Il buon cuore - Anno X, n. 47 - 18 novembre 1911/Beneficenza

Beneficenza

../ ../Religione IncludiIntestazione 10 agosto 2022 75% Da definire

Il buon cuore - Anno X, n. 47 - 18 novembre 1911 Religione

[p. 369 modifica]Beneficenza


ADUNANZA DEL COMITATO

per la Fiera dell’Asilo Infantile dei Ciechi

Giovedì, nel Salone dell’Istituto dei Ciechi, si radunò il Comitato delle Signore per l’Asilo Infantile dei Ciechi, per provvedere affinchè la Fiera di beneficenza in favore dello stesso Asilo, che avrà luogo nei primi giorni del prossimo Dicembre, possa conseguire l’esito migliore.

Al banco della Presidenza era presente il Rettore dell’Istituto colla segretaria del Comitato, signorina Matelda Cajrati. Mancava chi era sempre presente, nelle adunanze precedenti, l’economo cassiere, cav. Vespasiano Ghisi, repentinamente morto nei primi giorni del passato agosto. Questa assenza era notata e sentita nel cuore da tutti i presenti, e il Rettore dell’Istituto, facendosi interprete del sentimento comune, disse parole di compianto per l’estinto, che opera tanto amorosa e sollecita aveva sempre prestato in favore dell’Asilo, specialmente pel buon esito delle fiere precedenti; aggiungendo un pensiero di condoglianza per la vedova, sì crudelmente colpita dalla perdita grave.

Il signor Cornelio, vice-segretario del Comitato, si associò alle parole del Presidente, ricordando qual vivo e intelligente interesse il sig. Ghisi aveva sempre portato all’opera dell’Asilo Infantile, contribuendo in modo notevole ed efficace alla sua fondazione ed al suo incremento.

Il Rettore diede poi conto di alcuni mutamenti avvenuti in seno del Comitato: la signora Ricciarda Guy venne sostituita nel posto di capo-gruppo, dalla signora Pazzini Sayno; e la contessa Ottavia Revel dalla contessa Biandrà di Reaglie, che non potè poi conservare il posto gentilmente accettato: il banco rimasto improvvisamente vacante, venne assunto da una rappresentanza della Società pro Esercito, lieta di concorrere al buon esito della Fiera, in vista della deliberazione presa che un terzo dell’introito della Fiera stessa andrà a favore del Comitato pei feriti e i morti nella guerra in Tripolitania.

Questo elemento patriotico introdotto nella Fiera, da tutti accettato e altamente applaudito, venne salutato come una garanzia di esito splendido per il risultato della Fiera.

Sul banco della Presidenza era poi depositato, visibile a tutti, un astuccio contenente un servizio completo in argento per caffè, dono di S. M. la Regina Madre. È annunciato anche l’invio del dono di S. M. la Regina Elena, in una coppa di valore.

I due doni verranno separatamente sorteggiati con biglietti di lotteria da L. 2.

Il distintivo alla Fiera per le capo-gruppi e le aderenti, in rapporto al momento patriotico, sarà formato da un nastro trecolori.

Prima di chiudere l’adunanza, il Rettore facendosi interprete del voto di tutti, mandò un augurio alla presidente assente, marchesa Maria Trotti, già da tempo incomodata di salute, perchè possa ben presto riaversi, e almeno con una breve apparizione, venga a rallegrare di sua presenza la Fiera, per la quale ebbe sempre tanto interesse, e che all’opera sua doveva nel passato tanta parte dei suoi introiti eccezionali.

Per l’Asilo Convitto Luigi Vitali pei bambini ciechi


OFFERTE PER LA FIERA

Sig. Enrichetta Hensemberger Rivolta, capi d’indumenti n. 36.

Signora Gigina Viganoni Benaglia, n. 20 scampoli colorati.



Il libro più bello, più completo, più divertente che possiate regalare è l’Enciclopedia dei Ragazzi.


[p. 370 modifica]

La Benedizione e l’Inaugurazione dell’Asilo Infantile UBOLDI

a Paderno Dugnano


(12 Novembre 1911)


Domenica, fra l’esultanza dell’intera borgata che, accolse le Autorità e la folla degli invitati al suono quiste che rinsaldano i migliori rapporti tra le diverse della Marcia Reale — si è benedetto con rito solenne dal Rev.mo Monsignor G. Polvara — per speciale delegazione dell’Emin. signor Cardinale Arcivescovo di Milano: — e si è inaugurato questo magnifico Asilo. Esso onora il nome della nobil famiglia Uboldi, e ne testimonia l’illuminata beneficenza. — Questa parola che spesso commuove ed esalta, ha avuto nel forbito e limpido discorso inaugurale del cav. Ferdinando Uboldi — il quale con la madre, donna Angelina Uboldi Cavallotti, ostenne tutte le spese — la più simpatica illustrazione.

