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Capitolo XXXV.


Del titolo di questo capitolo, come leggevanlo le stampe, facetamente aveva detto il Carrer: Tanto si può intitolare questo capitolo in tal modo, quanto storia di Pilato, il simbolo degli apostoli.

Nel Romanz de Brut del trovadore Nace, citato dal Chabaille nella prefazione al Tesoro di Brunetto, si leggono questi versi, che ricordano la favola creduta storia da Brunetto, intorno a Bruto ed alla Brettagna:


La terre avoit nom Albion.
Mais Brutus li changa son non.
De son nom Bruto nom li mist,
Et Bretaigne son nom li fist.
Le Troyens, ses compagnons,
Apela de Bruto Bretons.

Il ms. Farsetti ha questa varia lezione, all’ultimo capoverso. «E fu vero, che quando questa Emilia gli ebbe fatti, ella li mandò per due suoi servi ad annegare in un fiume. E quando gli uomini furono alla riva dell’acqua per gittarveli dentro, a quegli puosono mente, e parvono molto belli fanciulli. Incominciarono a ridere, e quando li vidono ridere, sì ne prese loro grande pietade. Allora i servi presono consiglio tra loro due, di no li annegare. Puosongli sopra la riva