Forse ragion di buon governo trasse
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XIV
PER IL SIG. ROBERTO TITI.
Forse ragion di buon governo trasse
Il Titi fuor di Pindo, e condannollo
A questionar ne i menzogner palagi,
Ove con ôr si compra ogni sofisma;
Ma pure al fin la lealtà del core,
E dell’ingegno suo la candidezza
Lo scorse a corteggiar le belle Muse;
Quinci le dotte scuole di Bologna
Fur liete di sua voce, ed ammiraro
Il dolce suon delle Nestoree note.
Ivi vivea giocondo, e i suoi pensieri
Erano tutti rose. O mal sicura
Da dolorosi intoppi umana vita!
Ecco repente lo condusse all’Arno
Alto comandamento, e fece udirsi
Per poco spazio nella Tosca Alfea,
Che ombra sovra di morte il ricoperse.
Piangane Italia, che solea mirarlo
Campione incontra il barbaro furore
Ne i furor della guerra letterata.