Il buon cuore - Anno IX, n. 10 - 5 marzo 1910/Religione

Religione

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Beneficenza Educazione ed Istruzione

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Vangelo della quarta domenica di Quaresima


Testo del Vangelo.

In quel tempo, passando vide Gesù un uomo cieco dalla sua nascita: e i suoi discepoli gli domandarono: Maestro, di chi è stata la colpa, di costui, o de’ suoi genitori, ch’ei sia nato cieco? Rispose Gesù: Nè egli, nè i suoi genitori han peccato: ma perchè in lui si manifestino le opere di Dio. Conviene, che io faccia le opere di lui, che mi ha mandato, fin tanto che è giorno: viene la notte, quando nissuno può operare. Sino a tanto che io sono nel mondo, sono luce del mondo. Ciò detto sputò in terra, e fece con lo sputo del fango e ne fece un empiastro sopra gli occhi di colui. E dissegli: Va, lavati nella piscina di Siloe (parola che significa il Messo). Andò pertanto, e si lavò, e tornò che vedeva. Quindi è che i vicini, e quelli che l’avevan prima veduto mendicare, dicevano: Non è questi colui, che si stava a sedere chiedendo limosina? Altri dicevano, è desso. Altri no, ma è uno, che lo somiglia. Ma egli diceva: lo son quel desso. Ed essi dicevangli: Come mai ti si sono aperti gli occhi?. Rispose egli: Quell’uomo che si chiama Gesù, fece del fango e unse i miei occhi, e mi disse: Va alla piscina di Siloe e lavati. Sono andato, mi son lavato, e veggio. E allora gli dissero: Dov’è colui? Rispose: Nol so. Menano il già cieco ai Farisei. Ed era giorno di sabato, quando Gesù fece quel fango, e aprì a lui gli occhi. Di nuovo adunque l’interrogavano anche i Farisei, in qual modo avesse ottenuto il vedere. Ed ei disse loro: Mise del fango sopra i miei occhi e mi lavai, e veggio. Dicevano perciò alcuni dei Farisei. Non è da Dio quest’uomo, che non osserva il sabato. Altri dicevano: Come può un uomo peccatore far tali prodigi? Ed erano tra loro in scissura. Dissero perciò di nuovo al cieco: Tu che dici di colui, che ti ha aperti gli ciechi? Egli rispose loro: Che è un profeta. Non credettero però i Giudei, che egli fosse stato cieco e avesse ricevuto il vedere, sino a tanto che ebber chiamati i genitori dell’illuminato. E li interrogarono dicendo: questo quel vostro figliuolo, il quale dite chè nacque cieco? come dunque ora ci vede? Risposer loro i genitori di lui, e dissero: Sappiamo che questi è nostro figliuolo, e che nacque cieco; come poi ora ei vegga, noi sappiamo: e chi gli abbia aperti gli occhi, noi noi sappiamo; domandatine a lui, ha i suoi anni; parli egli da sè di quel che gli appartiene. Così parlarono i genitori di lui, perchè avevan paura dei Giudei; imperocchè avevan già decretato i Giudei, che, se alcuno riconoscesse Gesù per il Cristo, fosse cacciato dalla Sinagoga. Per questo dissero i genitori di lui: Ha i suoi anni, domandatene a lui. Chiamarono adunque di bel nuovo colui, che era stato cieco, e gli dissero: Dà gloria a Dio: noi sappiamo, che questo uomo è un uomo peccatore. Disse egli loro: Se ei sia Peccatore, noi so: questo solo io so, che io era cieco, e ora veggio. Gli dissero perciò; Che ti fece egli? Come aprì a te gli occhi? Rispose loro: Ve l’ho già detto, e l’avete udito: perchè volete sentirlo di nuovo? Volete forse diventar anche voi suoi discepoli? Ma essi lo strapazzarono; e dissero: Sie tu suo discepolo, quanto a noi siamo discepoli di Mosè. Noi sappiamo che a Mosè parlò Dio ma costui non sappiamo donde ei sia. Rispose colui, e disse loro: E qui sta appunto la meraviglia, che voi non sapete donde ei sia; ed ha egli aperti i miei occhi. Or sappiamo, che Dio non ode i peccatori: ma chi onora Dio e fa la sua volontà, questi è esaudito da Dia: Dacché inondo è mondo, non si è udito dire, che daino abbia aperti gli occhi a un cieco’ nato. Se questi non fosse da Dio, non potrebbe far nulla. Gli risposero, e dissero: Tu sei venuto al mondo ricoperto di peccati, e tu ci fai il maestro? E cacciarono fuora. Sentì dire Gesù che lo avevan cacciato flora, e avendolo incontrato, gli disse: Credi tu nel Figliuolo di Dio? Rispose quegli e disse: Chi. è egli Signore, affinché io in lui creda? Dissegli Gesù: E lo hai veduto è colui che teco parla, è quel desso. Allora quegli disse Signore, io credo. E prostratosi lo adorò.

