Il buon cuore - Anno XII, n. 34 - 23 agosto 1913/Educazione ed Istruzione

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Il buon cuore - Anno XII, n. 34 - 23 agosto 1913 Religione

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I sanatorî contro l’alcoolismo



Nella lotta ingaggiata ormai in tutte le nazioni civili contro l’alcoolismo, la Germania è certamente quella fra gli Stati europei che — constatata l’entità del male — con tenacia di propositi e praticità di mezzi, ha saputo meglio di qualunque altra scendere in campo contro il nemico distruggitore, gareggiando per questo scopo Governo e associazioni, cattolici e protestanti.

I cattolici tedeschi, benché coadiuvati dal governo come i protestanti e con un lavoro quasi tutto privato, seppero ottenere nell’aspra lotta contro l’alcoolismo, effetti mirabili. Riviste antialcooliche, conferenze, ritrovi, proiezioni, carte figurate e cento altri mezzi diffondono l’idea, mentre gli spacci di latte, le cantine di caffè e i bar di bibite antialcooliche vanno sempre più aumentando davanti alle grandi officine e si diffondono nelle città e campagne con una organizzazione mirabile. La. lotta è già coronata chi buoni effetti, poichè il re alcool va sensibilmente perdendo terreno.

Quello però che mi interessa subito far rilevare si è che in Germania da parecchi anni, con effetti molto salutari, funzionano i sanatori antialcoolistici, finora sconosciuti in Italia, i quali hanno il pietoso scopo di raccogliere e curare gli infelici, vittime del brutto vizio.

Finora noi in Italia nella nostra azione antialcoolistica si è cercato solo di prevenire il male, lasciando in generale al loro triste destino coloro che ne sono già vittime: per questi si crede che non vi sia più alcun rimedio. Nel disegno di legge presentato al Senato nel Gennaio 1912, si fa parola, è vero, anche di sanatorii da costruirsi; ma vi si parla quasi di sezioni da aggiungersi ai manicomi: infelice idea, poca pratica, perchè associata a quella del manicomio crea subito intorno a sè un mondo di pregiudizii.

Invece in Germania nella questione alcoolica, studiata e perpetrata nei corsi di sociologia, nei congressi cattolici e settimane sociali, si era venuti alla conclusione che, come per i pazzi ci vogliono i manicomi, così per gli affetti di alcoolismo case apposite: fuori di queste essere moralmente impossibile guarire un alcoolico.

L’incarico di piantare il primo grandioso stabilimento fra i cattolici di Germania se lo assunse coraggiosamente il padre Francesco Vido, veneziano, che allora era provinciale dei Camilliani tedeschi e oggi generale dell’Ordine. Il grande sanatorio fu inaugurato nel Igoi. L’edificio denominato St. millus - Haus (Casa San Camillo) — da un Santo italiano che ebbe fremiti di amore per i più infelici dell’umanità — è situato a Werden - Heidhauseri nella pittoresca e serpeggiante vallata della Ruhr, nella provincia del Reno. Questa casa fu subito salutata come un’isola di salvezza ai miseri naufraghi che brancolanti si dibattono affannosamente in un oceano formato da sette miliardi di litri di bevande alcooliche che annualmente si riversano nella Germania. Il sanatorio, cui è annessa una chiesa, è fornito di tutte le esigenze moderne e circondato da un vasto parco e da panorami incantevoli. Vista la prova riuscitissima di questo primo sanatorio per la Germania occidentale, nei 1907 ne fu inaugurato un altro a Tarnowitz per la Germania orientale e tre anni fa un altro ancora a Neuss.

Questi tre stabilimenti, costruiti col forte appoggiò delle associazioni cattoliche, sono diretti dai Ministri degli infermi (Camilliani) i quali pure in questo ultimo tempo piantarono un’altra casa antialcoolica in Irlanda. Altri sanatorii vennero pure formandosi in Germania, come quello di Maria - Veen e di Walderbarch. Per le donne alcooliche esistono sanatorii, p. e., a Mündt - Titz e a Wasserberg. [p. 266 modifica]Il sistema terapeutico.

