Il cavallarizzo/Libro 2/Capitolo 50
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Cap. 50. De i cavalli da duelli, e del lor maneggio.
Ancor che i cavalli da guerra fosseno buoni anco per combattere in steccato, per essere di ragione postio alla terra, maneggianti, destri, & presti, forti, coraggiosi, & ubbidienti nondimeno io desidero, che per combattere in steccato, oltra quello che habbiam detto i cavalli da guerra habbino altra sorte di maneggio ancora. Et questo è ch’io vorrei che sapessino maneggiarsi & alli repeloni, & alle raddoppiate al contrario del solito; come ben dice il Signor Cesare Fiaschi, cioè che secondo che lo avezzate à girare sulli piedi di dietro, lo avezzaste à girare su quelli dinanzi. Il che farete agevolmente se adoprarete il sprone, con ragion contraria à quello che nell’altro maneggio havete fatto. Et farete in questo modo, che volendolo alla man dritta, voi non lo aiuterete in guisa alcuna à spesolarsi, ma girando un poco il pugno della briglia, il qual dovete tenere un poco più basso del solito, sulla medesima mano, nella quale lo girateli aiutarete del medesimo sprone: battendolo anco di bachetta nella croppa, over nel fianco dall’istessa mano. La quale se sarà dritta, tutti li aiuti saranno anco dalla parte dritta; se la sinistra gl’aiuti saranno dalla sinistra. Perche questa sorte di maneggio, farà il cavallo più sicuro, & fermo, & più sempre presto verso il nemico; che non faranno le altre sorti di maneggio, che girano sull’anche; & sulle gambe di dietro; & non sarà ancora senza quel poco di spesolamento in questa parte; stando il caval fermo su i piedi dinanzi, & sol girando con la croppa à tempo à tempo come volete, & lo aiutate voi. Et non sarà se non d’utile ancora se sì maneggiandolo, gl’insegnerete sparare alcuna coppia di calci, liquali per offendere, & spaventare l’inimico, & il suo cavallo insieme saranno molto necessarij. Et però io lodarei che il cavallo scelto, & capato buono per tale impresa, non fosse essercitato in altro che in far bene cotal maneggio; & che alle volte fosse anco essercitato nella carriera; & spesso ne i repeloni lunghi & curti; & fosse alenato molto. Et sopra tutto vorrei ch’intendese benissimo l’aiuto del sprone; & massime per questo io vorrei, che intendesse quando lo volete al girar fermo sulle gambe dinanzi, & quando su quelle di dietro. Ma sopra ogni cosa si deve usare à fare che habbi bonissima faccia & animo; & ad essere obbedientissimo; & se si potesse, ad essere inamorato del padrone; come molti se ne sono trovati inamoratissimi; & io ve ne ho racconti nel primo libro di pur assai; & fosse amatore del cavalliero che’l di dell’abbattimento lo ha à cavalcare in steccato. Il che accaderà facilmente se gli sarà stato usato, et se gl’usarete gl’ordini che più volte sparsamente furono detti. Il cavallo che si vuole per tale effetto, dev’essere governato con assai più cura, & diligentia di tutti gl’altri, che fin qui havemo detto: Perche di maggior importanza assai è l’honore, & la vita che non sono tutti gl’altri utili, & piaceri, che non s’acquistano col combattere à corpo à corpo. In questo luogo havrei finito il capitolo, se non mi fosse occorso rispondere ad una tacita obiettione che mi si potrebbe fare; con dir ch’io non devrei, ne m’è, lecito insegnare cotali cose. Alla quale in poche parole rispondo, che se le guerre, & il duello sono leciti, è lecito anco à ciascuno di parlarne con verità, e con ragione senza passione alcuna. le guerre, & i duelli sono liciti, adunque io ne posso parlare; & massime quel tanto ch’io ne parlo, Che le guerre & i duelli siano leciti quando siano giusti, & giusti i sacri libri de’ i Re ce lo dimostrano nelle scritture sacre; et Iuda Macabeo massime. Il qual non solo fece guerra, ma volse armarsi col suo popolo nel giorno sacro solenne, e vinse. Et David non entra in battaglia à corpo à corpo con Golia? oltra che ci sono mill’altre prove.