Il Tesoro (Latini)/Libro V/Capitolo XXVIII
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Brunetto Latini - Il Tesoro (XIII secolo)
Traduzione dalla lingua d'oïl di Bono Giamboni (XIII secolo)
Traduzione dalla lingua d'oïl di Bono Giamboni (XIII secolo)
Capitolo XXVIII. Della upupa
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Capitolo XXVIII.
Della upupa.
Upupa è uno uccello con una cresta in capo, e vivono di cose putride e laide, e però è il loro fiato puzzolente molto1. E quando le loro madri2 invecchiano tanto3 che non possono bene volare4, e li loro figliuoli le prendono e mettonle nel nido, e spennanle tutte, e ungono loro occhi, e tengonle coperte con le loro ale, e tanto loro5 portano beccare6, infino ch’elle possono bene volare, sì come è mestiero7.
- ↑ Il t: manjue fiens, et choses puans, et por ce a ele mauvaise alaine et porrie.
- ↑ Il t ed il ms. Vis. pere. Che Bono fosse meglio informato? Il t non ha varianti in questa parola.
- ↑ Il t: mais tant font par lor nature, que quant li fil voient lor pere envielli.
- ↑ Il t: et que il est griès et pesans, et sa veue est auques oscurcie.
- ↑ Le stampe leggono le, manifestamente dagli amanuensi scambiato per lo’, cioè loro, come altre volte. Corretto col t.
- ↑ Et puis le paissent et norrissent.
- ↑ Il t: tant che sa plume est renovelèe, et que il va et vient seurement là où il vuet.