Il buon cuore - Anno XIII, n. 33 - 4 ottobre 1914/Religione

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Educazione ed Istruzione Beneficenza

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Domenica 5a dopo la Decollazione

Testo del Vangelo.

In quel tempo disse il Signore Gesù ai capi dei Sacerdoti ed agli anziani del popolo questa parabola: Eravi un padre di famiglia, il quale piantò una vigna, e la cinse di siepe e s_cavò e vi fece un torchio.; fabbricò una torre e la diede a lavorare ai contadini e andossene in lontano paese. Venuta poi la stagione dei frutti, mandò i suoi servi dai contadini per ricevere i frutti di essa. Ma i contadini, messe addosso le mani ai servi, altro ne bastonarono, altro ne uccisero, e altro ne lapidarono. Mandò di nuovo altri servi in maggior numero di prima, e coloro li trattarono nello stesso modo. Finalmente mandò ad essi il suo figliuolo, dicendo: Avranno rispetto a mio figlio. Ma i contadini, venuto il figliuolo, dissero tra di loro: Questi è l’erede; venite, ammazziamolo, e avremo la sua eredità; e presolo, lo cacciarono fuori della vigna, e l’uccisero. Tornato adunque che sia il padrone della vigna, che farà di quei contadini? Essi risposero: Manderà in malora i malvagi, e rimetterà la sua vigna ad altri contadini, i quali gliene renderanno il frutto ai suoi tempi. Disse loro Gesù: Non avete mai letto nelle Scritture: La pietra che fu rigettata da coloro che fabbricavano, è divenuta fondamentale dell’angolo? Dal Signore è stata fatta tal cosa, ed è mirabile agli occhi nostri. Per questo vi dico, che sarà tolto a voi il regno di Dio e sarà dato ad un popolo che produca i frutti di esso. E chi cadrà sopra questa pietra, si fracasserà; e quegli su di cui essa cadrà, sarà stritolato. E avendo i Principi dei sacerdoti ed i Farisei udite le sue parabole, compresero che parlava di loro. E cercando di mettergli le mani addosso, ebbero paura del popolo perchè lo teneva per profeta. (S. MATTEO, Cap. ai).

Pensieri. E’ una grande sintesi storica che Gesù Cristo traccia nell’odierno vangelo; Agostino vi •tolse l’idea del suo libro Dela città di Dio, Bossuet de’ suo Discorso sulla storia universale. E’ il quadro dei benefici di Dio e della ingratitudine degli uomini, ristretto materialmente [p. 262 modifica]alla storia del popolo ebreo, colla successiva riprovazione di questo popolo, ma con un rapporta di applicazioni assai più larghe; nel popolo ebreo è rappresentata l’umanità, nella storia di tutti si individualizza e diventa la storia di ciascuno, il dramma del mondo si concentra nel dramma di un’anima.

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L’importanza dell’argomento è tosto rivelata dalle persone a cui Gesù Cristo rivolge le sue parole: non è più il popolo, non son più le turbe: parla ai capi dei sacerdoti ed agli anziani del popolo; mancano pochi giorni alla passione; la lotta fra Gesù Cristo ed i suoi nemici è giunta al punto acuto; il Salvatore ha già esaurito tutte le sue industrie, tutte le sue misericordie, per convertire gli Ebrei; gli Ebrei hanno già stabilito di uccidere Gesù Cristo; attendono soltanto, non più l’anno, il mese, ma il giorno, il momento opportuno. Gesù Cristo li affronta nella imminenza del loro delitto; e l’ultima delle misericordie che usa con essi, la rivelazione aperta del male ohe stanno per fare, col castigo che li aspetta. Nella parola di Cristo sfolgoreggia Iddio.

