Il Parlamento del Regno d'Italia/Giuseppe Arnulfo

Giuseppe Arnulfo

../Giovanni Antonio Ambrosetti ../Giovanni Arrivabene IncludiIntestazione 3 febbraio 2022 100% Da definire

Giovanni Antonio Ambrosetti Giovanni Arrivabene
Questo testo fa parte della serie Il Parlamento del Regno d'Italia


[p. XXII modifica]Giuseppe Arnulfo.

[p. 63 modifica]



Colui che fornito di mezzi morali — e tutti, qual più, qual meno, di una sorta o di un’altra, ne possediamo — sen vive neghittoso e in disparte, vera pianta parassita della società, ponendo in non cale la sublime massima del filosofo americano: l’uomo esser tanto da stimarsi, quanto vale a rendersi utile all’altr’uomo: colui, diciam noi, deve arrossire di mala vergogna, e comprendere tutta la colpa della propria nullità nel percorrere taluna di queste pagine, in cui compendiamo l’operosa esistenza di personaggi, che al pari di quello che ci cade or sotto la penna, si può dire non abbiano avuto un pensiero, nè vissuta un’ora, che [p. 64 modifica]ora e pensiero non sieno stali impiegati a vantaggio della patria e dell’umanità.

Nato a Biella il 17 dicembre del 1798 da Felice e da Rosa Vasale, l’Arnulfo, dopo aver compiuti i propri studî in Torino, fu ammesso nel 1818 dal senato di Piemonte a patrocinar cause dinanzi ai magistrati supremi, e dal 1819 a tutto il 1851 fu causidico collegiato presso i tribunali della città e provincia di Biella. Nel 1819 era stato pur ricevuto notaio, ed ha esercitato i due uffici fintantochè per legge furono dichiarati incompatibili.

Lo specchiato modo di vivere dell’Arnulfo, la sua capacità, sopratutto l’amministrativa, che ognuno gli riconosce in grado eminente, la solerzia nel curare gli affari che gli veniano affidati gli ebber ben presto guadagnata la considerazione de’ proprî concittadini, sicchè ei ne fu eletto consigliere della città e provincia di Biella della divisione di Vercelli, e dalla creazione di tali consigli, fino all’epoca della lor soppressione, vi esercitò sempre le importanti attribuzioni di presidente, di vice-presidente o di segretario; anche adesso, eletto a membro del consiglio provinciale di Novara, egli ne è il vice-presidente.

Ma ciò che sopratutto deve notarsi, si è che l’Arnulfo da più da trent’anni è l’amministratore comunale di pressochè tutte le opere di beneficenza della città di Biella, direttore di quella cassa di risparmio dall’epoca della sua fondazione, e uno de’ promotori e amministratore pur sempre della Società per l’avanzamento delle arti, mestieri ed agricoltura nella provincia biellese.

E diciamo che ciò è da notarsi, in quanto che non solo serve ad ampia conferma di quanto asserimmo pur dianzi, che cioè l’Arnulfo è stato ognora, e oggi più che mai, da’ propri compatrioti tenuto in quel conto che merita, ma anche perchè mediante le feconde occupazioni di quelli onorevoli e rilevantissimi incarichi i talenti amministrativi dell’Arnulfo ebbero occasione di svilupparsi più ampiamente, e in modo da darsi a conoscere al governo, che non tardò a trarne profitto.

Difatto nel 1810 il vediamo chiamato all’importante [p. XXIII modifica] [p. 65 modifica]ufficio di regio commissario presso la Camera elettiva ed il Senato per tutte le leggi di finanze, quindi aggiunto al Consiglio di Stato, con voto, onde prender parte efficace alle discussioni dei relativi progetti, poscia nominato membro di molte Commissioni tutte governative, per proporre ed istudiare altri progetti di legge, infine, nel 1851 creato intendente generale delle finanze e consigliere dell’amministrazione del debito pubblico, carica quest’ultima ch’egli ha sostenuta per lungo correr d’anni.

Dal momento poi, della promulgazione dello Statuto nel 1848, fino all’anno corrente, in cui, con decreto in data 9 febbrajo è stato elevato alla dignità di senatore del regno, egli ha avuto l’insigne onore di seder sempre nel Parlamento nazionale qual deputato di Biella.

Segretario della Camera fino al 1851, in cui dovette rinunciare a sì onorevole officio a cagione della sua nomina a intendente generale delle finanze, ha preso parte ai più importanti lavori del Parlamento ed è stato scelto a membro di Commissioni in circostanze del più alto rilievo.

Il Senato lo ha già nominato anch’esso a suo segretario ed eletto membro della Giunta per l’esame del codice civile.

L’Arnulfo è cavaliere dell’ordine Mauriziano fino dal 1851.