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Plinio. Questi nei libri VIII e XXIX parla delle sue
mortifere qualità, e del saugue usato dai maghi quale antidoto contro i venetìcii.
Tre specie ne fantasticarono: la prima ardeva tutto quello in cui s’imbatteva, e faceva deserta la terra a sé d’intorno: la seconda, uccideva col suo sguardo tutti i viventi che mirasse: la terza, col suo contatto faceva cadere le carni dal corpo agli animali, cui si accostasse. Parlasi di una quarta, che nasceva da ova di gallo decrepito (ora centonina), covate da serpi o da rospi.
Ne scrissero Dioscoride, Galeno, Solino, Eliano, come pure Avicenna, Grevino, Scaligero, e molti altri, e recentemente Luigi Bossi.
l’Aldrovandi presenta le imagini, Bcmlicus in solitudine Africae vivens, e Baslliscus, sire Regulus Grevini.
Il basiliscus della zoologia presente, è ben altro. È genere di rettili saurii, ap))arteiìente alla famiglia degli iguanii.
Capitolo IV.
Il dragone è creazione fantastica dei popoli antichi,
la quale passò in tutte le poesie e religioni
d’Europa. La Bibbia ne parla, e l’Ajjucxdissc ne fa
una descrizione terribile, in esso personificando il
demonio. Lo vcggiatno poi effigiato sotto i piedi di