» Oh, quante volte, risuonare io sento,
» L’usata inchiesta!.....» M’ami tu, Gulnara?»
» E fremo allora, e allor soggiugner quasi
» Vorrei,» non t’amo!» Aspro, mel’ credi, è affetto
» Nutrir che non t’è dolce, ed aspro, sempre
» Pugnar, e invan, per non mostrarti avversa;
» Ma duro è più d’un core che si strugge
» Celare i moti.... a chi v’è forse impresso!....
» Stringe Seidde questa man talora,
» Ch’io non gli porgo, e non ritraggo; il polso
» Presto più non ne batte, e non s’arresta;
» E quand’ei l’abbandona, inerte pondo
» Mi cade in grembo, perchè mai l’altero
» Non amai tanto, ond’odïarlo or possa;
» Unqua un suo bacio, non mi accende il labbro;..
» Ahi d’orror gelo, se rammento il resto!....
» Provato avessi amor per lui! la gioja
» De l’odio or proverei; parte incompianto,
» Non bramato ritorna, e siede spesso
» A me vicin, dal mio pensier lontano,
» Ond’io temo ch’un giorno (e un giorno il debbe!)
» Cotanto affetto suo, sdegno diventi.
» Sua schiava io son, ma de l’orgoglio ad onta,
» Peggior di schiava esser potrei sua sposa.
» Oh, se il deliro suo cessasse almeno!