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Eravi un padre di famiglia il quale piantò una vigna. — Questo padre è Dio, Dio presentato sotto l’aspetto consolante dell’amore, un padre che si raccoglie intorno i suoi figli. La vigna può intendersi tanto la terra di Canaan, che Dio promise e poi donò agli Ebrei, dividendola e difendendola dai nemici, come può intendersi lo stesso popold ano, distinto dagli altri popoli colla vocazione di Abramo, favorito colla legge lel Sinai, e col ministero dei Profeti che mantenevano in mezzo al popolo vivada feie nell’unico vero Dio, e ne’ promesso Salvatore. Quanti speciali benefici non concesse Dio al popolo Ebreo! Che cosa poteva ó fare alla mia vigna, Iidio grida per bocca di Isaia, e non l’abbia fatto! E il popolo come corrispose ai benefici di Dio? Ogni beneficio era seguito da una ingratitudine. Iddio mandava i suoi servi pe- riscuotere i frutti che dovevanJ essere maturati, cioè a professione sincera della fede, la pratica delle buone opere; erano i Profeti ed i santi ministri lel Signore che richiamavano il popolo all’osservanza della legge di Dio, m-t più volte, invece di ersere ascoltati, erano lesisi, minacciati, perseguitati, uccisi! Questo fatto si ripete più volte: più Dio ripeteVa i suoi benefici, più essi ripetevano le loro, infedeltà. Finalmente mandò ad essi il suo figlio, dicendo: avran rispetto a mio figlio! E venne Gesù Cristo; Gesù Cristo si presenta, con tutto il corredo delle prove che lo manifestavano Dio, la sua dottrina, la sua virtù, i suoi Miracoli, l’omaggio di iutiere popolazioni, la testimonianza delle scritture che additavano verificate in lui le profezie... Che cosa hanno fatto gli ebrei? I contadini veduto il figliuolo dissero tra di loro: Questi è l’erede; venite, ammazziamolo, e avremo la sua eredità. E presolo lo cacciaron fuori della vigna, e l’uccisero! E’ ciò che gli ebrei avrebbero fatto in quella stessa settimana; il complotto ’i uccidere Cristo già da tempo era stato ordito; non mancava che di metterlo in esecuzione; fra pochi giorni il Giusto sarà cacciato fuori di Gerusalemme, e morrà fra orribili spa simi appeso ad una Croce. Gesù Cristo, nell’antiveggenza divin% vede davanti a sè quella scena. ne sente tutto l’orrore, prevede i castighi che seguiranno la colpa, e quasi a prevenirli, ne strappa la confessione dagli stessi colpevoli. Tornato che sia il padrone che farà di quei contadini? L’ingratitudine, il -elitto. erare così palesi, che gli Ebrei non poterono non risoonlete: manderà in malora i malvagi, e rimetterà la vigna ad altri contadini. Era l’anticipazione del grido che fra pochi giorni sarebbe i isuonsto -in Gerusalemme:i! suo sangue cada sopra di noi e de’ nostri figli! Gesù Cristo, dinnanzi a tanta improntitudine, con sommo dolore ma nel tempo stesso c’on autorità divina, pronuncia la grande sentenza: per questo vi dico che sarà tolto a voi il regno di Dio, e sarà daftko ad un popolo, che produca i frutti di esso. I Romani sono alle porte: Vespasiano e Tito cingono d’assedio Gerusalemme; la fame, i morbi, le discordie, dilacerano la città; le madri svenano i propri figli, li fanno cuocere e li divorano;, la città è presa, i cittadini passati a fil di spada, e da ultimo il Temp:o incen diato proietta la sua luce vendicatrice a far più truci e, solenni le rovine della distrutta città, mentre il popolo superstite incomincia il suo viaggio di pellegrino errante sulla faccia della terra. E Gesù Cristo? La pietra’riprovata è fatta la pietra angolare: chi, inciampando, cadrà su questa pietra, si fracasserà; e quegli su cui essa cadrà sarà stritolato. Gesù Cristo, cogli apostoli, intraprenderà la conquista del mondo: un nuovo popolo, il popolo gentile chiamato alla fide, prenderà il posto -lel popolo riprovato; una nuova civiltà è sorta; Roma, che pose il fuoco a Gerusalemme, innalza sulla piazza che sta dinnanzi ad un altro tempio, più maestoso di quello di Gerusalemme, un obelisca che parta inciso sulla base: Cr-sto vive, Cristo Pince, Cristo trionfa!

