Il cavallarizzo/Libro 2/Capitolo 49


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Cap. 49. Come si debbino avezzare, & agittare i cavalli, che si vogliono per la guerra.


Volendo voi il cavallo da guerra devete principalmente tenerlo allenato, & correrlo spesse fiate all’insù, & all’ingiù per luoghi montuosi, & tortuosi. Usarlo anco à saltar fossi, che siano poco alti, & larghi nel principio, & dipoi à poco à poco à i più larghi, & cupi, finche venghi ad una giusta larghezza; oltra la quale sarebbe pazzia far saltare il vostro cavallo, ricordandovi in questo caso, & in ogn’altra agitatione, che voi in questo fate del vostro cavallo, e di voi stesso, di quel bellissimo detto.

Est modus in rebus, sunt certi denique fines.

In ogni cosa è misura, & ancora ci sono certi determinati. Oltra alli quali non è lecito di trapassare. L’userete anco à saltar siepi, & muri alla campagna. Et lo essercitarete ne’ torneamenti, armato col stocco in mano; & se non contra molti armati, & à cavallo, almeno contra un solo. Di sorte che così torneando per burla & spasso, si assuefaccia al strepito dell’arme; & à soffrire le percosse da vero. Havendolo prima però avezzo tanto nel trotto, quanto nel galoppo piano, & con furia à i repeloni andar contra à un’altro cavallo, & con la spada nuda in mano, ma disarmato; che ne faccia altro tanto contra di voi. Il quale però deve dimostrarsi nel principio pauroso, ancor che’l suo cavallo sia di bonissima faccia, destro, e savio. Devete anco usarlo a urtare, & investire un’altro cavallo ma in questo avertite per inanimarlo di far che’l vostro contrario si vadi ritirando nel principio, spingendo voi sempre innanzi contra’l suo il vostro cavallo, & urtandolo, non urtando però esso mai voi, ma ritirandosi sempre, ne percotendovi di stocco ò di spada ò d’altro sull’arme, ne meno il vostro cavallo, ma si ben voi esso. Il quale alcuna volta deve dimostrare di fuggir l’urto, & le percosse, non solo col ritirarsi indietro, ma col voltarvi le spalle & fuggir [p. 97r modifica]via, & voi seguirlo percotendolo. Lo devete anco far amico del stocco e della spada dimostrandocela spesse fiate ne i maneggi dalle bande, & à guisa d’aiuto di bachetta ponercela di piatto traverso al collo, e tralle orecchie alcuna volta. Et à quella usarlo ancora quando si cava di stalla, andandoli all’incontro con la spada nuda in mano piacevolmente, & dimostrando in un subito d’haverne paura, vi ritirerete indietro. Ma come vedete ch’egli di ciò pigli animo, & facci motivo di corrervi sopra, pur ritirandovi, diponerete la spada, & con alcuna cosa da mangiare in mano, andrete losengandolo darcela. Che così facendo vedrete che in breve si farà molto animoso contra la spada la quale potrete usare se sarete à cavallo facendo che uno vi venghi all’incontro con quella nuda in mano; & voi spingendo il cavallo incontra farete ch’egli si ritiri e fugga: & inanimato che sarà per questo, à poco à poco, farete, che non più si ritiri, ma che stia saldo, & che anc’esso dimostri di voler dare al vostro cavallo con la spada, ma non però gli dia in questo principio, ma poi di giorno in giorno ce la facci sentire, & hor nel collo, hor nella croppa, & hor nella testa di piatto & piano, e talor più forte, secondo l’animo, che vede del cavallo fin tanto, che del tutto s’avezzi à soffrirla, & à non haverne paura alcuna: la spada à questo effetto dev’esser senza punta, ma rilucente assai, perchè così giocarete al sicuro. Le percosse nella faccia del cavallo sono quelle che più lo disdegnano e aviliscano, & siano di che qualità si vogliano ò per età far che le supporta più volentieri, e che à quelle si assuefaccia lo armarete come si suol armare nelle fattioni di guerra, & torneamenti; già vi dissi che nella stalla là deveste usar le arme, i suoni, & strepiti da guerra, per assuefarlo à quelli. Il che se fatto havrete, non ve sarà difficile usarlo à quello ch’io vi dic’hora. Et sopra tutto lo devete usar sulle caccie, nelle quali intravengano cavalli assai, & strepiti, & rumori grandi, che così allenandosi si farà anco più allegro, & corraggioso, lo avezzarete massime nel mezzo de’ tamburi, trombette, & archibugi, assuefacendolo anco à i fuochi, alle acque, & al notare, & à vedere huomini armati e disarmati ancora distesi in terra come morti, & passar tra essi: à i cocchi, alle carrette, ad inconrar animali insoliti, & ad ogn’altra cosa, che vi paia vi possi giovare nella guerra. Et non lo tenerete in tante delitie, & avezzi sulla stalla, che non l’usate anco alle volte à patir fame, sete, freddo & caldo, & alcuni altri disagi, Ricordandovi in questo di quel detto. Che ab assuefatis non fit passio. Et se pur si patisce non si patisce quanto si parirebbe se non ci fosse uso. Et notate finalmente che il cavalcarlo di notte, e di notte usarlo all’arme, & à i strepiti suddetti, e suoni, lo farà anco più coraggioso, ardito, & sicuro.