Volendo ora esporre brevemente il sistema di cura, prendo come tipo il sanatorio di Werden - Heidhausen, come primo di fondazione e che ci offre un periodo più lungo di praticità. Esso è pure il gran focolare del movimento, della stampa e letteratura antialcoolica fra i cattolici tedeschi; il nodo dell’organizzazione antialcoolistica tedesca. Tutto questo sistema poggia su tre perni principali: astinenza, lavoro e religione. L’astinenza, ma astinenza, assoluta e totale dalle bevande alcooliche sia fermentate che distillate è, per così dire, il domma fondamentale della cura. Le conferenze, le istruzioni, i libri, le riviste e tutta la copiosa letteratura antialcoolica sono pervasi da questa idea madre e su di essa insistono continuamente. I religiosi (padri e fratelli laici), i medici e tutti’ gli inservienti addetti al sanatorio dànno il generoso esempio di non assaggiar neppure essi goccia di bevande contenenti alcool. Astinenza totale adunque — T otalabstinenz -è la parola d’ordine che risuona nella «Casa San Camillo» e negli altri sanatorii, questa parola l’alcoolico, sempre sorvegliato (e senza danaro) la sente ripetere ad ogni momento, la trova in tutte le letture, ksu tutti i muri, la lvede espressa nelle carte figurative: sempre e dappertutto il ritornello: Tolalabstinezi Così la persuasione, a forza di battere, arriva a rompere e farsi strada anche attraverso la dura cervice del più ostinato e imbestialito d trunkenbold». Altro punto principale della cura è il lavoro, contrapposto all’ozio snervante, padre dei vizi. Il lavoro è regolato o dal medico o dalla stationspater (padre di guardia). E tutti nel sanatorio devono avere le loro occupazioni: vi sono legatori di libri, fabbri, calzolai, falegnami, meccanici, ecc. Altri coltivano i giardini, gli orti o i boschetti del vasto parco; vi è poi chi trova il suo gusto nello studio, nella musica, pittura, scultura, plastica, fotografia, ecc. ecc., secondo i vari genii. Non mancano i giuochi di bocce, birilli e bigliardo ad esclusione dei giuochi di guadagno. Il lavoro fa regnare il buon umore, suscita la nota varia e allegra e fa echeggiare qua e là qualche canto. Il terzo elemento è la ’religione, poichè uno degli effetti primi dell’alcoolismo è pur quello di attutire e smorzare il sentimento religioso: quando l’ideale non è nel cielo lo si cerca in generale tra le bassezze della terra. tiOra, essendo questi sanatorii )di cui parliamo costruiti da cattolici in paesi nella maggioranza cattolica — senza tuttavia escludere altre confessioni — si è creduto necessario chiamare in aiuto alla scienza il potente contributo della religione. La religione richiama i proprii doveri; e la coscienza annegata nelle bevande, un po’ alla volta, viene a galla, si risveglia e si riveste della propria dignità e così illuminata riconosce che se l’abbrutire l’anima è un danno e un’ignominia per la famiglia e per

