<dc:title> Il Misogallo </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Vittorio Alfieri</dc:creator><dc:date>1789-1798</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Gli epigrammi le satire, il Misogallo di Vittorio Alfieri (1903).djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Il_Misogallo_(Alfieri,_1903)/Sonetto_XIX&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20210211111722</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Il_Misogallo_(Alfieri,_1903)/Sonetto_XIX&oldid=-20210211111722
Il Misogallo - Sonetto XIX Vittorio AlfieriGli epigrammi le satire, il Misogallo di Vittorio Alfieri (1903).djvu
Figli di vuoto erario i nuovi Galli,
Liberi no, ma in altra foggia schiavi,
Minaccian, vili, le Papali chiavi,
Legni, e penne allestendo, armi e cavalli.
Il Padre Santo esclama: Dalli dalli,
Agli empj, ai ladri, ai miscredenti, ai pravi
Ammazza-preti, ammazza-donne ignavi,
Reprobi, e schiuma delle inferne valli. Cantano i Galli in rauco suon: Si abbatta
Quell’Idra Santa, quella Roma, or vile,
Che in sen gl’iniqui inganna-mondo appiatta. Ben dicon ambo in lor discorde stile:
Ma pria che il Papa, annullisi la matta
Licenza atroce Gallica servile.