Accennati gli inconvenienti dell’urbanesimo, e ricordata l’opportunità di un discentramento della beneficenza, per meglio aiutare i bisogni dei piccoli comuni, mentre i grandi centri trovano nel loro crescente sviluppo di energie i mezzi sufficienti per provvedere alle varie forme di assistenza, il cav. Uboldi disse le ragioni che già da tempo premevano sul cuore della madre sua e di lui, perchè anche a Paderno sorgesse un Asilo infantile. Pur lodando il fervore delle numerose benefiche iniziative che si sono segnalate in questi ultimi anni, la mentò la soverchia specializzazione della beneficenza, la quale appunto va a danno di coloro che si vogliono beneficare. L’opera dei buoni dovrebbe più specialmente raccogliersi intorno alle istituzioni che più specialmente provvedono agli ammalati, ai vecchi, e ai bambini. E dando rilievo alla dolcezza del sentimento che la Regina Elena, grande protettrice dell’infanzia, ed affermato che non vi debbono essere fanciulli cattivi, il cav. Uboldi fece un inno alla bellezza e alla poesia del fanciullo. Con quella geniale erudizione che viene dal cuore, egli fece una rapida sintesi dell’amore e del culto pei bambini attraverso la storia e i popoli più antichi e più rozzi. E fini tra applausi ricordando la necessità del concetto educativo e morale, che deve campeggiare nella vita di un Asilo: integrazione dell’opera della famiglia, la quale non deve mai sottrarsi ai doveri che le incombono anche rispetto alla società.

Il Prefetto, sen. Panizzardi, espresse la sua viva compiacenza di dover di frequente assistere a feste inaugurali che documentano il progresso civile, lo spirito di iniziativa e di beneficenza delle popolazioni lombarde. Tutto ciò costituisce la più schietta manifestazione di sana democrazia, che si palesa più specialmente nella beneficenza da parte delle classi dirigenti, intesa con alto sentimento di solidarietà umana. Sono queste con classi sociali. Chiuse il suo discorso, applauditissimo, con un plauso alle benemerenze antiche della casa Uboldi e ai generosi donatori.

Il Rev.mo Monsignor Polvara, data comunicazione di una lettera dell’Emin. signor Cardinale Arcivescovo bene augurando ai generosi donatori, aggiunse una serie di apprezzate considerazioni intorno all’obbligo di educare cristianamente la prole — e, manifestata tutta la sua compiacenza di presenziare tanta solennità, imsplorava le più elette benedizioni dal Cielo sulla nobil famiglia Uboldi e sull’opera loro.

Parlarono quindi — pure applauditi — il dott. Maga, sindaco del Comune, facendosi interprete della riconoscenza del paese, l’onorevole Taverna con poche ma vibrate parole dimostrò come la formazione del cittadino si debba curare fin dalla prima infanzia, affinchè le nuove generazioni sieno cresciute nel sentimento del dovere e mirino alla grandezza della Patria.

La cerimonia si è chiusa con un nuovo plauso espresso dal Rev. sig. Parroco locale — e coll’offerta di una artistica pergamena con una medaglia d’oro al cav. Ferdinando Uboldi da parte dei suoi coloni a testimonianza dei buoni ed antichi rapporti che intercedono fra i coloni e la famiglia Uboldi.

Erano fra gli intervenuti il comm. Giuseppe De Capitani d’Arzago, l’on. Dozzio, i fratelli baroni Bagatti-Valsecchi, il marchese Stanga, il conte Bazzero, il generale Costantini, il cav. Gavazzi per la Provincia, l’ispettore prof. cav. Fontana pel Provveditore agli studi, molte e molte signore della nostra aristocrazia; e rispettabili famiglie della città e dintorni.

La direzione dell’Asilo è affidata alle Religiose della Piccola Casa della divina Provvidenza (Cottolengo).

L’Emin. signor Cardinale Arcivescovo faceva tenere alla nobil famiglia Uboldi in sì fausta occasione il prezioso suo autografo:

Fausta quæque ac prospera a Domino atque ex animo ominamur Asylo, quod puerulis juste et religiose curandis, Paderni ad Mediolanum munifice nuper extructum Angela Cavallotti et

Prospetto generale della facciata Asilo Uboldi a Dugnano. [p. 371 modifica]Ferdinandus Uboldi desideratissimi viri ac patris memoria solemniter modo dicarunt.

Benefactores insignes sospitet usque Benignissimus Dehus ac resoleat omni bono.

Arch.pus Mediolanen.


Prid. Id. Nov. a r. s. MCMXI Ingresso principale dell’Asilo.

L’Asilo Infantile Uboldi costruito a Dugnano: fu studiato in base alle migliori e più moderne norme, che formano i regolamenti e le leggi concernenti tal genere di costruzione.

La località scelta in posizione adattatissima all’uopo per ubicazione e per orientamento, favoriscono in modo non indifferente questa costruzione che nella sua semplice grandiosità viene ad imporsi allo sguardo del profano.

