Il Sofista e l'Uomo politico/Il Sofista/XIV

Il Sofista - XIV

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Platone - Il Sofista e l'Uomo politico (IV secolo a.C.)
Traduzione dal greco di Giuseppe Fraccaroli (1911)
Il Sofista - XIV
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XIV.


For. Intanto le molte specie di purificazioni che concernono i corpi, giova comprenderle sotto un nome solo.

Teet. Quali? e con che nome?

For. Quelle degli animali1, quanto dentro ai corpi per opera della ginnastica e della medicina 227si secerne convenientemente e si purga, e così di fuori, ciò che è poco pulito a nominare e ha da far col mestiere del bagnajuolo; e 〈così quelle〉 delle cose inanimate, di cui occupandosi l’arte fullonica e quella in generale degli abbigliamenti ebbero a parte a parte molti nomi che pajono ridicoli.

Teet. Proprio così.

For. Non v’ha dubbio infatti, o Teeteto. Per altro il giusto metodo di ragionare non accade che dia nè maggior nè minore importanza al dar di frego con la spugna di quello che al bere un farmaco, ancorchè l’uno poco ci giovi Be l’altro moltissimo col suo purgare. Perocchè mentre allo scopo di farsi una ragione esso 〈metodo〉 si sforza di riconoscere quelle tra le arti tutte che sono affini e quelle che no, per questo [p. 135 modifica]rispetto le tiene tutte nel medesimo conto2, e nell’avvicinarle tra loro non istima una punto più ridicola d’un’altra, nè reputa più contegnoso, ma d’ordinario più pretenzioso, colui che spiega l’arte della caccia sull’esempio della strategia, di colui che su quello dello spidocchiare3. E così anche ora, ciò che domandavi, con che nome chiameremo quelle attività tutte che hanno per ufficio di purgare il corpo, sia esso animato sia no, non farà differenza per esso <metodo> qual sia ciò che paja più decoroso a pronunziarsi, purchè tenga separato dalle purgazioni dell’anima C e colleghi in un tutto tutto ciò che purga ogni altra cosa. Esso ha infatti già cominciato a distinguere intanto dalle altre la purificazione dello spirito, se però intendiamo che cosa il metodo vuole.

Teet. Ma sì, ho capito, ed ammetto che vi siano due specie di purgazione, e l’una di esse, concernente l’anima, separata da quella del corpo4.

[p. 136 modifica]For. Arcibenissimo. Ed ora, per continuare, attendi qui e provati a dividere in due questa D cosa che s’è detto.

Teet. Secondo che tu mi guiderai mi proverò teco a dividere.

  1. Ποῖα καὶ τίνι; — Τά τε τῶν ζῴων κ. τ. λ. Riferisci coi più τὰ a ποῖα, cioè εἴδη, contro l’Apelt che intende: “omnia quac in animantium corporibus… secernuntur„.
  2. Che per la scienza non ci sia alcuna cosa da dover disprezzare era stato affermato anche in Parm. p. 130 E, e si ripeterà in Polit. p. 266 D. Che poi non si deva aver mai paura del ridicolo è ribadito in de Rep. V p. 452.
  3. Può darsi che di qui abbia avuto origine la favola che Platone sia morto di ftiriasi. La strategia è ragguagliata alla caccia in Euthyd. p. 290 C-D.
  4. Intanto il nome speciale che deve comprendere tutte le purgazioni del corpo non è stato pronunciato.