Il buon cuore - Anno IX, n. 43 - 22 ottobre 1910/Beneficenza

Beneficenza

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Il buon cuore - Anno IX, n. 43 - 22 ottobre 1910 Educazione ed Istruzione

[p. 337 modifica]Beneficenza


Asili infantili e Orfanotrofi
pei figli di Italiani a New York.

Chi visita i quartieri italiani di New York, specialmente della bassa città (down town), dove vivono agglomerati oltre 250.000 nostri connazionali, la massima parte del Mezzogiorno d’Italia, rimane dolorosamente impressionato sopratutto dell’aspetto di abbandono, che presentano bimbi e fanciulli, laceri, scalzi, sudici, spesso distesi sul selciato o ruzzanti nello street ingombro di carri, di stands o banchetti, che fanno della strada il mercato del quartiere.

E veramente, date le condizioni d’ambiente delle case abitate dai poveri a New York, la strada rappresenta per la maggior parte di quegli inquilini uno sfogo in dispensabile alla respirazione, mentre per le madri, obbligate a lavorar fuori casa, nelle famiglie, nei shops o fabbriche, negli stores, l’unica garanzia per la sorveglianza dei bimbi è il saperli aggruppati con quelli del vicinato, che viene così costituendosi automaticamente come in una cooperativa di vigilanza.

Frammisti ai figli di Italiani, in condizioni analoghe, ve ne sono d’altre nazionalità, specialmente cinesi, polacchi, boemi, austro-ungarici: ma la loro percentuale è minima, sicchè si può dire che anche in questa penosa esposizione di miseria, l’Italia a New York fa da sè, con quale edificazione degli altri stranieri, che si imbattono a passare per quelle vie, ognuno può immaginarlo.

Ma lo scorno è nulla di fronte alle conseguenze igieniche e morali che ne derivano alla prima generazione dei nostri connazionali, non ancora completamente americanizzati: quando si pensi che di quei poveri bimbi molti sono orfani dell’uno o d’entrambi i genitori, spesso affidati a parenti, che preferiscono tenerli con sè a costo di gravi sacrifici anzichè mandarli in uno dei numerosi orfanotrofi od asili, che aprono volentieri le porte ai figli degli Italiani. Gli è che la massima parte di tali istituti sono protestanti: e, per quanto si gridi contro l’indifferenza religiosa dei nostri operai in America, sta il fatto che le famiglie italiane non amano cedere le loro creature ai protestanti, tanto più che in moltissimi casi si esige come condizione la frequenza dei parenti alle chiese delle varie denominazioni o confessioni, a cui appartengono tali istituti.

Ma il bisogno è cattivo consigliere: d’altra parte i pericoli della strada sono tali e tanti che gli stessi parroci italiani non possono opporsi a questo rimedio quando non abbiamo modo di provvedere altrimenti; ed è così che in un solo quartiere italiano a little Italy dell’East di bassa New York, dalla 5ª alla 22ª strada, vi sono sette asili infantili fondati e mantenuti da protestanti e aperti tutti ai figli degli Italiani, contro uno solo cattolico, quello di Maria Ausiliatrice, annesso alla parrocchia italiana omonima e fondata dal Rev. P. Ferrazza.

Questo asilo, che può a stento contenere 100 bambini in poche camere, cedute a questo scopo dai benemeriti Padri Salesiani (i quali hanno ridotto per questo la loro abitazione ad un vero camp di missionari), rappresenta il supremo sforzo della carità evangelica contro le due più grandi difficoltà, che ostacolano a New York più che altrove le buone iniziative congeneri, la mancanza di locale e di danaro, maggiore la prima della seconda: che se bastassero i locali, mi diceva l’attuale parroco P. Barni, potremmo ricoverarne 500, tante sono le domande di famiglie disposte a pagare i soliti 5 cents al giorno.