S. GIOVANNI, Cap. 9.


Pensieri.

Nella narrazione evangelica, che oggi è offerta alla nostra meditazione, leggiamo una mirabile dipintura dei farisei teologi, acciecati dal pregiudizio dottrinale, e della pronta perspicacia dell’uomo semplice e retto.

Gesù rende la vista al cieco, ma in giorno di sabato. Grave problema, questo, per i farisei: come può Dio concorrere alla violazione della legge? Non è [p. 76 modifica]inseparabile dal miracolo un intento morale? Dunque il fatto non può essere vero. Noi, con i nostri ragionamenti, vogliam mettere limiti all’azione stessa di Dio... e quando la realtà rompe i nostri poveri ripari, noi, piuttosto che arrenderci all’evidenza, vorremmo annientare la realtà. Che triste, umiliante constatazione! Il cieco risponde ai dottori: il fatto è vero! Io ero privo della vista e ora ci vedo!

Quei teologi sono proprio in impaccio! Dato il fatto innegabile, essi concludono: Certo sarà prodotto da arti magiche.

Ma il cieco un’altra volta risponde: No, chi m’ha guarito m’ha plasmato gli occhi di fango, io mi sono lavato ed ecco, veggo! Niente di magico, ma il processo più ovvio e naturale!

Quei sottili dottori sono in un nuovo turbamento e ancora più grave.

Non si danno pace, non si vogliono arrendere e fantasticano con fervore degno di miglior causa; Bisogna dire che costui non fosse cieco veramente: Chiamano i genitori di lui e questi rispondono: Costui è nostro figlio e cieco dalla nascita. Il fatto non si può disconoscere.

Non possono dunque negare il fatto e sono disposti ad ammetterlo, a condizione che il cieco riconosca che Gesù è un peccatore, avendo violato la legge.

Il cieco si ribella all’assurdo, inavvertito o accolto dai dottori, che un peccatore possa godere di una speciale assistenza di Dio. Oh, leggiamo, leggiamo la testimonianza di quest’anima retta che prorompe, forte d’una evidenza interiore, contro cui nulla possono le arti e le insinuazioni farisaiche, contro le argomentazioni fallaci de’ suoi interrogatori!

I dottori lo vituperano e lo cacciano via... e noi lo seguiamo con fremito di accorata simpatia, con santa invidia....

È scacciato dalla sinagoga, quel benedetto da Dio... e fuori l’attende Gesù!

Abbia meditato mai profondamente questo passo evangelico?...

Gesù incontrato il cieco da lui guarito che lo adora e crede, riassume l’insegnamento compreso nel racconto. Sono venuto in questo mondo per fare il giudizio, acciocchè i non veggenti veggano ed i veggenti diventino ciechi.

Parole gravi che ci dovrebbero sgomentare e render paurosi, quasi, di quella nostra povera scienza che idolatriamo fino ad arrischiar di metterla al posto stesso di Dio!

La mente vincolata dal pregiudizio non può aderire alla verità completa, e chiama in aiuto il ragionamento ed il sofisma, e così si ottenebra maggiormente.

Possiamo affermare che noi siamo interamente liberi dai pregiudizi e che questi non influiscono sulla nostra condotta?

Abbiamo il coraggio di guardar bene dentro di noi, e se troviamo quel difetto, che ci potrebbe allontanare anche da Gesù, salviamoci in tempo... prima che il nostro acciecamento sia completo.

L’uomo semplice, invece, la cui mente non è occupata da prevenzioni, accetta con gioia la verità che gli appare e diventa sapiente....

Che libertà, che grandezza negli spiriti assetati di vero e che ad esso si volgono ansiosi, anelanti come i fiori alla luce e al sole! E che gioie sovrumane sono le loro.... Che visione quella delle anime amanti solo della verità!

Oh, lasciamoci attrarre da essa, accogliamola sempre.... siamo umili, siamo buoni per non porre ostacolo al suo avvento in noi.

Ti ringrazio, Padre, che hai nascoste queste cose ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli.

Chi non è come un fanciullo non entrerà nel regno de’ cieli!




Ricordatevi di comperare il 12.mo fascicolo dell’ENCICLOPEDIA DEI RAGAZZI che esce in questa settimana.