Il Tesoro (Latini)/Libro V/Capitolo XVI
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Traduzione dalla lingua d'oïl di Bono Giamboni (XIII secolo)
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Capitolo XVI.
Dell’oche, e dell’anatre1.
Anatre e oche quanto sono più bianche, tanto son migliori, e più dimestiche. Oche o anatre che sono taccate2, o nere, sono nate di salvatiche3, e però non ingenerano in tanta copia siccome le bianche4.
E sappiate, che anitre e oche non potrebbero vivere, se non dove avessero acqua o erba; ma molto danno fanno con loro becco alle biade5, e molto guastano tutte erbe con loro uscito6.
Il tempo ch’elle si congiugnono carnalmente si è dal marzo infino a’ grandi dì d’estate.
E alle boci dell’oca puote l’uomo conoscere tutto le ore della notte7. E non è nessuno altro animale che sì senta l’uomo, come fa l’oca8. E alle lor grida furono sentiti li Franceschi, quando voleano imbolare9 lo castello di Campidoglio di Roma10.
- ↑ Aggiunto dell’oche, col t: De oies, et des anetes.
- ↑ Il t: qui sont raïes d’autre colors.
- ↑ Il t: champestres colla variante di due codici, salvages, sauvages.
- ↑ Aggiunto: in tanta copia, col t: si largement. Senza questa giunta poteva sembrare che fosse differenza nel modo di generazione dell’une e dell’altre, anzi che nella quantità dei pulcini.
- ↑ Il t: nuisent a terre gaaignable. Bono ed il ms. Vis. qui mette col becco, che nel t è nell’inciso appresso. Si ponga mente a questa terre gaaignable, sulla quale molto si disputa in altro luogo.
- ↑ Il t: et molt empirent toutes semences dou bec, et dou fiens. Uscito qui vale sterco. V. Crusca.
- ↑ Il t: de la nuit, et les vigiles.
- ↑ Il t: comme eles font.
- ↑ Il t: prendre.
- ↑ Il t aggiunge: selonc ce que l’istoire nos raconte. Manca questo inciso al ms. Vis. Un codice francese ha quest’altro inciso, che il Chabaille giudica interpolato: quant lez oies chantierent, et esveillierent les Romains.