la società, è pure un gran delitto davanti a Dio, cui presto o tardi convien render conto per l’abuso dei doni. Per questo nel St. Kamillus - Haus «la vita del sanatorio deve rivestire il carattere di una famiglia cattolica» come dice un paragrafo del regolamento. E con questi mezzi quegli esseri degeneri dell’umanità, ritornano lentamente uomini, si richiamano le loro preghiere, assistono alla Messa e si accostano ai Sacramenti. Anche qui fede e scienza si armonizzano nel dare cose insperate. A chi è addetto alla sorveglianza incombe un obbligo assai delicato. Deve essere cioè, l’amico, il consigliere, il conforto dei disgraziati, svagarli fr le bellezze della natura, così il paziente, mentre va rinforzandosi nel fisico, si corrobora ancor più nel morale: prende simpatia alle persone e alla casa e si accorge che questa non è già un ergastolo o luogo di espiazione — come parlando della casa di salute contro l’alcoolísmo si espresse l’on. Turati al congresso scientifico di Milano due anni fa — ; ma piuttosto una invenzione della carità e dell’amore degli uomini verso di lui infelice, perchè possa.presto guarire. Il minimo tempo per la cura nello stabilimento sono sei mesi. Naturalmente, come si è detto, in questo temp9 conviene che il paziente sia.sempre sorvegliato, perchè iri nessun modo possa procacciarsi bevande nocive. Dopo tre mesi di cura, quando subentra un po’ di miglioramento, per poter constatare se la volontà si è rinforzata, è permessa l’uscita libera, anche col danaro in tasca: se però avviene una ricaduta, al, lora per qualche settimana c’è una specie di consegna, la quale consiste nel non poter uscire, almeno senza l’accompagnamento. E’ vero però che nei primi giorni e settimane di cura, nonostante la buona volontà e i fermi propositi del malato, subentra la cosidetta ora triste della tentazione, in cui lo spirito è pronto, ma la carne inferma. La passione tiranna per qualche giorno fa sognare l’alcool con tale vivezza, anzi violenza, che senza gli aiuti esterni che può offrir solamente il sanatorio, la volontà da sola non potrebbe reggersi. Ma passata questa crisi morbosa dei primi tempi, il paziente va sempre più rinforzandosi fino a potersi dominare in qualunque,incontro. Non intendo qui fermaimi sopra il grossolano pregiudizio, definitivamente battuto in breccia dalla scienza, che l’astinenza totale dalle bevande con alcoolici, sia di detrimento alla salute; non vorrei però che si credesse che nei sanatorii si sia dannati a bere solo acqua e sempre acqua! Vi è invece un numero stragrande di bevande prive di alcool, igieniche, rinfrescanti, amabili al palato secondo i varii gusti.. In Germania esistono parecchie fabbriche di tali bibite, controllate e rigorosamente sorvegliate dalle autorità governative, perchè non avvengano adulterazioni. [p. 267 modifica]I salutari effetti.

Nel solo sanatorio di Werden - Heidhausen ogni anno vengono curati dai 20o aì 30o alcoolici. Di quelli che escono dal sanatorio circa il 5o per cento possono considerarsi guariti, mentre gli altri passano sotto il nome di migliorati, o ricaduti. Chi fuori del sanatorio incomincia a gustare sia pure in piccole dosi, bevande alcooliche, ’finisce col precipitare nella rovina di prima, poiché la passione, come belva assopita, ai primi stimoli dell’alcool, si risveglia e si impadronisce della antica vittima. E sotto il nome di guariti passano appunto coloro che usciti dal sanatorio si mantengono astinenti per sempre, perché energici e padroni di loro stessi nelle tentazioni. Se ora pensiamo che il gran numero dei «guariti», senza l’aiuto dei sanatorii non si sarebbero mai, assolutamente mai corretti, se consideriamo che la maggior parte dei medici di Germania (a detta del dottor Spelten, specialista delle malattie antialcooliche nel sanatorio di S. Camillo ad Heidhausen), prima che si tentasse la esperienza dei sanatorii,.si mostravano scettici sulle possibili guarigioni, dobbiamo concludere che il sistema di queste case di salute è l’unico pratico per ottenere risultati soddisfaed è la benedizione delle famiglie. Le molte lettere dei guariti e delle loro famiglie ai direttori dei sanatorii sono riboccanti di gratitudine, perchè essi da morti che erano prima risorsero a vita.

