Pagina:Il Sofista e l'Uomo politico.djvu/121

110 Il sofista.

e chiarendo col ragionamento che cosa egli è. [C]Perocchè ora tu ed io intorno a ciò non abbiamo di comune che il nome; e la cosa invece a cui lo applichiamo, ciascuno di noi probabilmente la ritiene a modo suo: mentre sempre e in ogni caso meglio è che si sia d’accordo, ragionando, sulla cosa, di quello che, senza ragionare, sul nome solo1. Ora la razza che abbiamo in animo di cercare, il sofista, non è proprio molto facile afferrare cosa sia: e quando si ha da trattare adeguatamente di cose di una certa importanza, è per queste opinione comune da un pezzo, che si deva prima provarsi in cose piccole e più facili avanti di pôrci proprio alle [D]maggiori. Or dunque, o Teeteto, io do questo consiglio anche per noi: poichè riteniamo che la specie del sofista sia difficile e non punto agevole a pigliarsi, esercitiamoci prima su altra cosa più facile nel metodo che sarà da applicargli, sempre che tu non abbia, donde che sia, un’altra strada da indicare più comoda.

Teet. Ma io non la ho.

For. Vuoi pertanto che prendiamo a perseguire una qualche cosa di poco conto e proviamo a porla come esemplare della maggiore?

[E]Teet. Sì.



  1. Su questo punto essenziale del metodo scientifico, doversi cioè badare alle cose di cui veramente si discorre, e non soltanto al significato fluttuante delle parole, si insisterà ancora a p. 259 C, e se n’era fatta questione anche nel Teeteto p. 164 C, 168 BC, 199 A.