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È nato in Marzano di Roccamolfina, provincia di Terra di Lavoro, da Francesco Paolo e da Maria Giuseppina Dalla Rossa.

Entrò fanciullo nel liceo del Salvatore, in Napoli, donde uscì compiti gli studî letterarî e filosofici per seguire le discipline legali nella università della capitale Partenopea, ove ebbe laurea nel diritto civile.

Sebbene i suoi genitori desiderassero che il Cardente seguisse la carriera del foro, tuttavia egli, che per le giuridiche contestazioni si sentiva tutt’altro che del trasporto, disgustato anche dal soggiorno della capitale, in cui vedea con soverchio rincrescimento commettersi ogni dì abusi e ingiustizie dai governanti borbonici, si ritrasse nella terra natale, ove si occupò di studî letterarî e di occupazioni agricole. Il modo distinto col quale si ingeriva di quest’ultime gli valsero fino dal 1840 il titolo di socio onorario della società economica della provincia.

Gli avvenimenti politici del 1848 non trovarono il Cardente freddo, e men che disposto a prendervi parte attivissima. Diffatto egli fu presidente del collegio elettorale del suo circondario, e capitano della guardia nazionale, grado conferitogli per unanime voto dei suoi concittadini.

Per la parte ch’ebbe appunto il Cardente a quei rivolgimenti, il governo borbonico, che già non l’aveva in grazia, prese a perseguitarlo ognora di più, in un col fratel suo Domenico, il quale ultimo fu costretto ad esulare in Piemonte, ove morì nel 1852.

Nel 1860 il nostro protagonista, animato dai sentimenti del patriotismo il più ardente, si adoperava a tutt’uomo nella sua provincia, onde promuovere In grande opera dell’unificazione italiana; il che gli valse che il 7 ottobre fosse per ordine del Borbone arrestato, e chiuso assieme al superstite suo fratello Cesare nel duro carcere di Gaeta. Estratti di là per venir traslocati carichi di catene nelle prigioni di Tea-