Sussidi esterni ai sanatori anfialeoolistiel. Per poter mantenere anche dopo la cura i buoni effetti del sanatorio, i tedeschi da gente pratica, compresero che convien sanare e illuminare l’ambiente sociale esterno, nel quale il guarito dovrà pOi vivere. Se un numero considerevole non si conserva poi osservante, fuori del sanatorio e ricade, in generale dipende o perchè esperimentò un periodo troppo breve di cura, o perchè dovette poi vivere in un ambiente pregno ancora di pregiudizi in favore dell’alcool. Fu appunto per sanare quest’ambiente che i tedeschi crearono quel movimento intenso di cui sopra abbiamo accennato. Numerose sono le associazioni o unioni antialcooliche fra le varie professioni: vi è l’Unione dei sacerdoti, degli studenti, dei maestri, delle donne, e perfino quella dei bambini, la Schutzengelbund (unione dell’Angelo Custode) nella quale decine di migliaia di bambini sono inscritti: ognuna ha il suo piccolo periodico stampato. L’unione maggiore che abbraccia tutte le altre è la Kreuzbiindnis (Lega della Croce) che si protende anche in Austria, Svizzera, Danimarca. Organo della Kreuzbiindnis è il periodico Volksfreund redatto dai Camilliani di Werden-Heidhausen. I membri della Kreuzbiindnis si distinguono in astinenti assoluti e moderati, i quali, oltrechè portare le loro energie nella lotta, si propongono pure di sovvenire ammalati poveri alcoolici, per il mantenimento nei sanatori ed emettono somme a fondo perduto per la propaganda.

Così la Germania, dopo aver battagliato coi cannoni Krupp per assicurarsi la libertà politica, dopo essersi assicurata la vita economica, cerca ora con tutti i mezzi di difendersi contro il nemico interno dell’alcoolismo a il demone della storia moderna» come lo definì in un congresso scientifico il professor Massalongo, uno dei più benemeriti lottatori italiani contro lo spaventoso flagello. Io spero che anche in Italia si sia compreso che senza una energica azione, si precipiterà sempre più alla rovina e che senza l’aiuto dei sanatori è impossibile guarire qualunque affetto di alcoolismo.,E siccome i sanatori sono ancora sconosciuti dagli italiani — e questa mancanza è deplorata da illustri scienziati — sarebbe utilissimo che questa questione venisse presa in maggior considerazione e svolta sui nostri giornali, e niente di più meritorio ci sarebbe se si potesse prendere la iniziativa di un sanatorio sul tipo di quelli germanici, con adattamento italiano. Purtroppo è assai diffuso il pregiudizio che da noi non ci sia motivo di allarmarsi per la piaga alcoolica. Ma dopo quanto si è svolto in questi ultimi anni, dopo le relazióni al Parlamento e al Senato dell’on. Calissano e sen. Garofalo e on. Luzzatti, dopo insomma tutti i molteplici studi sul vinalcoolismo italiano, sarebbe un delitto verso la società e la patria il nascondere la triste realtà. Regnano -tra noi le idee pregiudiziali, propagate dall’autorità del prof. Fazio col suo libro sull’ubbriachezza in Italia, che cioè ira la nostra razza, in questa terra benedetta sorrisa dalla natura, Sileno briaco non sia altro che un’anomalia. Non nascondiamoci la realtà né facciamoci compatire dagli stranieri. Nella grande lotta un posto considerevole spetta al clero. «Il clero — disse il prof. dottor Agliardi, parecchi anni fa, in un congresso medico di Venezia — per il sao ascendente sul popolo per il contatto continuo con le famiglie, deve essere un.potente nostro alleato nella lotta contro l’alcoolismo. La strage delle anime e dei corpi è grande: questo è il grido unanime dei congressi, degli scienziati, degli uomini di Stato e dei propagandisti. Sono venti grandi battaglie, per dir poco, che l’Europa perde ogni. anno, se consideriamo il numero dei morti per alcoolismo e suoi effetti. Se le orde di Attila ruinassero di nuovo dalle chine degli Urali sull’Europa infrollita nei vizi, non potrebbero recidere tante vite quante ne fa sparire tra le sue fauci questo Moloch. dell’alcoolismo. All’Italia strappa ogni anno dalle cinque alle seimila persone. In nessuna battaglia del nostro risorgimento nazionale caddero glofiosamen-’ te sul campo tanti quanti ne miete con obbrobrio il nuovo nemico. a Noi temiamo tanto il colera, diceva Balzac, ma l’alcoolismo è ben peggio del colera!» F.

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