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Anno IX. Sabato, 22 Ottobre 1910. Num. 43.


Giornale settimanale per le famiglie

IL BUON CUORE

Organo della SOCIETÀ AMICI DEL BENE

Bollettino dell’Associazione Nazionale per la difesa della fanciullezza abbandonata della Provvidenza Materna, della Provvidenza Baliatica e dell'Opera Pia Catena

E il tesor negato al fasto
Di superbe imbandigioni

Scorra amico all’umil tetto .....

ManzoniLa Risurrezione.

SI PUBBLICA A FAVORE DEI BENEFICATI della Società Amici del bene e dell'Asilo Convitto Infantile dei Ciechi
La nostra carità dev’essere un continuo beneficare, un beneficar tutti senza limite e senza eccezione.
RosminiOpere spirit., pag. 191.

Direzione ed Amministrazione presso la Tipografia Editrice L. F. COGLIATI, Corso Porta Romana, N. 17.




SOMMARIO:


Beneficenza. —P. Pisani. Asili infantili e Orfanotrofi pei figli di Italiani a New York — Casa di riposo pei Ciechi vecchi — Bilancio del’Asilo infantile Luigi Vitali pei bambini ciechi.
Educazione ed Istruzione. —Amor vero (racconto) — La scuola degli animali — Lettere di A. Stoppani al P. Maggioni.
Religione. —Vangelo della domenica prima dopo la Dedicazione.
Società Amici del bene. —Pei malati dell’Ospedale.
Notiziario. —Necrologio settimanale — Diario.

Beneficenza


Asili infantili e Orfanotrofi
pei figli di Italiani a New York.

Chi visita i quartieri italiani di New York, specialmente della bassa città (down town), dove vivono agglomerati oltre 250.000 nostri connazionali, la massima parte del Mezzogiorno d’Italia, rimane dolorosamente impressionato sopratutto dell’aspetto di abbandono, che presentano bimbi e fanciulli, laceri, scalzi, sudici, spesso distesi sul selciato o ruzzanti nello street ingombro di carri, di stands o banchetti, che fanno della strada il mercato del quartiere.

E veramente, date le condizioni d’ambiente delle case abitate dai poveri a New York, la strada rappresenta per la maggior parte di quegli inquilini uno sfogo in dispensabile alla respirazione, mentre per le madri, obbligate a lavorar fuori casa, nelle famiglie, nei shops o fabbriche, negli stores, l’unica garanzia per la sorveglianza dei bimbi è il saperli aggruppati con quelli del vicinato, che viene così costituendosi automaticamente come in una cooperativa di vigilanza.

Frammisti ai figli di Italiani, in condizioni analoghe, ve ne sono d’altre nazionalità, specialmente cinesi, polacchi, boemi, austro-ungarici: ma la loro percentuale è minima, sicchè si può dire che anche in questa penosa esposizione di miseria, l’Italia a New York fa da sè, con quale edificazione degli altri stranieri, che si imbattono a passare per quelle vie, ognuno può immaginarlo.

Ma lo scorno è nulla di fronte alle conseguenze igieniche e morali che ne derivano alla prima generazione dei nostri connazionali, non ancora completamente americanizzati: quando si pensi che di quei poveri bimbi molti sono orfani dell’uno o d’entrambi i genitori, spesso affidati a parenti, che preferiscono tenerli con sè a costo
di gravi sacrifici anzichè mandarli in uno dei numerosi orfanotrofi od asili, che aprono volentieri le porte ai figli degli Italiani. Gli è che la massima parte di tali istituti sono protestanti: e, per quanto si gridi contro l’indifferenza religiosa dei nostri operai in America, sta il fatto che le famiglie italiane non amano cedere le loro creature ai protestanti, tanto più che in moltissimi casi si esige come condizione la frequenza dei parenti alle chiese delle varie denominazioni o confessioni, a cui appartengono tali istituti.

Ma il bisogno è cattivo consigliere: d’altra parte i pericoli della strada sono tali e tanti che gli stessi parroci italiani non possono opporsi a questo rimedio quando non abbiamo modo di provvedere altrimenti; ed è così che in un solo quartiere italiano a little Italy dell’East di bassa New York, dalla 5ª alla 22ª strada, vi sono sette asili infantili fondati e mantenuti da protestanti e aperti tutti ai figli degli Italiani, contro uno solo cattolico, quello di Maria Ausiliatrice, annesso alla parrocchia italiana omonima e fondata dal Rev. P. Ferrazza.

Questo asilo, che può a stento contenere 100 bambini in poche camere, cedute a questo scopo dai benemeriti Padri Salesiani (i quali hanno ridotto per questo la loro abitazione ad un vero camp di missionari), rappresenta il supremo sforzo della carità evangelica contro le due più grandi difficoltà, che ostacolano a New York più che altrove le buone iniziative congeneri, la mancanza di locale e di danaro, maggiore la prima della seconda: che se bastassero i locali, mi diceva l’attuale parroco P. Barni, potremmo ricoverarne 500, tante sono le domande di famiglie disposte a pagare i soliti 5 cents al giorno.

So di altri parroci italiani della bassa città che intendono di istituire nei rispettivi distretti l’asilo d’infanzia, e ne darò conto quando il buon proposito sarà un tatto compiuto.

Intanto sono lieto di poter segnalare agli amici dell’Italica Gens due asili d’infanzia italiani modello, quelli cioè della Sacra Famiglia ai numeri 367, 252, 254 della E. 112 th street e quello di San Giovanni ai numeri 367, 369 di Pleassant Ave., dovuti entrambi alla patriottica iniziativa del Rev.mo Dr. Mons. Gherardo Ferrante, il benemerito direttore della Società di S. Raffaele per gli emigranti italiani.

L’asilo della Sacra Famiglia fu fondato nel 1891 pei bimbi italiani della Parrocchia del Carmine alla 115ª strada, che è oggi ancora la più importante di New York, contando da sola oltre 30.000 italiani. Mr. Ferrante chiamò a dirigerlo le Suore Pallottine italiane della Madre Matilde Marazzi, venute a New York nel 1891 a richiesta dell’Arciv. Mr. Corrigan, che affidò loro la