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134 Il sofista.

XIV.


For. Intanto le molte specie di purificazioni che concernono i corpi, giova comprenderle sotto un nome solo.

Teet. Quali? e con che nome?

For. Quelle degli animali1, quanto dentro ai corpi per opera della ginnastica e della medicina [227]si secerne convenientemente e si purga, e così di fuori, ciò che è poco pulito a nominare e ha da far col mestiere del bagnajuolo; e 〈così quelle〉 delle cose inanimate, di cui occupandosi l’arte fullonica e quella in generale degli abbigliamenti ebbero a parte a parte molti nomi che pajono ridicoli.

Teet. Proprio così.

For. Non v’ha dubbio infatti, o Teeteto. Per altro il giusto metodo di ragionare non accade che dia nè maggior nè minore importanza al dar di frego con la spugna di quello che al bere un farmaco, ancorchè l’uno poco ci giovi [B]e l’altro moltissimo col suo purgare. Perocchè mentre allo scopo di farsi una ragione esso 〈metodo〉 si sforza di riconoscere quelle tra le arti tutte che sono affini e quelle che no, per questo



  1. Ποῖα καὶ τίνι; — Τά τε τῶν ζῴων κ. τ. λ. Riferisci coi più τὰ a ποῖα, cioè εἴδη, contro l’Apelt che intende: “omnia quac in animantium corporibus… secernuntur„.