Il capitano della Djumna/Parte seconda/21. La punizione di Garrovi

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21. LA PUNIZIONE DI GARROVI


Quando le tenebre si diradarono, Oliviero, Harry e Edoardo erano pronti a recarsi a terra per mettersi in cerca del capitano della Djumna. Ormai Pandu aveva date troppe prove, per non ingannarsi sulla vicinanza di Alì.

Essendosi l'uragano un po' calmato, deliberarono prima di visitare il banco, per accertarsi se il pariah era ancora in grado di riprendere il mare, o se conveniva farlo a pezzi e coi rottami intraprendere la costruzione d'un piccolo legno.

Messa in acqua la grande scialuppa, il vecchio marinaio, seguito da Oliviero e dai carpentieri, si portò sul banco che la bassa marea aveva lasciato scoperto in gran parte.

Bastò ad Harry un solo sguardo, per accertarsi che l'arenamento era meno grave di quanto aveva sospettato. Il pariah si era scavato una specie di canale fra le sabbie ed allargandolo, potevasi rimetterlo a galla, approfittando di qualche marea straordinaria.

Con qualche ancorotto a poppa e uno sforzo coll'argano combinato coll'azione delle vele, il disincagliamento poteva dirsi assicurato.

— Orsù, tutto va bene — disse Harry, ad Oliviero. — Mentre i nostri carpentieri taglieranno due nuovi alberi nelle foreste dell'isola e li attrezzeranno colle gomene e colle vele di ricambio e costruiranno un nuovo timone, noi potremo metterci in cerca di Alì Middel. Al nostro ritorno, penseremo a rimettere in acqua il pariah.

— Ti sembra che la chiglia non abbia sofferto? — chiese il tenente.

— No, ne sono certo. Queste navi sono costruite con legnami a prova di scoglio.

Ritornarono a bordo per ultimare i preparativi della spedizione. Si munirono di armi, di munizioni, di provviste e sbarcarono sulla spiaggia accompagnati da Edoardo, dal cane e da sei marinai, scelti fra i più robusti ed i più coraggiosi.

— Lasciamo che ci guidi il cane — disse Harry.

Quel consiglio era inutile, poiché Pandu aveva subito preso Edoardo per la giacca cercando di trascinarlo verso la spiaggia occidentale, che in quel luogo si ripiegava bruscamente.

— Ti comprendo, mio buon Pandu — disse Edoardo, accarezzandolo. — Non temere; ti seguiamo.

Il cane, vedendo che si dirigevano lungo la spiaggia, si era messo a saltellare dinanzi a loro. Ora correva innanzi scodinzolando allegramente la grossa coda villosa ed abbaiando, ed ora tornava verso il drappello, balzando intorno all'uno o all'altro, come per invitarli a fare presto.

Harry, però, non procedeva che adagio e con precauzione, non ignorando che gli abitanti delle Andamane sono tutt'altro che ospitali e che le loro selve sono anche abitate da pericolose tigri e da gran numero di serpenti. Prima di avventurarsi sui margini delle boscaglie, ascoltava attentamente e non si rimetteva in cammino se prima non era certo che là sotto regnava un silenzio quasi perfetto.

— La prudenza non è mai troppa — ripeteva. — Ora che stiamo per ritrovare Alì, cerchiamo di non perdere qualcuno di noi.

Quelle coste però parevano disabitate, poiché non si scorgeva alcuna traccia di abitazioni recenti od antiche. Non si vedevano che stormi di pappagalli di tutte le tinte immaginabili e di pavoni selvatici e sulle più alte cime degli alberi delle scimmie, dei gitemi, quadrumani molto venerati dagli indiani, che vivono in gruppi, avendo un certo spirito di società e di congregazione, e che sovente muovono guerra alle altre scimmie per scacciarle dalle foreste meglio fornite d'alberi fruttiferi.

A mezzogiorno, dopo d'aver percorso una dozzina di chilometri, aprendosi faticosamente il passo attraverso ad una massa non interrotta di ebani d'India, di talipot, di borassi, di betel, di valeria indica, di canne da zucchero selvatiche e di palme d'ogni specie, s'arrestavano sotto un tamarindo di dimensioni colossali, per prendere un po' di riposo e per ripararsi dalla pioggia che non era ancora cessata.

I tamarindi, che sono comunissimi nell'India, sono piuttosto rari nelle Andamane. Sono d'aspetto maestoso, forniti di rami immensi coperti da un fogliame fitto, che ripara perfettamente dai raggi del sole.

Hanno la corteccia grossa, bruna, screpolata; i fiori che mettono sono bianco-giallastri con striature rosse e spuntano all'estremità dei rami in gruppetti di nove o dieci; le frutta, che, come si sa, sono acide e refrigeranti, sono usate largamente dagli indiani non come medicinali, ma come condimento. Infatti adoperano la polpa per bagnarvi i pesci, i polli ed altri cibi e l'adoperano specialmente nel carri.

