Il corsaro/Canto II/XIV
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XIV
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XIV
» Corsaro è fìsso il tuo destin; pur tanto
» Poss’io, perchè sia crudo men Seidde,
» In un sereno istante. Oh, ben te vivo
» I’ ne vorrei!.... Vorrei più ancor.... te salvo!
» Ma scarso è il tempo, e scarsa più men’ lascia
» Speranza il tuo languir.... Eppur vogl’io
» Tutto, tutto tentar.... un giorno almeno
» D’indugio al tuo morir! Più, fora impresa
» Inutile, e fatai forse ad entrambo» —
» Oh sì, fatal....! Ad ogni evento, credi,
» Pronta è quest’alma mia; così profondo
» È l’abisso in cui stommi, che più basso
» Cader non temo.. .. Deh, il tentar che giova!
» I tuoi giorni avventuri, e me conforti
» Sol colla speme di fuggir, chi omai
» Più combatter non posso.. .. E, qual mi vedi
» A vittoria incapace, io sol, fra tanti
» Che perîro per me, sol io, la morte
» Dovrò temer?.... Ma, ahi! sulla terra è cosa
» Da la memoria mia non mai disgiunta,
» Cara sì che mi chiama ad ogni istante
» Fero il pianto sul ciglio!.. .. La mia nave,
» La mia spada, il mio Nume, e l’amor mio
» Sul cammin de la vita eranmi guida;
» Abbandonai ne’ più verd’anni il Cielo,
» Così or ei m’abbandona; è de’ suoi sdegni
» Ministro l’uomo ond io son vinto, e prece
» Mandar non oso, cui dal sen mi tragga
» Duol disperato;.... fora nuovo oltraggio!....
» Respiro, e soffro, a più soffrire ho forza,
» E basta!.... Il ferro mi strappâr; più fido
» Unqua non fuvven’, ma l’indegna mano
» Stringer nol seppe assai! Va del nemico
» Preda il mio legno, o naufrago per l’onda;
» E l’amor mio!.... Deh, per lei sol mia voce
» Possa lassuso alzarse! Oh! è pur colei
» Che ancor quaggiù mi lega, ed è pur forza
» Che tanto affanno mio spezzi quel core,
» E che s’offuschi alfin tanta beltade,
» Di cui se ugual vi fosse, mai non chiesi,
» Finchè la tua, Gulnara, non m’apparse.» —
» Dunque un altra tu adori?... Oh! a me non cale;
» Nè havvi ragion perchè men’calga... Adori?
» Invidïar, chi non vorrìa due fidi
» Cor ch’un sull’altro posano? Chi mai,
» Chi non vede l’immenso orrido vuoto,
» In che il pensier s’aggira, ove si perde
» L’inutile sospir, u’ cerchi, e trovi,
» Ma larve sol, quali a me, lassa! innante
» Un barbaro destin sempre conduce?» —
» Donna, I’ credea, che l’amor tuo colui
» Fosse, per cui da inevitabil morte
» Questo mio braccio ti fea salva. « —
» Amore,
» Di Gulnara, Seid?.... no... no... non mai!
» Ben questo cor, ch’or più nol tenta, un giorno
» Tentò d’amarlo;... e nol poteo; ch’ I’ sento
» Come allora il sentìa, ch’amor sol vive
» Entro a libero sen;... e ch’io son schiava;
» Schiava, diletta inver, che del suo fasto
» A parte ei vuole, e dee mostrarsen’ lieta.
» Oh, quante volte, risuonare io sento,
» L’usata inchiesta!.....» M’ami tu, Gulnara?»
» E fremo allora, e allor soggiugner quasi
» Vorrei,» non t’amo!» Aspro, mel’ credi, è affetto
» Nutrir che non t’è dolce, ed aspro, sempre
» Pugnar, e invan, per non mostrarti avversa;
» Ma duro è più d’un core che si strugge
» Celare i moti.... a chi v’è forse impresso!....
» Stringe Seidde questa man talora,
» Ch’io non gli porgo, e non ritraggo; il polso
» Presto più non ne batte, e non s’arresta;
» E quand’ei l’abbandona, inerte pondo
» Mi cade in grembo, perchè mai l’altero
» Non amai tanto, ond’odïarlo or possa;
» Unqua un suo bacio, non mi accende il labbro;..
» Ahi d’orror gelo, se rammento il resto!....
» Provato avessi amor per lui! la gioja
» De l’odio or proverei; parte incompianto,
» Non bramato ritorna, e siede spesso
» A me vicin, dal mio pensier lontano,
» Ond’io temo ch’un giorno (e un giorno il debbe!)
» Cotanto affetto suo, sdegno diventi.
» Sua schiava io son, ma de l’orgoglio ad onta,
» Peggior di schiava esser potrei sua sposa.
» Oh, se il deliro suo cessasse almeno!
» Oh se un altra egli amasse! Anco più vaga
» Stata jer ne sarei, ch’oggi nol sono;
» Odimi prigionier! m’odi, e rammenta;
» Se per Seidde, a tenerezza io scendo,
» È per te solo, onde spezzar tuoi lacci,
» A renderti la vita che mi désti,
» A ridonarti a lei che t’ama tanto,
» E che tu paghi d’un amor che mai
» Io sentir non dovrò! .... Spunta l’ aurora,
» Convien ch’I’ fugga,.... Addio!... Quanto mi costi
» Pensalo or tu.... De la tua morte intanto
» Non paventar, per questo giorno almeno!....»