Il Parlamento del Regno d'Italia/Felice Cardente
Questo testo è stato riletto e controllato. |
◄ | Massimiliano Martinelli | Nicolò Antinori | ► |
deputato.
È nato in Marzano di Roccamolfina, provincia di Terra di Lavoro, da Francesco Paolo e da Maria Giuseppina Dalla Rossa.
Entrò fanciullo nel liceo del Salvatore, in Napoli, donde uscì compiti gli studî letterarî e filosofici per seguire le discipline legali nella università della capitale Partenopea, ove ebbe laurea nel diritto civile.
Sebbene i suoi genitori desiderassero che il Cardente seguisse la carriera del foro, tuttavia egli, che per le giuridiche contestazioni si sentiva tutt’altro che del trasporto, disgustato anche dal soggiorno della capitale, in cui vedea con soverchio rincrescimento commettersi ogni dì abusi e ingiustizie dai governanti borbonici, si ritrasse nella terra natale, ove si occupò di studî letterarî e di occupazioni agricole. Il modo distinto col quale si ingeriva di quest’ultime gli valsero fino dal 1840 il titolo di socio onorario della società economica della provincia.
Gli avvenimenti politici del 1848 non trovarono il Cardente freddo, e men che disposto a prendervi parte attivissima. Diffatto egli fu presidente del collegio elettorale del suo circondario, e capitano della guardia nazionale, grado conferitogli per unanime voto dei suoi concittadini.
Per la parte ch’ebbe appunto il Cardente a quei rivolgimenti, il governo borbonico, che già non l’aveva in grazia, prese a perseguitarlo ognora di più, in un col fratel suo Domenico, il quale ultimo fu costretto ad esulare in Piemonte, ove morì nel 1852.
Nel 1860 il nostro protagonista, animato dai sentimenti del patriotismo il più ardente, si adoperava a tutt’uomo nella sua provincia, onde promuovere In grande opera dell’unificazione italiana; il che gli valse che il 7 ottobre fosse per ordine del Borbone arrestato, e chiuso assieme al superstite suo fratello Cesare nel duro carcere di Gaeta. Estratti di là per venir traslocati carichi di catene nelle prigioni di Teano, furono provvidenzialmente liberati all’arrivo in quella città dell’eroico liberatore delle Due Sicilie.
I suoi concittadini lo elessero nel 27 gennajo 1861 deputato al Parlamento nazionale pei collegi di Teano, Roccamolfina, Pietramellara e Migliano, dandogli così splendida prova della riconoscenza e della stima che nutrivan per lui.
deputato.
Nacque nel 1814 in Marzano di Roccamonfina, provincia di Terra di Lavoro, da Francesco Paolo e da Maria Giuseppina Della Rossa, possidenti.
Percorsi gli studî letterarî e filosofici nel liceo del Salvatore in Napoli, apparò legge in quella regia università e venne laureato nel diritto civile.
Non sentendosi però veruna disposizione per l’esercizio della professione legale, benchè i suoi genitori aggradissero ch’ei vi si dedicasse, si occupò invece di letteratura e di studî economici e scientifici, promovendo anche nella propria provincia tutti quelli ammegliamenti agricoli che vedeva con successo adottati all’estero.
I sentimenti patriotici e liberali da cui il nostro protagonista e il di lui fratello si mostravano animati, li resero invisi al governo borbonico, che costrinse quest’ultimo ad esulare in Piemonte — morì a Genova nel 1852 pianto da tutta l’emigrazione ed assistito fino all’estremo istante dal prode generale Cosenz — ed il primo angustiava colle solite persecuzioni.
Il Cardente, nel 1860, fu nella sua provincia uno dei più caldi propugnatori dell’unificazione italiana, tanto che fu chiuso insieme al superstite fratello Cesare nel duro carcere di Gaeta, d’onde il 26 ottobre del medesimo anno venne estratto per essere colle catene ai polsi ed ai piedi cacciato nelle prigioni di Teano, ond’esser consegnato al noto generale Sergardi.
L’arrivo in quella città delle vittoriose schiere di Garibaldi, quasi provvidenzialmente liberò i due fratelli.
Felice Cardente fu inviato deputato al Parlamento del regno dai collegi elettorali di Teano, Roccamonfina, Pietramellara e Mignano.