Il Tesoro (Latini)/Libro V/Capitolo LVII

Brunetto Latini - Il Tesoro (XIII secolo)
Traduzione dalla lingua d'oïl di Bono Giamboni (XIII secolo)
Capitolo LVII. Di più maniere di lupi
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Caimtolo LVII.

Di più maniere di lupi ’.

Di lupi lia molti Italia, e molte altre piovi ncie, e la sua forza è nella bocca; ma nel petto, e nelle rene non ha punto di forza ^ 11 suo collo non puote piegare a dietro ’\ E sì dicono molti \ ch’olii vivono alcuna volta di preda % ed alcun’ altra di terra, ed alcun’ altra di vento.

E quando il tempo della lussuria loro viene, molti lupi vanno dopo la lupa. Alla fine la lupa si dà "^ al pii"! laido che vi sia. E non si con ì) Il t: Dov, l’jnp.

2) Le stampe: la sua forza ù nella hocca e nel ’petto, ma nelle rene non ha punto di forza. Corretto col ms. Vis. e col t: sa force est en sa bouche; ìnois au piz, et as reins n’a il point de force.

3) A dietro, manca al t. K nel ms. Vis.

4) Il t: dient li pastor. Il ms. Vis. leg"g"C come le stampe.

5) Corretto piova, in preda, col r: il vit aucune foiz de proie. Il ms. Vis. pioggia.

6) Il t: à la fn eie regarde entre ton:, et csleist le plus lait. Da quanto è qui asserito della lupa, secondo l’opinione dcg-li antichi, i-yli è ag-uvolo travedere l’etimolog’ia di lupanare. [p. 256 modifica]giungono se non dodici dì dell’anno. E non ingenerano se non del mese di moggio1. E per guardia de’ loro figliuoli non prende preda in quelle parti vicine al suo nido2.

E sappiate, die quando egli vede l’uomo prima che l’uomo veggia lui, l’uomo non ha podere di gridare. E se l’uomo vede prima lui, egli perde tutta la sua fierezza, e non può correre. E nella sua coda ^ ha una lana d’amore, che la si Uova co’denti suoi, quand’egli conosce eh.’ egli sia preso. E quando egli urla, egli si mette li suoi piedi dinanzi la bocca, per mostrare che sieno molti lupi.

Un’altra^ maniera di lupi sono, clie si chia 1) Il t, Ira di più: quant li lunaires rient. Il nis. Vis. concorda colle.stampe.

2) Al suo nido, manca al r ed al m.s. ^’i.s. Questo nido dei lupi, ne fa toccar con mano come nel trecento que.sto vocabolo avc.s-e più esteso significato che oggi; e fa parere meno strano a’ critici ragionevoli, elie il Petrarca dicesse nido la patria, dove educati fummo così dolcemente. Questa dolcezza di amore è in ogni ludo di uccelli, ed anzi diciamolo pure, di lupi ! Quanta j)iù ne dobbiamo sentire nel nostro !

3| Il t, ed il ms. Vis. en la fn de sa eoe.

4) Il t, qui comincia un altro capitolo, col titolo: Du loup cervier. Il volgarizzatore dichiarò nel titolo del presente

capitolo, che vi comprendeva anche questo secondo avendo scritto Di più maniere di lupi, e non semplicemente Del lupo, come è nel t, e come abbiamo notato a principio. Il ms. Vis. concorda col nostro. [p. 257 modifica]

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mano cervieri ’, che sono laccati di nero come

leonza % ed in altre cose sono simiglianti al lupo. E hanno sì chiara veduta, che li loro occhi passano li monti, e li muri. E non portano se non un figliuolo. Ed è più dimentica cosa del mondo, che quando egli mangia il suo pasto, ed egli vegga un’altra cosa, incontanente dimentica ciò che mangia, e non vi sa ritornare, e così il ))erde.

E dicono (luolli che gli hanno veduti % che del suo piscio * nasce una pietra preziosa che si chiama ligures. E questo cognosce bene la bestia medesima, secondo che gli uomini l’hanno veduto coprire col sabbione la sua orina ^ per una invidia di natura, che cotal pietra non vegna a mano d’uomo.

1) li t: cerviers, ou lubernes. colla variante di un codice del Chiibaille, lupeì’nes.

2) Il t: comwe l’once.

3) Il t più cautamente: et si dient cil qui le sereni.

4) Il t: de son piz, eolle varianti: j3ma^, di due codici: pissate, di uno: escloi, di due. I.a lezione delle varianti, e del Volg’arizzamento, è la vera, avvegnaché se la pietra preziosa nascesse dal petto, e non dal piscio del lupo cerviere, non sareìibe ragione per la quale il maestro poi dicesse, che per invidia de^li uomini egli copre di sa))liion(’ il suo piscio.

Ô) Aggiunto l’orina, col t: l’orine. Il nis. Vis. è in tutto conforme alla lezione nostra.

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Capitolo LVIII.

Del locrotus *.

Locrotus è una bestia, la quale dimora nelle parti d’ India, che d’ isnellezza passa tutti gli altri animali, formata come asino % e ha groppa di cervio, e petto e gambe ^ di leone, e testa di cavallo ’’, e pie di bue, e ha la bocca grande, infino agli orecchi, e’ suoi denti sono d’ un osso.

Capitolo LIX.


Del mentieore

Menticore è una bestia in quello paese medesimo, con faccia d’ uomo, e colore di sangue,

1) Mutato luccoto, in locroto, col ms. Vis. e col x: J)e hicrote.

2) Ut: est grans comme asne. Il ms. Vis. leggo: come ama. Così spiega l’ai’ties per àsnes del capitolo XLIII. Le stampe leggono asina.

3) Aggiunto: petto, e col ms. Vis. e col t: et piz, et jambes de lyon.

4) Solino, e -Plinio: rapite camelino.