Il fabbricato consta a chi lo osserva sulla fronte principale, verso la strada comunale Paderno da Dugnano ad Incirano, di un fabbricato centrale a due piani e di due parti laterali ad un piano solo; la facciata in rientranza dal ciglio della strada di parecchi metri, è formata da un alto zoccolo di pietra artificiale imitante il Breno, il resto in mattoni a vista con fascie chiare fino alla cornice di gronda che sulla parte centrale porta un fregio con la scritta: Asilo Infantile Uboldi in gres racchiuso da fascie in piastrelle policrome.

Tutta la grondaia dell’edificio è in legno con mensole racchiudenti una fascia in graffito. La linea di distacco tra lo zoccolo e la parte in mattoni è attenuata da una ricca cornice in gres policromi e in corrispondenza ai cappelli delle finestre del primo piano, una fascia interrotta di piastrelle a colori, passa e divide il piano terreno dal superiore.

I cappelli delle finestre semplici e delle trifore della facciata, la porta in tre parti, cioè l’apertura centrale, e le due finestrelle laterali, sono pure della stessa pietra artificiale dello zoccolo, allo scopo di creare un distacco chiaro sul rosso bruno dei mattoni e sui colori varii delle piastrelle e dei gres decorativi. La facciata quindi, nel suo assieme è severa e semplice, vaga di tinte e nello stesso tempo, seria, sobria nella massa e nei particolari architettonici, ricca di quella originalità tale che dà un senso di gaiezza a chi l’osserva. Una grandiosa cancellata, chiusa da pilastri recinge la fronte del terreno adibito a detta costruzione alla quale si accede per mezzo di un cancello centrale e di due cancelletti laterali formanti un unico motivo architettonico.

In resto del fabbricato, pure a mattoni in vista eccetto i piccoli fabbricati interni destinati ai servizi, seguono le stesse linee della facciata con minor ricchezza di decorazioni, e con maggior sobrietà di particolari.

Dall’esterno, per tre ampi gradini, si accede all’interno. Il piano terreno rialzato per aver ambienti asciutti è costruito su un vespaio a libera circolazione di aria esterna.

Il piano terreno si compone di un atrio che si interna a forma di T ed accede direttamente al grande salone centrale di refettorio o ricreazione di 105 metri quadrati e lateralmente a due grandi corridoi larghi metri 2,50 di disimpegno. Da questi corridoi si passa da una parte ad uno spogliatoio e ad un’aula capace di 70 bambini e ad una seconda aula destinata alla ginnastica; dall’altra al secondo spogliatoio ad una terza aula della medesima capacità e al gruppo cucina e servizi dell’Asilo. Pianta dell’Asilo dal cortile a ricreazione pei bambini.

[p. 372 modifica]I due sopra accennati corridoi prima di accedere al giardino posto nella parte posteriore dell’Asilo hanno due piccoli chioschi che contengono il gruppo delle ritirate, bagni e locale infermeria.

Il piano superiore che corrisponde al solo corpo centrale del fabbricato verso la facciata è destinato all’abitazione del personale addetto alla direzione e all’esercizio dell’Asilo, e comprende sette locali, con bagno e servizio. Una parte del fabbricato, la posteriore, è coperta a terrazzo accessibile dal piano superiore.

L’impressione di confort che si prova girando nell’interno è giustificata dall’equilibrio che fu raggiunto in queslo fabbricato in cui nulla fu trascurato dal lato comodità, modernità dei servizi ed una certa aristocratica semplicità di tutta la parte finimento dell’edificio. Buoni e comodi sono gl’impianti di riscaldamento a termosifone, quello d’acqua potabile, e diramazione ai vani servizi con motore proprio installato nel sotterraneo; pratica la cucina economica, con doppio servizio e apparecchio per distribuzione d’acqua calda alla lavanderia. Tutti i locali sono chiarissimi con circolazione d’aria esterna. Ampie finestre e finestrate ricevono luce ed aria dalla circostante campagna creando all’interno un ambiente gaio salubre ed arioso. Anche i locali di servizio e gabinetti sono improntati allo stesso carattere, e possono lasciar supporre che durante il funzionamento rispondano perfettamente all’uopo.

Inutile osservare che ovunque furono seguite e con larghezza di particolari le norme e le regole più minuziose riflettenti l’igiene e la sanità.

Un capace piazzale dietro l’Asilo e sui fianchi, crea un campo di giuoco per i bambini e riesce così, il miglior complemento al miglioramento materiale dei bambini che frequenteranno questo provvido istituto, destinato ad una missione così altamente umanitaria ed educativa!

Questo grandioso monumento della carità fu progettato e diretto dal sig. cav. ing. Carlo Bianchi di Milano.

N.B. — Nella settimana prossima pubblicheremo i discorsi del cav. Uboldi e di mons. Polvara.