So di altri parroci italiani della bassa città che intendono di istituire nei rispettivi distretti l’asilo d’infanzia, e ne darò conto quando il buon proposito sarà un tatto compiuto.

Intanto sono lieto di poter segnalare agli amici dell’Italica Gens due asili d’infanzia italiani modello, quelli cioè della Sacra Famiglia ai numeri 367, 252, 254 della E. 112 th street e quello di San Giovanni ai numeri 367, 369 di Pleassant Ave., dovuti entrambi alla patriottica iniziativa del Rev.mo Dr. Mons. Gherardo Ferrante, il benemerito direttore della Società di S. Raffaele per gli emigranti italiani.

L’asilo della Sacra Famiglia fu fondato nel 1891 pei bimbi italiani della Parrocchia del Carmine alla 115ª strada, che è oggi ancora la più importante di New York, contando da sola oltre 30.000 italiani. Mr. Ferrante chiamò a dirigerlo le Suore Pallottine italiane della Madre Matilde Marazzi, venute a New York nel 1891 a richiesta dell’Arciv. Mr. Corrigan, che affidò loro la [p. 338 modifica] scuola parrocchiale del Carmine. Come nella direzione delle scuole, così fecero ottima prova in quella dei due asili, il cui regolamento ottenne l’approvazione della Commissione municipale d’igiene (board of Health). La città di New York li esentò entrambi dalle tasse di fabbricati e di acqua potabile.

Non ho ancora potuto visitare l’Asilo San Giovanni, assegnato alle Suore Pallottine nel novembre 1908, al quale sono iscritti 200 fanciulli d’ambo i sessi, assistiti da 7 Suore.

Ma non dimenticherò mai l’impressione dolcissima riportata dalla mia visita a quella della Sacra Famiglia.

La Superiora, Suor Paolina, una Romana di Roma che in 20 anni di soggiorno a New York nulla ha perduto della franca vivacità del temperamento romano, m’accompagnò a visitare le sette classi, in cui sono distribuiti i 200 bambini italiani d’ambo i sessi, presenti in media sopra 350 iscritti, dai due ai sette anni di età i maschi, e fino ai 13 anni compiuti le bambine, che possono ivi compiere l’istruzione primaria.

Le sale di scuola e di ricreazione, i refettori, la piccola cappella, tutto è tenuto con ordine e pulizia ammirevoli. In ogni classe vi sono i ritratti del Sommo Pontefice, del Re e della Regina d’Italia: la lingua usata di preferenza è l’italiana, sebbene vi si impartisca l’insegnamento dell’inglese. I bimbi vi sanno declamare poesie nelle due lingue, cantano gli inni nazionali delle due patrie, l’originaria e l’adottiva, vi rispondono — cosa rara a New York — in un perfetto accento italiano e sorridono di gioia, a sentir parlare della bella Italia.

L’Asilo è aperto in estate dalle 6,30 ant. alle 6,30 pom. per dar campo alle mamme di attendere durante tutta la giornata ai lavori fuori casa.

A mezzogiorno hanno tutti i loro lunch, che consta di pane e un uovo o latte o formaggio secondo le età. Per tutto questo dovrebbero pagare 5 soldi al giorno; ma appena una metà sono in grado di contribuire, sicchè l’Asilo si mantiene colla carità privata, mediante oblazioni spontanee di benefattori in denaro o derrate.

Sarebbe a desiderarsi un maggior interessamento dai facoltosi della colonia italiana di New York (che sono in buon numero) per queste istituzioni, che si risolvono in un grande beneficio alle famiglie bisognevoli.

Oltre i due asili suddetti, le Suore Pallottine italiane hanno pure la direzione della Casa di S. Raffaele in Carlton street e dell’Orfanotrofio italiano di Kerny N. J., presso Arlington.

