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14 IL BUON CUORE


ti. Le feste di Pasqua sono poi un richiamo speciali, al Tempio, per accostarsi ai Santi Sacramenti della.Confessione e della’ Comunione. In questo rappetto, quale è la condotta di molti uomini, sposi, genitori? La Prima Comunione segna forse una delle ultirne volte che si è andati nella Chiesa, la cerimonia dello Sf)osalizio, segna forse l’ultima; e forse ora, per alcuni è soppressa anche questa; e i figli che trastullano • nelle case sono già grandicelli, sono già. forse giovani fatti! O uomini, col divenire grandi, col divenire’ sposi. col ’divenire genitori, sono forse cessati i vostri doveri verso Dio? l’anima non è forse più la vostra anima che dovete cercare di salvare colla cognizione della verità di fede, coll’adempimento della legge di Dio? Non si direbbe anzi che colla venuta dei figli, ’i vostri doveri verso Dio sono cresciuti, per questi doveri da insegnare ai figli, colle vostre, parole prima, ma poi e più col vostro esempio?

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L’educazione religiosa dei figli, ecco il secondo gi’avissimo dovere che incombe ai genitori., Quale edificante esempio ci presentano in proposito Giuseppe e Maria! A dodici anni il loro ’bambino va al Tempio; ma chi va con lui? chi ve, lo conduce? Sono essi, i genitori. I nostri bambini,’ _i nostri giovinetti, vanno alla Chiesa, ma chi va con essi? ’il padre?... Ah, quante volte il padre brilla per la sua ’assenza, e non per una volta, per poche volte; è un’abitudine il non andarci, e neanche nella più grave circostanza della Messa alla domenica, dei Sacramenti a.Pasqua! Ci va la madre; ’è già uri bene; ma è un bene dimezzato; l’esempio negativo del padre quale efficacia toglie all’esempio edificante della madre! E’ un bene che va gradatamente scemando col crescere degli anni nel figlio: quanto più il figlio si avvicina all’età adulta del padre, imiterà il padre; non va in Chiesa il padre, non vado neppur io; non riceve i Sacramenti il padre, non li ricevo neppur io... Ciò è poi tanto comodo; senza contare il fatale sussidio che a questa ~missione dei doveri religiosi presta il precoce e violento sorger delle passioni, la debolezza del rispetto umano! ’ E questa negligenza dell’educazione religiosa dei figli è tanto più dannosa e riprovevole nei genitori in un momento, in un’epoca, in cui questa educazione sarebbe più necessaria. Un tempo questa educazione era data nella scuola,: la scuola era il complemento presso la famiglia: nella scuola vi era l’istruzione religiosa, nella scuola vi era’ spesso anche la Chiesa, per ascoltare la Messa, ricevervi i Sacramenti. Ora l’istruzione religiosa è soppressa, e in alcuni luoghi dove ancora è data, è data in cosìmalo modo, da far quasi dubitare se non fosse minor male il non darla affatto. Nella deficienza dell’istruzione religiosa nella scuola, questa istruzione chi la deve dare? La famiglia; o per se, o per mezzo della Chiesa, mandando i figli all’istruzione ordinaria.del ’Catechismo alle do meniche, o straordinaria, quale apportimamente viene ora organizzata in molte Chiese e Parrocchie. ’Ma se l’istruzione religiosa non è data in scuola: non è data in casa, non si va a chiederla in Chiesa, come cresceranno i figli? Per saperlo non avete bisogno di aspettare: già ne vedete i tristi effetti nella condotta di tanta gioventù. Si moltiplicano le istituzioni per raccogliere la fanciullezza abbandonata e traviata, ma sono sempre, e ogni giorno più, impari al bisogno: i.giovani delinquenti crescono ogni giorno più, sono legione: quando si organizzano delle di-’ mostrazioni antireligiose, il contingente maggiore di quelle orde tumultuanti, da chi è formato? Da giovanetti di quindici, sedici anni: e quali bestemmie, quali turpi e torvi propositi escono da quelle labbra! Genitori, voi inorridite a quello spettacolo, inorridite per l’ora presente, inorridite di più negli. spaventosi presagi dell’avvenire.... Prima di inorridire per la condotta dei figli, inorridite della vostra condotta: essi sono l’effetto, la causa siete voi! In quelle comitive voi non troverete i bambini che come il bambino Gesù era fedelmente condotto al Tempio dai suoi genitori, precedendolo essi, accompagnandolo essi, colla parola autorevole, ma più ancora coll’esempio, più autorevole di ogni parola.

La brevità dello spazio ci toglie di dilungarci nel ’secondo punto dei doveri dei figli verso Dio e verso i genitori: diremo due sole parole, ma gravi in sè e importanti nelle conseguenze. Se i genitori mancano ai loro doveri verso Dio, vi mancano per.se, e vi mancano in modo particolare per la negligenza nell’istruzione dei figli e pel cattivo esempio, non ne• viene di conseguenza che ai doveri verso.Dio debbano e possano mancare i figli. I doveri verso Dio sono assoluti, e non dipendOno punto nella loro obbligazione e nel loro adempiMento nei figli dalla condotta dei genitori. I genitori seno negligenti o cattivi? Siate religiosi e buoni voi, o figli. E’ l’esempio che ci dà Gesù Cristo nell’odierno vangelo. I genitori, nel ritorno da *Gerusalemme, lo hanno smarrito. Questo smarrimento, nel caso presente, non è da ascriversi a loro colpa: l’amore di Giuseppe e Maria verso il bambino, la sorpresa e il dolore di non ritrovarlo, come credevano, nella comitiva dei parenti, l’ansia dello smarrimento, il rapido ritorno in Gerusalemme, l’accento di dolore in- Maria nel momento del ritrovo, tutto prova che nello smarrimento essi non, avevano alcuna colpa. Forse fu cercato direttamente da Cristo. Lo spiegherebbe, lo conferinerebbe la risposta di Cristo alla madre. Egli prese occasione di quello smarrimento per affermare una grande, una fondaMentale verità, che cioè i doveri verso Dio, specialmente quando si ha una particolare missione, vanno innanzi ad ogni altro dovere, anche ai doveri verso i genitori. E’ la supremazia:della vocazione religiosa sopra ogni altro dovere. Lo sappiamo, se ne persuadano i genitori. Quando i figli, quando le figlie, non per leggerezza, non