Il Tesoro (Latini)/Illustrazioni al Libro V/Capitolo III

Brunetto Latini - Il Tesoro (XIII secolo)
Traduzione dalla lingua d'oïl di Bono Giamboni (XIII secolo)
Capitolo III
Illustrazioni al Libro V - Capitolo II Illustrazioni al Libro V - Capitolo IV
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Zi’)

( HiMUU’tll) (li diK’.s(ii’|)Oiili. /iroes/t’/-. e sepes, lece imo solo, che disse jì/’csfo).

V an fin tenia accennata nel caititolo appresso, h V anfesihena di Dante.

L’aspide deiiii antichi, non meno che quello del volgo anche oj:i, è un seri)ente thnùistico, e quanto alle forme, e quanto alle proprietà attribuitegli. I moralisti facendone mille applicazioni, perpetuarono la favola, ch’egli chiuda le oreccliie alla voce dell’ incantatore. Deve essere molto antica, perchè vi allude anche il Salmo LVII: Sicut aspidis surdae, et obturantis aures suas quae non exaudiet vocem incantantium, et venefici incantantis sapienter.

Non l’aspide, ma qualunque serpente velenoso di Egitto, potò col suo veleno agevolare il decantato vsuicidio di Cleopatra.

Il serpente chiamato da Linneo coincer aspis, è una vipera dell’Italia, e della Francia meridionale.

Capitolo III.

Basilisco, B«T/X/ffKoç significa piccolo re, in latino spesso regulus. Nella Volgata è chiamato coll'un nome, e coll’altro: Super aspidetn et I)asiliscuDi ambidalns ( Ps. XCI). Ecce ego mittam vobis serpentes regìdos (Jereni. VIII).

È i)ur (juesta una creazione fantastica degli antichi,

della quale scrissero seriamente e Aristotile e [p. 276 modifica]
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Plinio. Questi nei libri VIII e XXIX parla delle sue

mortifere qualità, e del saugue usato dai maghi quale antidoto contro i venetìcii.

Tre specie ne fantasticarono: la prima ardeva tutto quello in cui s’imbatteva, e faceva deserta la terra a sé d’intorno: la seconda, uccideva col suo sguardo tutti i viventi che mirasse: la terza, col suo contatto faceva cadere le carni dal corpo agli animali, cui si accostasse. Parlasi di una quarta, che nasceva da ova di gallo decrepito (ora centonina), covate da serpi o da rospi.

Ne scrissero Dioscoride, Galeno, Solino, Eliano, come pure Avicenna, Grevino, Scaligero, e molti altri, e recentemente Luigi Bossi.

l’Aldrovandi presenta le imagini, Bcmlicus in solitudine Africae vivens, e Baslliscus, sire Regulus Grevini.

Il basiliscus della zoologia presente, è ben altro. È genere di rettili saurii, ap))arteiìente alla famiglia degli iguanii.

Capitolo IV.


Il dragone è creazione fantastica dei popoli antichi, la quale passò in tutte le poesie e religioni d’Europa. La Bibbia ne parla, e l’Ajjucxdissc ne fa una descrizione terribile, in esso personificando il demonio. Lo vcggiatno poi effigiato sotto i piedi di