Il Sofista e l'Uomo politico/Il Sofista/III
Questo testo è completo. |
Traduzione dal greco di Giuseppe Fraccaroli (1911)
◄ | Il Sofista - II | Il Sofista - IV | ► |
III.
For. Dici bene, e a questo ci penserai da te procedendo il discorso. Insieme con me intanto, io direi, dovresti innanzi tutto metterti ora a questa ricerca a cominciar dal sofista, indagando e chiarendo col ragionamento che cosa egli è. CPerocchè ora tu ed io intorno a ciò non abbiamo di comune che il nome; e la cosa invece a cui lo applichiamo, ciascuno di noi probabilmente la ritiene a modo suo: mentre sempre e in ogni caso meglio è che si sia d’accordo, ragionando, sulla cosa, di quello che, senza ragionare, sul nome solo1. Ora la razza che abbiamo in animo di cercare, il sofista, non è proprio molto facile afferrare cosa sia: e quando si ha da trattare adeguatamente di cose di una certa importanza, è per queste opinione comune da un pezzo, che si deva prima provarsi in cose piccole e più facili avanti di pôrci proprio alle Dmaggiori. Or dunque, o Teeteto, io do questo consiglio anche per noi: poichè riteniamo che la specie del sofista sia difficile e non punto agevole a pigliarsi, esercitiamoci prima su altra cosa più facile nel metodo che sarà da applicargli, sempre che tu non abbia, donde che sia, un’altra strada da indicare più comoda.
Teet. Ma io non la ho.
For. Vuoi pertanto che prendiamo a perseguire una qualche cosa di poco conto e proviamo a porla come esemplare della maggiore?
ETeet. Sì.
For. Che cosa dunque potremo mettere innanzi e facile a conoscersi e piccola e che offra campo a ragionare non meno di alcun’altra di maggior importanza? Per esempio quello che pesca alla lenza. Non è forse una cosa che tutti posson conoscere, e insieme tale da non farne proprio un gran conto?
Teet. Precisamente.
219For. Ebbene, io spero ch’egli ci presterà un procedimento e un discorso non fuor di proposito per ciò che vogliamo.
Teet. Sarebbe una bella cosa.
Note
- ↑ Su questo punto essenziale del metodo scientifico, doversi cioè badare alle cose di cui veramente si discorre, e non soltanto al significato fluttuante delle parole, si insisterà ancora a p. 259 C, e se n’era fatta questione anche nel Teeteto p. 164 C, 168 BC, 199 A.