- D/ — S • IOHANNES B. Il santo nimbato con mantello di pelli, in atto di benedire e con la croce nella sinistra. In alto due chiavette incrociate.
- R/ — COMES • VENSI. Giglio fiorentino.
Questo fiorino fu coniato in Carpentrasso ed è rarissimo.
L’altro fiorino di cui esistono due varietà, una con la tiara e l’altra con la mitra, e con la leggenda SANT • PETRH, fu coniato in Avignone da Clemente VI3. Egli trasferì la sede pontificia in Avignone nel 1348, dopo aver acquistata la città da Giovanna d’Angiò, regina di Napoli, per 80000 fiorini d’oro; e cambiò totalmente il tipo della moneta sostituendo al titolo di Comes Venesini i nomi degli apostoli, SANTVS • PETRVS e SANTVS • PAVLVS. Questa innovazione fu continuata da’suoi successori.
Nella collezione del Museo Nazionale v’è un esemplare del fiorino di Clemente VI col segno della mitra:
Oro, grammi 3.48.
- D/ — S • IOHANNES • B. Il santo nimbato con mantello di pelli, in atto di benedire e con la croce nella sinistra. In alto una mitra.
- R/ — (chiavette incrociate). SANT • PETRH. Giglio fiorentino.
L’ultimo della serie e il fiorino di Urbano V coniato a Roma col consenso della Rcpubblica fiorentina contro gli ordini degli statuti del Comune di Firenze. Quanto cambiamento dal tempo di Giovanni Villani!
Umberto Rossi.
Note
- ↑ Orsini, Storia delle monete della Repubblica fiorentina. Firenze, 1760, pag. 38.
- ↑ Rossi G. C., L’aurea moneta di Giovanni XXII. Roma, 1881.
- ↑ Questa nuova attribuzione fu dimostrata dal sig. V. Capobianchi nel suo lavoro: Le monete di Roma e dei Papi da circa il 1280 al 1394, in Bull, di Num. e Sfrag. Anno II, Camerino, 1884.