Il Tesoro (Latini)/Illustrazioni al Libro I/Capitolo XXXV

Illustrazioni al Libro I - Capitolo XXXV

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Brunetto Latini - Il Tesoro (XIII secolo)
Traduzione dalla lingua d'oïl di Bono Giamboni (XIII secolo)
Illustrazioni al Libro I - Capitolo XXXV
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Capitolo XXXV.


Del titolo di questo capitolo, come leggevanlo le stampe, facetamente aveva detto il Carrer: Tanto si può intitolare questo capitolo in tal modo, quanto storia di Pilato, il simbolo degli apostoli.

Nel Romanz de Brut del trovadore Nace, citato dal Chabaille nella prefazione al Tesoro di Brunetto, si leggono questi versi, che ricordano la favola creduta storia da Brunetto, intorno a Bruto ed alla Brettagna:


La terre avoit nom Albion.
Mais Brutus li changa son non.
De son nom Bruto nom li mist,
Et Bretaigne son nom li fist.
Le Troyens, ses compagnons,
Apela de Bruto Bretons.

Il ms. Farsetti ha questa varia lezione, all’ultimo capoverso. «E fu vero, che quando questa Emilia gli ebbe fatti, ella li mandò per due suoi servi ad annegare in un fiume. E quando gli uomini furono alla riva dell’acqua per gittarveli dentro, a quegli puosono mente, e parvono molto belli fanciulli. Incominciarono a ridere, e quando li vidono ridere, sì ne prese loro grande pietade. Allora i servi presono consiglio tra loro due, di no li annegare. Puosongli sopra la riva [p. 204 modifica]del fiume, e dissono: Di questo bosco uscirà qualche fiera salvatica e li mangerà, e noi saremo di ciò liberati, e diremo che noi abbiamo fatto quello che ci fu comandato. E quando li servi furono partiti, poco stante uno pastore di bestie, il quale aveva nome Faustolo, si trovò i detti fanciulli. Maravigliossene, preseli, e recollisi a casa. Egli aveva una sua moglie Lorenza, e disse: Donna, questi garzoni ho trovati sopra la riva del fiume, e sono molto belli. Priegoti che li guardi, e nutrichi, sì ch’eglino ci aitino guardare le nostre bestie. E questa donna quando li vide, ne fu molto invaghita per loro bellezza, e sì li prese a nudrire molto dolcemente. Questa fue femina, che volentieri faceva servigio di sua persona con ogni uomo; e in quello tempo tali femine erano chiamate generalmente lupe. E qua ene la maniera che furono figliuoli di una lupa, non sapiendo la gente che ’l fatto fosse a questo modo andato».