Il Misogallo (Alfieri, 1903)/Sonetto XVIII

Sonetto XVIII

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SONETTO XVIII.

20 novembre 1792 in Firenze.

Di Libertà maestri i Galli? Insegni1
Pria servaggio il Britanno, insegni pria
Umiltade l’Ispano, o codardia
L’Elvezio, o il Trace a porre in fiore i regni.
Sian dell’irto Lappon gli accenti pregni
Di Apollinea soave melodia;
Taide anzi norma alle donzelle dia
Di verginali atti pudichi, e degni.
Di Libertà maestri i Galli? E a cui?
A noi fervide ardite Itale menti,
D’ogni alta cosa insegnatori altrui? —
Schiavi or siam, sì; ma schiavi almen frementi;
Non quali, o Galli, e il foste, e il siete vui;
Schiavi, al poter qual ch’ei pur sia, plaudenti.


Note

  1. È uso comunissimo tra i Francesi di volere insegnare all’altre Nazioni quelle cose appunto che essi non hanno nè imparate, nè praticate; ma tosto che cominciano a balbettarne i nomi, tenendole per sapute, entrano in cattedra ad insegnarle. Così, venti anni addietro, insegnavano a tutta l’Europa l’Economia politica, nella quale poi gli abbiamo veduti sì esperti, dai fatti.