Il Corsi morto è qui sepolto, a cui
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XV
PER IL SIG. JACOPO CORSI.
Il Corsi morto è qui sepolto, a cui
Di gentilezza e di candor di core
Non fu mai paragon. Pessima Cloto,
Lachesi fiera, ah non canuto ancora
Con dura man lo ci rapite! e tanti
Suoi pregi di virtù non lo salvaro,
Nè lo salvaro delle Grazie i prieghi,
Nè pure i prieghi dell’Aonie Muse,
Che da lui mai non si partiro, e sempre
Seco l’ebber su i gioghi di Citera:
Ma tuttavolta non gli venne meno,
O crude Parche, de’ diletti amici
L’Amore ardente; anzi trovossi alcuno,
Che sul lido solingo di Savona
Erse per lui sepolcro; ed adornollo
Di marine conchiglie e di coralli,
Però che di diaspri e di alabastri
Non avea copia, e colà sparse al vento
Lunghi sospiri, e riversò sul seno
Lagrime calde, e lo vedean dal mare
Non senza doglia i passaggier delfini.
O falce orribilissima di morte,
Non mai per alcun tempo in questo mondo
Troncherà stame di sì pura vita.