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338 IL BUON CUORE


scuola parrocchiale del Carmine. Come nella direzione delle scuole, così fecero ottima prova in quella dei due asili, il cui regolamento ottenne l’approvazione della Commissione municipale d’igiene (board of Health). La città di New York li esentò entrambi dalle tasse di fabbricati e di acqua potabile.

Non ho ancora potuto visitare l’Asilo San Giovanni, assegnato alle Suore Pallottine nel novembre 1908, al quale sono iscritti 200 fanciulli d’ambo i sessi, assistiti da 7 Suore.

Ma non dimenticherò mai l’impressione dolcissima riportata dalla mia visita a quella della Sacra Famiglia.

La Superiora, Suor Paolina, una Romana di Roma che in 20 anni di soggiorno a New York nulla ha perduto della franca vivacità del temperamento romano, m’accompagnò a visitare le sette classi, in cui sono distribuiti i 200 bambini italiani d’ambo i sessi, presenti in media sopra 350 iscritti, dai due ai sette anni di età i maschi, e fino ai 13 anni compiuti le bambine, che possono ivi compiere l’istruzione primaria.

Le sale di scuola e di ricreazione, i refettori, la piccola cappella, tutto è tenuto con ordine e pulizia ammirevoli. In ogni classe vi sono i ritratti del Sommo Pontefice, del Re e della Regina d’Italia: la lingua usata di preferenza è l’italiana, sebbene vi si impartisca l’insegnamento dell’inglese. I bimbi vi sanno declamare poesie nelle due lingue, cantano gli inni nazionali delle due patrie, l’originaria e l’adottiva, vi rispondono — cosa rara a New York — in un perfetto accento italiano e sorridono di gioia, a sentir parlare della bella Italia.

L’Asilo è aperto in estate dalle 6,30 ant. alle 6,30 pom. per dar campo alle mamme di attendere durante tutta la giornata ai lavori fuori casa.

A mezzogiorno hanno tutti i loro lunch, che consta di pane e un uovo o latte o formaggio secondo le età. Per tutto questo dovrebbero pagare 5 soldi al giorno; ma appena una metà sono in grado di contribuire, sicchè l’Asilo si mantiene colla carità privata, mediante oblazioni spontanee di benefattori in denaro o derrate.

Sarebbe a desiderarsi un maggior interessamento dai facoltosi della colonia italiana di New York (che sono in buon numero) per queste istituzioni, che si risolvono in un grande beneficio alle famiglie bisognevoli.

Oltre i due asili suddetti, le Suore Pallottine italiane hanno pure la direzione della Casa di S. Raffaele in Carlton street e dell’Orfanotrofio italiano di Kerny N. J., presso Arlington.

Ciò che le raccomanda particolarmente all’attenzione dell’Italica Gens ed all’effetto delle nostre colonie, è lo spirito di sincera italianità, che tutte le anima, l’impegno speciale che mettono nel far apprendere la lingua italiana ai loro piccoli alunni e l’interessamento veramente materno che spiegano nella Casa di S. Raffaele per le donne italiane ivi ricoverate. Del che mi occuperò in una prossima corrispondenza.

Scrivo da West Park N. Y., dall’Orfanotrofio italiano delle Missionarie del S. Cuore, noto sotto il nome di Manresa, dato dai P. Gesuiti a questa tranqilla residenza, che già servì loro di collegio e di campagna estiva. Manresa house siede sulla sponda sinistra del fiume Hudson tra Newburgh e Kingston a 3 ore di ferrovia da New York, mollemente adagiata su una deliziosa collina ancora in gran parte boschiva, ma qua e là rallegrata da bellissime farms e graziose ville, che ne fanno un soggiorno dei più ridenti ch’io m’abbia visto in tutto lo stato di New York e che potrebbe essere indicato per stazione climatica.

L’Orfanotrofio è su un’ampia terrazza a cavaliere del fiume, solcato ad ogni tratto dai piroscafi che fanno il servizio tra New York ed Albany. Esso è costituito da

un gruppo di case congiunte da ballatoi in forma di terrazze, come usa in America; quella adibita per collegio fu costrutta appositamente pochi anni addietro in muratura solida a cinque piani, e contiene ampi dormitori, capaci ciascuno di 80 letti, aule per classi, refettorio, cucine, lavatoi, ecc.

Presentemente vi sono 250 alunne, quasi tutte italiane in buona parte nate in America. Vi sono ammesse dai 3 ai 16 anni e compiono nell’Istituto la loro istruzione primaria, imparandovi l’italiano e l’inglese alternativamente.

L’insegnamento viene impartito a norma dei programmi delle scuole pubbliche: molta importanza si dà ai lavori femminili, sicchè, uscite dal collegio, le ragazze sono in grado di trovar un’occupazione rimunerativa e di bastare a sè stesse, preparate per formar delle madri di famiglia eccellenti.

Le suore sono tutte italiane e posseggono quel fare caratteristico della loro Congregazione, che s’impone subito all’affetto ed alla confidenza delle alunne, che si sentono qui come in famiglia.

Vi sono alcune figliuole che perdettero il padre o la madre nel terribile disastro calabro-siculo: fra le altre due sorelle ritrovate fra i ruderi, dove erano rimaste sepolte colla madre, che vi lasciò la vita: e sentir dalle loro labbra la descrizione del tragico evento è cosa che stringe il cuore e strappa le lagrime.

Nell’Orfanotrofio le alunne son provviste di tutto, libri, biancheria, abiti; e pochissime sono in grado di pagar parte della pensione corrispondente.

Alle spese sopperisce la carità pubblica, che le Suore sollecitano colle loro collette: nè sembrano malcontente del concorso degli Italiani, fra cui godono di grande popolarità.

Manresa house ha una succursale a New York, all’angolo di Fort Washington Ave, e della 190 a strada ad Est, dove sorge la casa madre o meglio provinciale dell’Istituto. Anche quella residenza è comoda e bella, situata su d’un colle convertito in parco, sulla riva destra dell’Hudson, prospiciente le alture di New Jersey. L’Orfanotrofio ivi annesso, che riceve le fanciulle che non trovano luogo a Manresa, conta 50 alunne, educate anch’esse come le loro compagne.

Sono così 300 e più figliuole di Italiani, la massima parte della città e dei dintorni di New York che — sottratte ai pericoli di quella Babilonia — crescono sotto la materna vigilanza di Suore italiane al culto della Religione e della Patria; ma quante potrebbero essere se la carità patria delle nostre colonie negli Stati Uniti e gli aiuti diretti dall’Italia consentissero alla Madre Cabrini di moltiplicare, come essa vorrebbe, i suoi Istituti?

P. Pisani.

CASA DI RIPOSO PEI CIECHI VECCHI


OBLAZIONI.


Somma retro L. 6910

Marianna Balestrini Nicolini offre in omaggio della venerata memoria dei cari parenti defunti Nicolini |||
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Totale L. 7010



Ricordatevi di comperare il 20.mo fascicolo dell’ENCICLOPEDIA DEI RAGAZZI che usci in questa settimana.