Ciò che le raccomanda particolarmente all’attenzione dell’Italica Gens ed all’effetto delle nostre colonie, è lo spirito di sincera italianità, che tutte le anima, l’impegno speciale che mettono nel far apprendere la lingua italiana ai loro piccoli alunni e l’interessamento veramente materno che spiegano nella Casa di S. Raffaele per le donne italiane ivi ricoverate. Del che mi occuperò in una prossima corrispondenza.

Scrivo da West Park N. Y., dall’Orfanotrofio italiano delle Missionarie del S. Cuore, noto sotto il nome di Manresa, dato dai P. Gesuiti a questa tranquilla residenza, che già servì loro di collegio e di campagna estiva. Manresa house siede sulla sponda sinistra del fiume Hudson tra Newburgh e Kingston a 3 ore di ferrovia da New York, mollemente adagiata su una deliziosa collina ancora in gran parte boschiva, ma qua e là rallegrata da bellissime farms e graziose ville, che ne fanno un soggiorno dei più ridenti ch’io m’abbia visto in tutto lo stato di New York e che potrebbe essere indicato per stazione climatica.

L’Orfanotrofio è su un’ampia terrazza a cavaliere del fiume, solcato ad ogni tratto dai piroscafi che fanno il servizio tra New York ed Albany. Esso è costituito da

un gruppo di case congiunte da ballatoi in forma di terrazze, come usa in America; quella adibita per collegio fu costrutta appositamente pochi anni addietro in muratura solida a cinque piani, e contiene ampi dormitori, capaci ciascuno di 80 letti, aule per classi, refettorio, cucine, lavatoi, ecc.

Presentemente vi sono 250 alunne, quasi tutte italiane in buona parte nate in America. Vi sono ammesse dai 3 ai 16 anni e compiono nell’Istituto la loro istruzione primaria, imparandovi l’italiano e l’inglese alternativamente.

L’insegnamento viene impartito a norma dei programmi delle scuole pubbliche: molta importanza si dà ai lavori femminili, sicchè, uscite dal collegio, le ragazze sono in grado di trovar un’occupazione rimunerativa e di bastare a sè stesse, preparate per formar delle madri di famiglia eccellenti.

Le suore sono tutte italiane e posseggono quel fare caratteristico della loro Congregazione, che s’impone subito all’affetto ed alla confidenza delle alunne, che si sentono qui come in famiglia.

Vi sono alcune figliuole che perdettero il padre o la madre nel terribile disastro calabro-siculo: fra le altre due sorelle ritrovate fra i ruderi, dove erano rimaste sepolte colla madre, che vi lasciò la vita: e sentir dalle loro labbra la descrizione del tragico evento è cosa che stringe il cuore e strappa le lagrime.

Nell’Orfanotrofio le alunne son provviste di tutto, libri, biancheria, abiti; e pochissime sono in grado di pagar parte della pensione corrispondente.

Alle spese sopperisce la carità pubblica, che le Suore sollecitano colle loro collette: nè sembrano malcontente del concorso degli Italiani, fra cui godono di grande popolarità.

Manresa house ha una succursale a New York, all’angolo di Fort Washington Ave, e della 190 a strada ad Est, dove sorge la casa madre o meglio provinciale dell’Istituto. Anche quella residenza è comoda e bella, situata su d’un colle convertito in parco, sulla riva destra dell’Hudson, prospiciente le alture di New Jersey. L’Orfanotrofio ivi annesso, che riceve le fanciulle che non trovano luogo a Manresa, conta 50 alunne, educate anch’esse come le loro compagne.

Sono così 300 e più figliuole di Italiani, la massima parte della città e dei dintorni di New York che — sottratte ai pericoli di quella Babilonia — crescono sotto la materna vigilanza di Suore italiane al culto della Religione e della Patria; ma quante potrebbero essere se la carità patria delle nostre colonie negli Stati Uniti e gli aiuti diretti dall’Italia consentissero alla Madre Cabrini di moltiplicare, come essa vorrebbe, i suoi Istituti?

P. Pisani.

CASA DI RIPOSO PEI CIECHI VECCHI


OBLAZIONI.