Mentre stavano allestendo la colazione, Harry che si era spinto verso la spiaggia, vide Pandu che stava fiutando delle conchiglie che si trovavano accumulate alla base di una roccia. Le voltava e rivoltava col muso e colle zampe, poi abbaiava guardando Edoardo che si era sdraiato sotto il tamarindo, a fianco di Oliviero.

— Vediamo — disse il vecchio marinaio. — Pandu vuole segnalare qualche cosa.

Balzò sulla sabbia, ma subito si arrestò, scorgendo, nettamente impresse, quattro orme umane: due appartenevano ad un uomo fornito di stivali e le altre ad un uomo scalzo.

— Signor Oliviero! Signor Edoardo! — gridò.

— Cos'hai, vecchio mio? — chiese il tenente, accorrendo.

— Credo di aver scoperto le tracce di Alì.

— Di mio fratello! — esclamò Edoardo.

— Credo, ma vi è una cosa che m'imbarazza.

— E quale, Harry? — chiese Oliviero.

— Qui vi sono le tracce d'un uomo calzato e d'uno senza scarpe. Il documento di Alì, non faceva cenno che sulla Djumna fosse rimasto qualche marinaio.

— No, Harry.

— Che Alì abbia trovato un compagno?

— Garrovi però non ha detto che sulla grab avesse lasciato qualche malabaro.

— Forse Alì si sarà unito a qualche selvaggio.

— Ma quali prove avete, che quelle orme siano state lasciate da mio fratello? — chiese Edoardo.

— Guardate queste conchiglie vuote, che Pandu continua a fiutare. Io sono certo che sono state raccolte da vostro fratello. Affrettiamoci a fare colazione e poi rimettiamoci in marcia, signori miei. Ormai non dubito più che Alì sia sbarcato su queste coste.

Mezz'ora dopo, quantunque la pioggia continuasse a cadere, si rimettevano animosamente in cammino, spronati dalla speranza di trovare in breve il capitano della Djumna.

Pandu li precedeva sempre, costeggiando la spiaggia e con continui latrati, pareva che li invitasse ad affrettarsi.

Gli ostacoli però, che crescevano di numero ad ogni passo, essendo la spiaggia interrotta da rocce che erano costretti a superare con grande fatica, da profonde spaccature che parevano letti d'antichi torrenti e da smisurate radici, rendevano la marcia assai lenta.

Di tratto in tratto però, sui terreni sabbiosi, ritrovavano le tracce che avevano prima scorte sulla spiaggia. Erano sempre le stesse: due piedi calzati e due nudi. Ciò li imbarazzava non poco, ignorando chi fosse quel compagno di Alì. Erano però più convinti che il capitano avesse incontrato qualche selvaggio, piuttosto che avesse trovato qualcuno dei suoi marinai.

Verso sera, uno dei malabari, che si era avanzato per tener compagnia a Pandu, s'arrestò bruscamente, esclamando:

— Una capanna dinanzi a noi.

— Preparate le armi — disse Harry.

Quasi nell'istesso istante il cane si slanciava verso la capanna, emettendo dei sonori latrati.

— Che sia abitata da selvaggi? — chiese Oliviero.

— Mi sembra mezza diroccata — disse Harry. — Procediamo tuttavia con prudenza.

S'avanzarono coi fucili pronti a far fuoco, ma s'accorsero subito che quell'abitazione, costruita sul margine della foresta, era vuota, poiché Pandu vi entrava ed usciva liberamente. Pareva però che il cane fosse in preda ad una viva agitazione, poiché balzava attorno all'abituro come un pazzo, lanciava dei guaiti lamentevoli e volgeva il capo ora verso il mare ed ora verso la foresta.

— Che cos'ha Pandu? — chiese Harry. — Che abbia perduto le tracce?

— Pandu! Mio buon Pandu! — gridò Edoardo.

Il cane, invece di accorrere, fece udire un urlo che aveva qualche cosa di lugubre.

— Brutto segno — mormorò il vecchio marinaio, scuotendo il capo. — Che sia accaduta qualche disgrazia?

— Andiamo a vedere — disse Oliviero.

Quella capanna pareva che fosse stata costruita di recente, poiché le foglie che la coprivano erano ancora fresche. Una parete, composta di fronde e di rami, era stata sfondata, come se avesse ceduto sotto un urto violento e anche il tetto pareva in procinto di cadere.

Tutto all'intorno si vedevano erbe calpestate, cespugli spezzati e strappati, come se fosse avvenuta una lotta violenta.

L'interno della capanna era vuoto. Vi si trovavano solamente delle mandorle di whowah, disperse qua e là negli angoli e pochi gusci di conchiglie.

— Ma qui deve essere avvenuta qualche lotta — disse Harry. — Vedo all'intorno numerose orme di piedi nudi.

— Che mio fratello sia stato assalito dai selvaggi? — chiese Edoardo, impallidendo.