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La storia del popolo ebreo è la storia del popolo cristiano, se il popolo cristiano male crrisponderà ai benefici di Dio carne ha fatto il popolo Ebreo. Ove sono le Chiese di Gerusalemme, di Antiocchia, di Alessandria, di Costantinopoli, illustrate dalla v,ce e dalla santità di un Cirillo, di un Atanasio, di un Basilio, di un Grisostorno? Rose dalle eresie e dallo scisma, sono cadute lugubre velo di morte. Dove sono le sante cristianità di sotto il dominio.mussulmano, che le copre sotto il suo Cantorbery, di Ginevra, di Magonza, che ricordano l’isola dei;tinti, rapostolo Agostino, S. Bonifacio? Lo spirito di orgoglio le ha invase, si scissero dal grande tronco di Pietro, e vivono nello scisnia e nell’eresia. Ov’è la grande famiglia dei popoli che Cirillo e Metodio convertirono alla Chiesa Romana: Abdion.ta la santa libertà di figlio di Pietro, chinano umiliati il capo e!baciano lo scettro dello Czar di tutte le Russie! Non illud,amoci: l’Italia è cattolica; lo sarà sempre? Propriamente un secolo fa, nella Francia, sul suolo dove meno di un secolo prima aveva risuonato sovrana e rispettata la voce di Bcssuet li Bourdaloue, di Massillon, quale spettacolo si presentava? Il Culto Cattolico era ufficialmente abolito; le ceneri dei martiri e [p. 263 modifica]rano disperse ai venti, e sull’altare dov,: prima era venerato Gesù Cristo, saliva sotto le forme procaci di una prostituta, la Dea Ragione. L’Italia si conserverà Cattolica? Non illudiamoci: la Chiesa di Gesù Cristo rion scomparirà dalla terra; portae inferi non prevalebunt; ma queste parole riguardano il mondo, non un luogo particolare del mondo; neppur l’Italia, che è pure il centro della Chiesa: la Chiesa esisteva anche quando il Papa viveva sovrano in Avignone, anche quando moriva prigioniero a Valenza. L’Italia si conserverà Cattolica?... E’ una domanda che tremando rivolgiamo a noi stessi e che leve farsentire a tutti la grave responsabilità che a tutti incombe nella soluzione dell’importante quesito, per la parte che può toccare a ciascuno, capitani e soldati. L. V. 211,t_ St/ 2,19,_

"Ph’v vAt SALM Ag_wiAg -V-t Ag_ gA• -71Y fi7n,is• 71lz ‘;

La Madonna del Rosario Oggi è la festa del Rosario. Non ci fermeremo a parlare del Rosario in particolare, ma in generale delle preghiere formulate. La preghiera è un grido, un bisogno del’anima, e pare che nulla costringa di più, più la inceppi che una formula imposta. Vediamo aunque la necessità -;:efficacia della formula. La formula stimola il nostro sentimento. Pare dovrebbe essere un bisogno a preghiera: invece è un peso e richiede uno sforzo: siamo cosi piegati verso terra! La lormula, esperienza di un’anima _anta, espressa in parole, stimola la nostra attività. Come il maestro aiuta e stimola l’intelligenza dello scolaro, cosi la formula aiuta e stimola il séntimento nostro. In quale stato di abbassamento siamo caduti! La pregh’iera ci si dà per penitenza dei nostri peccati! Proprio così! E’ un peso la preghiera! Oltrechè stimolare, la formula ordina la nostra preghiera. Davanti a Dio, noi esponiamo tutti i nostri desideri, ma in quale ordine? Fossimo malati, chiederemmo prima la salute, o la santificazione del nomee di Dio? La preghiera formulata d2 un’anima santa, riordina, regola i nostri desideri, facendo precedere ciò che è bene in sè, a ciò che è bene per noi. Il Cardinale Newman teneva moltissimo alle formole per una ragione singolare. Diceva che esse impediscono che si dicano a Dio delle sciocchezze. Proprio cosi. Certe preghiere sano irriverenti e non giovano a nulla. Ecco la preghiera ideale, calma e serena di Gesù.:

Padre nostro... I sentimenti infocati di un santo, dicono nulla ad altre persone, lasciano indifferenti e allora la preghiera non c’è più; ella deve sgorgare dall’intimo del nostro cuore. Ma come ad un uomo non basta dire studia, ma gli 4 necessario l’aiuto dei libri che lo stimoli, cosi è utile la formola che educhi l’anima e l’aiuta a far proprio il sentimento che ha ispirath la preghiera. Bisogna andar cauti nel comporre formule nuove di preghiera. Ci sia l’elemento fondamentale del cristianesimo e poi l’applicazione speciale sia lasciata all’attività a disposizione individuale. La chiesa prega sempre in modo generale. Pietà di noi, misericordia di noi, ed ognuno ci applioa quel che gli conviene. Cosi è la preghiera di Gesù. Padre nostro.. La paternità di Dio è il concetto fondamentale del cristianesimo; su questo poi chi ricamerà fiducia, chi a- i more, chi timore figliale... Usando delle formule, bisogna però farle nostre, sentire quel che diciamo. Ciò riesce più difficile quando si tratti, come nel Rosario,-di una preghiera ripetuta. Il Rosario è la preghiera delle persone divot,„: soo chi ama davvero, non si stanca di ripetei e le stesse parole. Scopo della preghiera è l’unione con Dio, che si aggiunge non col numero delle Ave Marie, quasi avessero un effetto magico, ma col sentimento che ne accompagni la recita. In taluni casi, il buon.senso ci dov ebbe suggerire di tralasciare l’intero Rosario;:e ne reciti una sola decina. Si legga invece un capo del Vangelo. Si raggiungerà cosi lo scopo desiderato.