Il buon cuore - Anno XIV, n. 02 - 10 gennaio 1915/Religione

Religione

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Educazione Istruzione Beneficenza

[p. 13 modifica] Religione


Domenica prima dopo l’Epifania

Testo del Vangelo.

E quando Egli fu arrivato all’età di dodici anni, essendo essi andati a Gerusalemme, secondo il solito di quella solennità, allorchè,, passati quei giorni, se ne ritornarono, rimase il fanciullo Gesù in Gerusalentme, e non se ne accorsero i suoi genitori. E pensandosi, che egli fosse coi compagni, camminarono una giornata, e lo andavano cercando tra i parenti e conoscenti. Nè avendolo trovato, tornarono a Gerusalemme a ricercarlo. E avvenne che dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, che sedeva in mezzo ai dottori, e gli ascoltava c!d’interrogava. E tutti quei.che l’udivano, restavano attoniti della sua sapienza e delle sue risposte. vedendolo- (i genitori), ne fecero le meraviglie. la madre sua gli disse: piglio, perchè ci hai tu fatto questo? Ecco che il padre ed io, addolorati, andavamo di te in cerca. Ed Egli disse loro: Perchè mi cercavate voi? Non sapevate, come nelle cose spettanti al Padre mio devo occuparmi? Ed eglino non compresero quel che egli aveva detto. se ne andò con essi, e fe’ ritorno a Nazareth, ed erti ad essi soggetta. E la Madre sua di tutte queste cose faceva conserva in cuor suo. E Gesù avanzava in sapienza, in età ed in grazia appresso a Dio e appresso agli uomini. S. LUCA, II. a.

Pensieri. I doveri dei genitori verso Dio e verso i figli, i doveri dei figli verso Dio e verso i genitori, ecco la duplice importantissima lezione che ci vien data nell’odierno vangelo.

Che soave, edificante spettacolo ci presentano Giuseppe e Maria nella loro condotta! Essi sono il vero tipo di ciò che devono essere, gli sposi buoni e virtuosi. I doveri religiosi sono la base, l’aiuto, il complemento, il profumo di tutti i loro doveri. Dio è la prima parola della famiglia. Una grande festa caratteristica presso il popolo Ebreo, la loro fede e il loro culto pubblico verso Dio: è ^ùna festa religiosa e civile a un tempo, che riassume le raemorie più antiche e sacre della loro nazione, la festa della Pasqua. Questa festa si compie in Gerusalemme, nella capitale del Regno, nel Tempio che ricordava insieme una gloria e un dolore: la gloria del Tempio di Salomone, il dolore del Tempio distrutto, all’epoca della schiavitù di Babilonia. Il Tempio era stato riedificato; era men bello del Tempio antico, ma una promessa profetica aleggiava sulla sua mole, e lo faceva più prezioso dell’antico: in esso sarebbe entrato l’aspettato delle nazioni, il discendente di Giuda, il Redentore del mondo! Il Tempio - riassumeva tutta la gloria del,,j

la• nazione; la gloria passata, la speranza presente. i trionfi dell’avvenire. L’andare al Tempio era a un tempo un’opera di fede e di patriottismo., Giuseppe e Maria vi andarono, quando Gesù era giunto all’età, di anni dodici; ma il Vangelo ha tosto cura di aggiungere che vi erano andati secondo il solito, per disingannarci se mai fossimo tentati di credere che quell’andata fosse straordinaria, suggerita da un impulso momentaneo di zelo passeggero. L’adempimento delle opere pubbliche del culto.era abituale nella santa coppia degli sposi di Nazareth non è la prima volta che essi vengono nel Tempio: ci vennero per la Circoncisione del loro bambino; ci vennero’ per la sua Presentazione e per la Purificazione di Maria; si accenna alla loro attuale venuta perchè si collega ad un’altra cerimonia, ad un’altra prescrizione della legge riguardo al figlio, la sua iscrizione ufficiale nella comunità, una funzoni conservata anche oggi presso gli Ebrei. Ricordiamo che il senatore Tullo Massarani, israelita, morto alcuni anni or sono in Milano; volle avere sul suo letto di morte e portare con sè nella tomba, la piccola divisa, il vestitino, che aveva portato, quando giovinetto fu aggregato liturgicamente alla sua comunità religiosa: La Circoncisione, la Presentazione, la, scriziont., corrispondevano presso il popolo Ebreo, ai nostri tre sacramenti, il Battesimo, la Cresima, la Prima Comunione.