Somma retro L. 6910

Marianna Balestrini Nicolini offre in omaggio della venerata memoria dei cari parenti defunti Nicolini |||
   » 100 ―


Totale L. 7010



Ricordatevi di comperare il 20.mo fascicolo dell’ENCICLOPEDIA DEI RAGAZZI che usci in questa settimana.



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ASILO INFANTILE CONVITTO LUIGI VITALI PEI BAMBINI CIECHI

BILANCIO DAL I.° GENNAIO 1909 AL 30 GIUGNO 1910

GESTIONE DI 18 MESI

Avanzo di Cassa della Gestione 1908 L. 5006 28

INTROITI.

Oblazioni: Legato Caimi L. 20000
Rettore. Messa d'oro  » 10459 70
Bianchi avv. Isidoro » 10000
Don Luigi Vitali in memoria del compianto fratello Sigismondo » 3000
Frontini Luigia » 1000
Baronessa Reinelt » 500
Famiglia Strambio » 500
Offerte, oblazioni, quote sociali incassate » 8940 52
Concerti e Feste: Fiera dicembre 1909 » 18981 45
Conferenza Stoppani » 286 50
Interessi attivi sulla Rendita e sui libretti » 4906 36
Movimento d capitali, vendita rendita per pagare il fabbricato » 19044
Totale introiti L. 97618 53
 
L. 102624 81
 

Patrimonio al 1.° Gennaio 1909.

Rendita Italiana – L. 3296,25 annue di Rendita 3.75% libera L. 91802 30
L. 131.25 annue di Rendita 3.75% in usufrutto » 3500
L.280.— Annue di Rendita 3.50% libera » 8157 25
Cassa – Contanti in cassa » 5006 28
Casa di Sede – Somma spesa a tutt’oggi per la costruzione » 91887 95
Mobiliare – Somma spesa a tutt’oggi per il mobilio » 1170
Biancheria – Somma spesa a tutt’oggi per la biancheria » 773 60
Spese d’impianto, mobili, caloriferi ecc. vecchia Sede per L.6000 – Ammortizzate nel 1905 » 1
L. 202298 38


PAGAMENTI.

Stipendi e salari: al personale insegnante e di servizio L. 3833 54
Vitto:mantenimento allievi e personale » 6229 75
Stampati, circolari, cancelleria, posta » 65 40
Vestiario » 871 30
Biancheria » 412 95
Mobiliare » 219 60
Illuminazione » 450 79
Riscaldamento » 2414 48
Acqua potabile » 814 10
Assicurazione incendi » 71 72
Totale spesa Esercizio di 18 mesi » 15383 63
Interessi passivi: usufrutto Marelli » 196 95
Spese diverse: concerti, fiere, ecc. » 2109 89
L. 2306 84
Totale spese L. 17690 47
Impiego di capitali:
Casa di Sede -Saldo costruzione L. 58278 40
Mobiliare » 2389 25
Rendita Italiana – Acquisto rendita » 23997 75
L. 84665 40
Totale pagamenti L. 102355 87
Avanzo di Cassa » 268 94
L. 102624 81

Patrimonio al 30 Giugno 1910

consegnato al consiglio amministrativo
dell’istituto dei ciechi di milano.

Rendita Italiana – L. 3915.- annue di Rendita 3.75% al costo (al nominale L. 104.400.-) L. 108413 30
Cassa – Contanti in cassa » 268 94
Casa di Sede – Somma totale spesa nella costruzione » 150166 35
Mobiliare – Somma totale spesa nel mobilio » 3559 25
Biancheria – Somma totale spesa nella biancheria » 773 60
Spese d’impianto vecchia sede L.6000 – Ammortizzate nel 1905 » 1 -
L. 263182 41

L'Economo Cassiere
Cav. VESPASIANO GHISI.

 

Il Direttore
Comm. LUIGI VITALI.