Il Dio dei viventi/XVII
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Il male forse non sarebbe continuato senza un incidente avvenuto nel frattempo in casa Barcai.
Il fuoco che la serva aveva acceso sotto la tettoia, come ella usava sempre che doveva far bollire la caldaia, s’era questa volta attaccato ad un mucchio di frasche imprudentemente accatastate lì accanto: le fiamme salivano alte e furiose e minacciavano di incendiare il tetto e la stalla attigna.
Già la gente accorreva da ogni parte, mentre Bellia e il padre uscivano dal cortile del dottore: e Zebedeo indovinò subito una nuova disgrazia poichè vide una nuvola di fumo salire dalla sua casa. Si mise a correre, e cominciò a urlare quando il portone spalancato gli apparve come la bocca di un forno; le fiamme pareva scaturissero di sotterra e si slanciavano e volavano via con grandi ali rosse.
Attraverso il fumo soffocante che riempiva il cortile figure nere correvano qua e là con secchi d’acqua.
— La mia casa s’è mutata in inferno, — egli urlò fuori di sè, togliendosi la berretta e sbattendola come tentasse di smorzare con essa il fuoco.
E dimenticò ogni altra cosa. Corse al pozzo dove Rosa e la padrona rosse e sudate attingevano l’acqua e la versavano nelle secchie, e prese due di queste; e per qualche minuto non fece altro che correre dalla tettoia al pozzo e dal pozzo alla tettoia e lanciare acqua sul fuoco. Anche gli altri, uomini e donne, facevano lo stesso: i vicini di casa portavano l’acqua dai loro pozzi, i bambini aiutavano; e tutti pareva si divertissero. Ma l’incendio continuava e anche le fiamme avevano qualche cosa di allegro, alimentate anzichè abbattute dagli sputi dell’acqua.
I cavalli nitrivano e scalpitavano nella stalla; già una trave della tettoia dapprima annerita fumava e s’accendeva in cima come un sigaro.
Allora Zebedeo, acciecato dal fumo e dall’angoscia, s’accorse che Bellia aveva appoggiato una scala di fuori e smoveva le tegole del tetto.
— Largo, — gridava. — Adesso smuovo la trave e la faccio andar giù.
Tutti si scostarono, coi secchi in mano, guardando in alto: in breve s’udì uno schianto; una nuvola di polvere si mischiò a quella del fumo; il tetto cadeva soffocando il fuoco con le sue macerie.
La tettoia era rovinata, ma la stalla e la casa erano salve.