— Non lo so, signore.

— Cerchiamo nei dintorni — disse Oliviero.

Si misero a frugare i cespugli vicini e le alte erbe, e poco dopo un malabaro scopriva una freccia colla punta formata da una scheggia d'osso.

— Qui sono venuti dei selvaggi — disse Harry, aggrottando la fronte. — Ciò è grave.

— Mio povero Alì! — esclamò Edoardo. — Forse me l'hanno ucciso!

— Gli andamani sono cattivi, ma non uccidono gli uomini bianchi — disse il marinaio. — Alcuni viaggiatori, è vero, hanno detto che sono antropofaghi; ma io non lo credo. Forse lo avranno fatto prigioniero, ma senza fargli male.

— Ma siamo certi che Alì si sia qui arrestato? — chiese Oliviero.

— Pandu ci ha guidati qui, signore e qui si è arrestato.

— Ma che cosa faranno di mio fratello? — chiese Edoardo.

— Non lo so, — disse Harry, — ma se lo hanno fatto prigioniero noi lo libereremo, ve lo assicuro. Nove fucili bastano per mettere in fuga una tribù intera di quei selvaggi.

— Ma dove l'avranno condotto?

— Si sono internati nella foresta — disse un malabaro. — Si vedono distintamente le loro tracce.

— Le seguiremo — disse Harry.

— Pandu, mio bravo animale, qui — gridò Edoardo. — Tu ci guiderai.

Il cane, invece di accorrere, si slanciò lungo la spiaggia. Latrava con furore ed il suo folto pelame nero gli si era arruffato. Pareva che volesse avventarsi contro qualche nemico.

— Pandu! — ripetè Edoardo. — Qui, Pandu!

Il cane non obbediva: continuava a correre, latrando con crescente rabbia.

— Che vi siano i selvaggi laggiù! — esclamò Harry. — Seguiamolo, signori!

Si misero tutti a correre dietro al cane che si era gettato in mezzo ad un fitto macchione di cespugli che coronava la cima d'una roccia.

A un tratto, fra i latrati furibondi di Pandu, echeggiarono delle grida umane.

— Aiuto!... Aiuto!... — aveva gridato qualcuno che si trovava in mezzo ai cespugli.

— Pandu! Qui Pandu! — comandò Edoardo.

Il cane non obbediva. Fra la macchia si udivano urla strozzate ed i mugolìi del cane. Pareva che là sotto succedesse qualche cosa di grave.

Harry, Oliviero e tutti gli altri salirono la roccia correndo e si precipitarono in mezzo ai cespugli.

Colà videro il grosso cane che azzannava ferocemente un uomo, il quale ormai non opponeva più alcuna resistenza.

Edoardo lo afferrò per la coda e con uno sforzo disperato lo trasse indietro.

Un grido d'orrore gli sfuggì. L'uomo che giaceva fra i cespugli era Garrovi, ma ridotto in uno stato indescrivibile. Gli acuti e formidabili denti dell'animale gli avevano aperta la gola, fracassate ambe le braccia e strappata tutta la parte inferiore del viso.

— Garrovi! — esclamò Oliviero. — Quest'uomo ancora qui? Si era dunque salvato?

— Ma credo che questa volta sia morto davvero — disse Harry. — Pandu ha vendicato il suo padrone.

Si curvò sull'ex-saniasso, ma vide subito che non vi era più nulla da fare.

— È morto — disse, rialzandosi.

— Ma la piccina che aveva con sé? — chiese Edoardo. — Io non la vedo.

— Si sarà annegata — rispose il marinaio. — Questo birbante aveva la pelle ben dura, per uscire illeso da quella tempesta.

— No, illeso — disse Oliviero. — Questo povero diavolo aveva una gamba spezzata.

— Ora si spiega il perché non ha potuto evitare l'assalto di Pandu. Bah! Un gran briccone di meno.

— Sì, — disse Oliviero, — questa canaglia meritava la morte.

— Andiamocene, signori. S'incaricheranno le tigri di seppellirlo nei loro ventri.

— Ma la piccina — insistette Oliviero.

— Se si trovasse in questi dintorni, Pandu l'avrebbe già scoperta.

— E mi pare che la cerchi — rispose Edoardo. — Non vorrei che toccasse a lei una simile morte.

— Lo terremo a guinzaglio. Dov'è quel bravo cane?

— Si dirige verso il bosco.

— Raggiungiamolo e teniamolo con noi.

— Che abbia invece ritrovato le tracce di Alì? — chiese il tenente.

— È probabile, ma non ci avventureremo sotto i boschi di notte. Accampiamoci e domani mattina ci rimetteremo in marcia.

Ritornarono alla capanna, accomodando alla meglio il tetto con delle foglie e rinforzandolo con dei rami, e dopo una parca cena vi si sdraiarono sotto, mentre un malabaro montava il primo quarto di guardia in compagnia di Pandu.