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LIBRO SECONDO | 80 |
le habbi bolito sale & pepe pisto, & anco vetro, & ortica, & la seguente matina lo ricavalcarete richiedendolo pur al sprone: al quale, credo risponderà più presto, e meglio. Assicurato che sia il cavallo al sprone per far che meglio intenda ogni suo aiuto, devete perderci tempo una, & più mattine à farcelo intendere in questo modo. Gl’accosterete il calcagno dritto al fianco, se più però del dritto vedete, che habbi bisogno, che del manco, e dandoli una spronata piano, non discostarete il calcagno da quel luogo; tenendo il cavallo fermo che non trascora innanzi, fin tanto, che non piega il corpo, e che non si ritiri da banda un poco. Ma perche forse in questo si potrebbe mettere in alcun disordine per non intendere la volontà vostra, voi devete nell’istesso tempo, che li tenete il sprone al fianco torcer la mano della briglia alquanto, verso dove volete, che pieghi, e che si ritiri, perche così più facilmente si ritirerà & piegherà. Potete anche usare nel principio la polpa della gamba à far questo; & sarà bene, che senza sprone prima gl’insegnate questo, accostandoli il calcagno al fianco; & dandoli delle calcagnate di volta in volta non levarete il calcagno del fianco fin che non pieghi, & si ritiri da banda. Così farete dall’altro lato. Et in questo modo seguirete di fare, fin che connosciate chiaro, che il cavallo intenda cotai aiuti di polpe, di calcagni, e di sproni; usandoli anche in questo le solite carezze, secondo il merito. Gl’effetti che fa lo sprone nel cavallo sono quasi infiniti, e saria di soverchio à raccontarne alcuno da che si vedeno manifesti: non dimeno i principali sono il risvegliar infinitamente, che fanno il cavallo il farlo veloce; & voglioso in ogni sua attione; lo fanno savio, & giusto, & lo levano assai.
Cap. 28. De' morsi in generale.
Tra le molte cose difficili, & principali, che si ritrovano nell’arte del cavalcare, di tutte è difficilissima, & eccellentissima quella del frenar il cavallo. Percioche in questa si conosce, & consiste l’utile, & il danno, il sapere & l’ignoranza del tristo, & del buono cavallarizzo. Il quale fa di mestieri molto ben sappia la natura, la bocca, la testa, il collo, la schena, & le gambe del cavallo. Oltra la forza, & virtù de’ Morsi, se vuole ben imbrigliarlo; & come si deve. Ma perche i morsi, over freni sono quasi senza numero, & noi havendone à parlar’hora, secondo che richiede l’ordine, non vorrei farne un volume particolare, & grande, & confondere i lettori, andarò ristringendoli ad un numero più breve, & scelto, che sarà possibile, & necessario; accioche meglio ciascun possi mandarli alla memoria, & adoperarli: & anco accioche molti ignoranti non solo nel saper imbrigliare, ma star à cavallo ancora, i quali come nasuti vogliono anch’essi giudicare, siano conosciuti