Il Parlamento del Regno d'Italia/Girolamo Tornielli di Borgo Lavezzaro

Girolamo Tornielli di Borgo Lavezzaro

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Nicolò Antinori Paolo Sinibaldi


Questo testo fa parte della serie Il Parlamento del Regno d'Italia


[p. CIII modifica]Girolamo Tornielli

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Discendente da antichissima e nobile famiglia di Novara, fece i suoi primi studî nel collegio nazionale di Modena, sotto la direzione del celebre padre Soave: proseguì poscia nella regia università di Bologna, ove ebbe con plauso la laurea in scienze matematiche.

Entrato nel 1811 in qualità d’alunno nel ministero delle finanze del regno d’Italia, fu con decreto dell’anno successivo nominato dal vice-re principe Eugenio auditore presso il consiglio di Stato di quel regno. Caduto Napoleone, il Tornielli rinunciò agli impieghi governativi, intraprese lunghi viaggi, a capo ai quali tornò in patria, ove non appena giunto, i suoi concittadini il nominarono sindaco della città, impiego che gli fu poscia per ben cinque volte riconfermato. E il Tornielli seppe rendersi degno di tanta fiducia in lui riposta, occupandosi con lutti i mezzi de’ quali poteva disporre del bene della sua Novara, che va a lui debitrice di quell’importante monumento ch’è il foro frumentario, agevolando di questa maniera quella città il poter divenire, come lo è attualmente, uno dei principali emporî di granaglie dell’Italia settentrionale. Molti altri ammegliamenti nella parte materiale Novara deve pure all’iniziativa del Tondelli, fra i quali non sono da passarsi sotto silenzio la bellissima barriera di Torino, il magnifico portico che congiunge quello dei mercanti al foro frumentario, la piazza del teatro, e la statua di Carlo Emanuele III.

Nell’anno 1817 il re Vittorio Emanuele I, creò il Tornielli suo gentiluomo di camera, e nel 1830 re Carlo Felice lo fregiò dell’ordine Mauriziano. Re Carlo Alberto assunse il marchese Tondelli alla dignità di senatore del regno fin dal primo momento dell’istituzione dei grandi corpi dello Stato. Nel seno di questa augusta assemblea il Tondelli ha sempre seguito il partito liberale, che ha appoggiato costantemente colle sue parole e coi suoi voti.