Il cavallarizzo/Libro 2/Capitolo 27
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Claudio Corte - Il cavallarizzo (1562)
Libro 2 - Capitolo 27
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Cap. 27. Dell’aiuto, & castigo de gli sproni, & come, & quando si deveno dare al cavallo.
I
O sono del parere, che non si debbano dar gli sproni à cavallo alcuno fin che non sia ben fermo di testa. Perche se voi gli li deste prima tanto più lo distornareste; & faria forza che più tempo andasse à ridurlo alla fermezza della testa. Et è cosa chiara, che’l poledro non ben fermo, sentendosi i sproni al fianco sempre si risentirà molto più, e si disordinerà più di testa, e d’altro, che non farà un cavallo, che sia fermo di testa, & che alle sue lettioni s’accomodi bene. Non dico però, che s’aspetti fin alli cinque, e alli sei anni che sappi questo; ma come lo vedrete ridutto à tal fermezza, & sicurtà che sarà credo in quattro mesi, devete darli di sproni, e non per la città prima, perche ne porebbe avenire alcun disordine, ma in una maesa ben solcata, ò in un luogo sabioso, fatto che havrà le sue lettioni ordinarie. Et in tal modo gli li devete dare, che prima gli li facciate sentir pian piano dall’una e dall’altra banda de’ fianchi; & aviato che per questo sarà con più prestezza alle ruote di passo over di trotto, voi cessarete subito di pongerlo; & accarezzarete con la mano sul collo, & con alcune parole che habbino del piacevole; & in questa guisa molestandolo alcuna volta hora da una banda, hora dall’altra ben riscaldato che sarà per le lettioni havute, seguiterete un pezzo. Et siate pur sicuro, che non vi potrà essere calcitroso, ne ribello, come forse sarebbe se gli li deste essendo fresco. L’aiuto de sproni, è eccellentissimo; ma bisogna saperli dare à tempo, & secondo, che’l bisogno del cavallo ricerca. Vedendosi adunque, che il cavallo sia assai coraggioso, e di buona forza, se gli deveno dare come s’è detto. S’egli è molto savio, e patiente, ancora, che se gli potesseno dare nel modo medesimo che s’è detto, non dimeno non importarà, riscaldato però alquanto, che sia prima, darceli in altro modo, pur che prima comminciate col poco, & con l’uno, & poi con l’altro, & seguitando di poi con dui, & con le solite carezze sempre appresso. Ma se il cavallo sarà infingardo, poltrone, e duro, voi ce li darete senza tante ceremonie: & lo affiancarete di speron pari ne’ fianchi appresso alle cigne, aiutandolo anco di bachetta, e di briglia, tutto à un tempo insieme: dando vivacità questi aiuti con la voce sopra tutto viva, & vigorosa, & da essere temuta. Devete però avertire di non batterlo ne di sgridarlo fuor di misura; perche potreste accorarlo, & invilire di sorte, che dove desideraste fare un effetto, ne fareste un’altro contrario, facendolo ramingo over restio. E se per caso il cavallo ha la pelle molto dura & aspetta le speronate assai, senza punto risentirsene; noi all’hora per una, ò due fiate ce ne darete tanto, & si forti che gli forate la pelle & insanguinate molto bene, & di poi subito, che sareta à casa ce la farete lavare d’aceto forte nel quale habbi bolito sale & pepe pisto, & anco vetro, & ortica, & la seguente matina lo ricavalcarete richiedendolo pur al sprone: al quale, credo risponderà più presto, e meglio. Assicurato che sia il cavallo al sprone per far che meglio intenda ogni suo aiuto, devete perderci tempo una, & più mattine à farcelo intendere in questo modo. Gl’accosterete il calcagno dritto al fianco, se più però del dritto vedete, che habbi bisogno, che del manco, e dandoli una spronata piano, non discostarete il calcagno da quel luogo; tenendo il cavallo fermo che non trascora innanzi, fin tanto, che non piega il corpo, e che non si ritiri da banda un poco. Ma perche forse in questo si potrebbe mettere in alcun disordine per non intendere la volontà vostra, voi devete nell’istesso tempo, che li tenete il sprone al fianco torcer la mano della briglia alquanto, verso dove volete, che pieghi, e che si ritiri, perche così più facilmente si ritirerà & piegherà. Potete anche usare nel principio la polpa della gamba à far questo; & sarà bene, che senza sprone prima gl’insegnate questo, accostandoli il calcagno al fianco; & dandoli delle calcagnate di volta in volta non levarete il calcagno del fianco fin che non pieghi, & si ritiri da banda. Così farete dall’altro lato. Et in questo modo seguirete di fare, fin che connosciate chiaro, che il cavallo intenda cotai aiuti di polpe, di calcagni, e di sproni; usandoli anche in questo le solite carezze, secondo il merito. Gl’effetti che fa lo sprone nel cavallo sono quasi infiniti, e saria di soverchio à raccontarne alcuno da che si vedeno manifesti: non dimeno i principali sono il risvegliar infinitamente, che fanno il cavallo il farlo veloce; & voglioso in ogni sua attione; lo fanno savio, & giusto, & lo levano assai.