I nostri tempi non sono meno gloriosi del Tempio di Gerusalemme. Il scondo Tempio era più grancie del primo, perChè i nesso sarebbe entrata l’aspettato delle genti, il Redentore. Sotto questo aspetto, i nostri Tempi, anche la più umile Chiesetta del villaggio, po’ssono dirsi più grandi del secondo Tempio di Gerusalemme. In.questo Gesù Cristo, il Redentore del mondo, non,-entrò, che poche volte; nelle nostre Chiese, pel sacramento dell’Eucaristia, Cristo è sempre presente! Nè ad alcuna delle nostre Chiese manca il carattere storico e patriottico, che si unisce a rendere più caro e venerando ii loro carattere religioso. Quante memorie cittadine e nazionali sono unite al nastro Tempio di S. Ambrogio. in quello vecchio là, fuori di mano, quante al nostro Duomo, quante alla Consolata di Torino, quante a Santa Croce di Firenze! Attirati da questo doppio pensiero religioso e patriottico, vanno i genitori cristiani al Tempio? Ci andranno qualche volta in circostanze straordinarie; ci vanno abitualmente? Ci va specialmente lo sposo. il padre?’ E’ una mortificazione il pensarci. Ci vanno molte spose, molte madri; ci vanno, come si dice, le nonne: ma’ gli uomini... lo sposo... il padre! Le Chiese sono sparse da per tutto; se ne trovano ad ogni svolta di contrada; le funzioni vi.sone frequenti; le messe, nei giorni, festivi, vi sono fisse e numerose, per meglio rispondere al bisogno di tut [p. 14 modifica]ti. Le feste di Pasqua sono poi un richiamo speciali, al Tempio, per accostarsi ai Santi Sacramenti della.Confessione e della’ Comunione. In questo rappetto, quale è la condotta di molti uomini, sposi, genitori? La Prima Comunione segna forse una delle ultirne volte che si è andati nella Chiesa, la cerimonia dello Sf)osalizio, segna forse l’ultima; e forse ora, per alcuni è soppressa anche questa; e i figli che trastullano • nelle case sono già grandicelli, sono già. forse giovani fatti! O uomini, col divenire grandi, col divenire’ sposi. col ’divenire genitori, sono forse cessati i vostri doveri verso Dio? l’anima non è forse più la vostra anima che dovete cercare di salvare colla cognizione della verità di fede, coll’adempimento della legge di Dio? Non si direbbe anzi che colla venuta dei figli, ’i vostri doveri verso Dio sono cresciuti, per questi doveri da insegnare ai figli, colle vostre, parole prima, ma poi e più col vostro esempio?

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L’educazione religiosa dei figli, ecco il secondo gi’avissimo dovere che incombe ai genitori., Quale edificante esempio ci presentano in proposito Giuseppe e Maria! A dodici anni il loro ’bambino va al Tempio; ma chi va con lui? chi ve, lo conduce? Sono essi, i genitori. I nostri bambini,’ _i nostri giovinetti, vanno alla Chiesa, ma chi va con essi? ’il padre?... Ah, quante volte il padre brilla per la sua ’assenza, e non per una volta, per poche volte; è un’abitudine il non andarci, e neanche nella più grave circostanza della Messa alla domenica, dei Sacramenti a.Pasqua! Ci va la madre; ’è già uri bene; ma è un bene dimezzato; l’esempio negativo del padre quale efficacia toglie all’esempio edificante della madre! E’ un bene che va gradatamente scemando col crescere degli anni nel figlio: quanto più il figlio si avvicina all’età adulta del padre, imiterà il padre; non va in Chiesa il padre, non vado neppur io; non riceve i Sacramenti il padre, non li ricevo neppur io... Ciò è poi tanto comodo; senza contare il fatale sussidio che a questa ~missione dei doveri religiosi presta il precoce e violento sorger delle passioni, la debolezza del rispetto umano! ’ E questa negligenza dell’educazione religiosa dei figli è tanto più dannosa e riprovevole nei genitori in un momento, in un’epoca, in cui questa educazione sarebbe più necessaria. Un tempo questa educazione era data nella scuola,: la scuola era il complemento presso la famiglia: nella scuola vi era l’istruzione religiosa, nella scuola vi era’ spesso anche la Chiesa, per ascoltare la Messa, ricevervi i Sacramenti. Ora l’istruzione religiosa è soppressa, e in alcuni luoghi dove ancora è data, è data in cosìmalo modo, da far quasi dubitare se non fosse minor male il non darla affatto. Nella deficienza dell’istruzione religiosa nella scuola, questa istruzione chi la deve dare? La famiglia; o per se, o per mezzo della Chiesa, mandando i figli all’istruzione ordinaria.del ’Catechismo alle do meniche, o straordinaria, quale apportimamente viene ora organizzata in molte Chiese e Parrocchie. ’Ma se l’istruzione religiosa non è data in scuola: non è data in casa, non si va a chiederla in Chiesa, come cresceranno i figli? Per saperlo non avete bisogno di aspettare: già ne vedete i tristi effetti nella condotta di tanta gioventù. Si moltiplicano le istituzioni per raccogliere la fanciullezza abbandonata e traviata, ma sono sempre, e ogni giorno più, impari al bisogno: i.giovani delinquenti crescono ogni giorno più, sono legione: quando si organizzano delle di-’ mostrazioni antireligiose, il contingente maggiore di quelle orde tumultuanti, da chi è formato? Da giovanetti di quindici, sedici anni: e quali bestemmie, quali turpi e torvi propositi escono da quelle labbra! Genitori, voi inorridite a quello spettacolo, inorridite per l’ora presente, inorridite di più negli. spaventosi presagi dell’avvenire.... Prima di inorridire per la condotta dei figli, inorridite della vostra condotta: essi sono l’effetto, la causa siete voi! In quelle comitive voi non troverete i bambini che come il bambino Gesù era fedelmente condotto al Tempio dai suoi genitori, precedendolo essi, accompagnandolo essi, colla parola autorevole, ma più ancora coll’esempio, più autorevole di ogni parola.

