Il Tesoro (Latini)/Libro IV/Capitolo V
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Traduzione dalla lingua d'oïl di Bono Giamboni (XIII secolo)
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Capitolo V.
Del dalfino.
Dalfino è un grande pesce, e molto leggiere, che salta di sopra dell’acqua; e già sono stati di quelli che sono saltati1 di sopra delle navi, e volentieri seguiscono le navi, e le boci degli uomini, e non vanno se non a molti insieme, e cognoscono lo mal tempo quando dee essere, e vanno contro alla fortuna che dee essere. E quando li marinari veggiono ciò, sì si antiveggiono della fortuna2.
E sappiate, ch’egli ingenera figli, e non ova3 e porta dieci mesi. E quando gli ha fatti, ed ella li nutrica del suo latte4. E quando ella vede pesci di che li figliuoli temano, ella se li mette in corpo, e tanto li vi tiene, ch’ella vede luogo sicuro5. E vivono trenta anni, e muoiono di piccola fedita ch’elli abbiano6. E mutano la lingua. Ed a nullo altro animalo d’acqua addiviene quello che a lui7, che mentre ch’egli sta sotto l’acqua non può inspirare. E però ispesso viene di sopra dell’acqua, secondo che l’uomo lo puote vedere quando lo truova in mare8. E la voce somiglia a quella d’uomo che piange9. Alla primavera vanno al mare del Ponto, quando fa egli figliuoli, per l’abbondanza dell’acque dolci10. E la loro entrata è a destra, e l’uscita a sinistra, chè l’occhio sinistro vede peggio che lo diritto, e lo diritto vede bene11.
E sappiate, che dal fiume del Nilo è una generazione di dalfìni che hanno sullo spino del dosso una spina12 con ch’egli uccide lo coccodrillo.
Ed egli si trova nelle storie antiche che uno garzone13 nutricò uno dalfino col pane14 ed amavalo tanto che ’1 fanciullo lo cavalcava e giuocava con lui. Avvenne che ’l garzone morì; ed egli stimando che ’l fosse morto, si lasciò morire15.
Ed anche in Egitto, un garzone nutricò un altro, che simigliantemente lo cavalcava, e giuocava con lui. Addivenne che questo garzone, a preghiera d’uno signore, sì lo fece uscire fuori e saltare nella piazza; e quelli lo uccisero16.
E sappiate, ch’egli è quel pesce, che più amore porta all’uomo, che nessuno animale che d’acqua sia17.
- ↑ Il verbo saltare qui ripetuto due volte, non ci dà lume a discernere se Bono avesse tradotto salta ovvero s’alza il s’elieve del Capitolo III, perchè il t qui varia, come tosto vedremo.
- ↑ IL t varia: Dalfins est un grans poissons de mer, qui ensuit la voiz des homes, et est la plus isnele chose qui soit en mer; car il trespasse la mer d’outre en outre aussi comme se il volast: mais il ne va mie volontiers sous, ancois vont plusor ensemble. Et par eulx apercoivent li marinier la tempeste qui doit venir, quant il voient le dalphin fuir parmi la mer, et trebuchier soi en fuiant, comme se la foudre le chacast.
- ↑ Aggiunto figli (voluto dal contesto) e non ova, col t: filz, non pas oes.
- ↑ Il t: et gardent et norrissent. Manca al t, quando gli ha fatti.
- ↑ Il t et quant lor fils sont en lor jouente, il les accueillent dedanz lor gorge, por miels garder les.
- ↑ Il t varia, ed aggiunge: et vivent XXX anz, celonc ce que gens dient, qui l’ont essaiè as coes, que il lor tailloient. Et lor bouche n’est pas là où li autre peissons les ont, ainz est près dou ventre, contre la nature.
- ↑ Il t: et nule beste d’aigue ne muet langue si li dalfinos non; et lor aspiremenz etc. La lezione di Bono è migliore: perchè il mutamento della lingua non avviene in alcun animale nè d’acqua, nè d’aria, nè di terra. Fra gli animali d’acqua era da notare questo fenomeno della respirazione dei delfini.
- ↑ Secondo che l’uomo puote vedere quando lo truova in mare, glossa del Volgarizzatore, che è pure nel ms. Vis.
- ↑ Riempita la lacuna delle stampe troppo rilevante per la zoologia, et lor voiz est d’ome ploran semblans.
- ↑ Corretto di ponente, in del Ponto, col t: et au novel tens, en vont plusor à la mer de Pontho, où il norrissent lor filz par la plentè d’aigues douces. Il ms. Vis. ha qui una abbreviatura che può decifrarsi e Ponto e Ponente.
- ↑ Empiuta altra rilevante lacuna: et lor entrée est à destre, et l’issue à senestre, porce que il ne voient gaires bien dou senestre oil. Le stampe: E l’occhio sinistro vede ecc. ommettendo la loro entrata è a destra, e l’uscita a sinistra, chè.
- ↑ Il t: une eschine autele comme soie.
- ↑ Il t: uns enfes de campaigne.
- ↑ Il t: de pain longuement, et le fist si privè que etc.
- ↑ Il t varia: et le fist si privè, que il le chevauchoit, et tant que li dalfins le porta jusq’en la haute mer, et iluec fu noiez; et en la fin se laissa morir li dalfins, quant il apercut la mort de l’enfant.
- ↑ Al t manca l’aneddoto di Egitto raccontato da Bono Ha invece: un autre en ot en Iace de Babiloine, qui tant ama I enfant, que après ce qu’il ot joè avec lui, et li gais enfes enfui, il le voloit ensuire, si remest sor le sablon, où il fu pris.
- ↑ Il t: Ces, et maintes autres merveilles sont veues de ces bestes, por l’amor que il portent as homes.