La brevità dello spazio ci toglie di dilungarci nel ’secondo punto dei doveri dei figli verso Dio e verso i genitori: diremo due sole parole, ma gravi in sè e importanti nelle conseguenze. Se i genitori mancano ai loro doveri verso Dio, vi mancano per.se, e vi mancano in modo particolare per la negligenza nell’istruzione dei figli e pel cattivo esempio, non ne• viene di conseguenza che ai doveri verso.Dio debbano e possano mancare i figli. I doveri verso Dio sono assoluti, e non dipendOno punto nella loro obbligazione e nel loro adempiMento nei figli dalla condotta dei genitori. I genitori seno negligenti o cattivi? Siate religiosi e buoni voi, o figli. E’ l’esempio che ci dà Gesù Cristo nell’odierno vangelo. I genitori, nel ritorno da *Gerusalemme, lo hanno smarrito. Questo smarrimento, nel caso presente, non è da ascriversi a loro colpa: l’amore di Giuseppe e Maria verso il bambino, la sorpresa e il dolore di non ritrovarlo, come credevano, nella comitiva dei parenti, l’ansia dello smarrimento, il rapido ritorno in Gerusalemme, l’accento di dolore in- Maria nel momento del ritrovo, tutto prova che nello smarrimento essi non, avevano alcuna colpa. Forse fu cercato direttamente da Cristo. Lo spiegherebbe, lo conferinerebbe la risposta di Cristo alla madre. Egli prese occasione di quello smarrimento per affermare una grande, una fondaMentale verità, che cioè i doveri verso Dio, specialmente quando si ha una particolare missione, vanno innanzi ad ogni altro dovere, anche ai doveri verso i genitori. E’ la supremazia:della vocazione religiosa sopra ogni altro dovere. Lo sappiamo, se ne persuadano i genitori. Quando i figli, quando le figlie, non per leggerezza, non [p. 15 modifica]per capriccio, non per dispetto, o, per altri motivi meno elevati, dichiarano di sentirsi chiamati ad una professione di più stretto ed esclusivo servizio di Dio, essi sono obbligati a rispettare il voto dei figli: nella scelta tra loro e Dio, il primo posto spetta a Dio: mettersi al suo posto sarebbe un sacrilegio

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Bene avvertì ciò Maria, che alle parole di Cristo: Non sapevate, come nelle cose spettanti al Padre mio celeste debbo occuparmi; senza comprenderne il sensó preciso, dopo di avere ammirato la sua sapienza nella disputa coi dottori, segno evidente della sua speciale missione divina, tenne calcolo di tutto ciò, formandone oggetto di seria ed intima considerazione. I doveri speciali verso Dio non dispensano però dai doveri permanenti verso i genitori. Nessuno ebbe una missione così distinta e superiore ad ogni altro riflesso, della missione che ebbe Cristo: l’adempimento della volontà del Padre doveva essere la sua volontà: lo dichiarò egli stesso quando già in esercizio del suo apostolato pubblico, avvertito che era presente la sua madre e che lo cercava, rispose: mia madre è colei che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Malgrado questa missione superiore, libera, indipendente, da seguirsi a tempo opportuno, bambino Gesù non dimentica,,non trascura, i doveri di Obbedienza e di soggezione a suoi genitori. Ritorna con essi a Nazareth, e la parola sublime che riassume sotto’ un solo concetto, un solo dovere; tutta la sua vita, dai dodici ai trent’anni, è questa: era soggetto ad essi. • Non è a meravigliarsi se a questa parola faccia seguito questo periodo,: Gesù avanzava in sapienza, in ciò e in grazia appresso a Dio e appresso agli n10mini. Giovani, meditate questo periodo, congiungendolo con quella p’arola esso contiene un Volume. E’ il volume della vostra grandezza, della vosii-:, L. V.

d’ingiusto giogo spezza la• pressura, che. pur nell’ira, Carità rispetta, chè vittorioso e in prospera ventura di modestia e nmiltade si diletta, Questi è immortal e vai’, che in, nobil canti la sua grandezza, il ’suo valor si vanti. SAMARITA.